Uno dei fattori principali nella produzione delle colture erbacee è la disponibilità di acqua. Questa risorsa però non sempre è sfruttabile in tutte le zone agricole per motivi ambientali ed economici. Per questo motivo si cerca di aumentare l'efficienza dell'utilizzo dell'acqua in modo da avere meno consumi e ottimizzare i livelli produttivi. Guardando alle tecniche irrigue in rapido sviluppo recentemente anche in Italia, la microirrigazione, è quella che garantisce la maggior sostenibilità ambientale dell'uso della risorsa acqua, dal momento che l'efficienza irrigua è molto alta (90-95%), riducendo al minimo le perdite di percolazione e ruscellamento. Lo scopo della relazione è stato quello di valutare le potenzialità e i maggiori limiti dell'impiego delle tecniche di microirrigazione, focalizzando l'attenzione sulle colture erbacee e soffermandosi in maniera particolare sulla tecnica di sub-irrigazione, per le quali le applicazioni sono molto recenti. Le informazioni raccolte fanno riferimento ad articoli bibliografici, ma anche interviste ad alcuni imprenditori agricoli che stanno adottando questa tecnica. La microirrigazione consiste in una serie di ali gocciolanti disposte sulla superficie del suolo (superficiale) o interrate nel sottosuolo (sotto il piano di lavorazione, sub-irrigazione) in grado di distribuire una quantità omogenea d'acqua in prossimità della coltura in atto. Entrambe lavorano a basse pressioni quindi con una minore richiesta energetica rispetto i metodi irrigui a pioggia e valorizzano basse portate e disponibilità irrigue. Rispetto ai metodi più convenzionali (scorrimento, rotolone) presenta una superiore efficienza, minore o assente erosione del suolo o rischi di formazione di crosta superficiale, permette la fertirrigazione, consentendo la distribuzione frazionata e tardiva di azoto, garantisce minori rischi di inquinamento da nitrati e agrofarmaci, ed è facilmente automatizzabile. Rispetto alla microirrigazione superficiale, la sub-irrigazione, non crea impedimenti per le varie lavorazioni del terreno, riducendo i costi annuali di distribuzione e smaltimento delle ali gocciolanti. Inoltre, non bagnando la superficie suolo riduce le perdite di acqua legate all'evaporazione del terreno e il potenziale sviluppo di infestanti. Tuttavia, la buona efficacia della sub-irrigazione è influenzata dalle caratteristiche del suolo: più umidità e densità sono alte, più la portata in suoli differenti è simile; mentre soprattutto nei suoli sabbiosi i consumi idrici diventano superiori alla microirrigazione superficiale, soprattutto con terreno più asciutto. I terreni più adatti a valorizzare questo metodo irriguo risultano sicuramente quelli con una buona risalita capillare, mentre la profondità di interramento non deve superare i 30-40 cm. L'analisi di differenti casi studio relativi alla coltivazione del mais (Zea mays) da granella in Pianura Padana e in zone aride, riso (Oryza sativa), erba medica (Madicago sativa) e asparago (Asparagus officinalis) confermano alcune potenzialità nell'uso della tecnica della sub-irrigazione, sebbene diversi aspetti risultino ancora limitarne l'applicazione in molti contesti agronomici rispetto a tecniche irrigue alternative. Risulta pertanto fondamentale ottimizzare sia la fase di progettazione e impianto, sia la gestione per le differenti colture in funzione delle specifiche condizioni pedo-climatiche e degli obiettivi produttivi e qualitativi.

BENEFICI E LIMITI DELLA SUB-IRRIGAZIONE A GOCCIA NELLA COLTIVAZIONE DELLE COLTURE ERBACEE

BERGESE, NICOLÒ
2018/2019

Abstract

Uno dei fattori principali nella produzione delle colture erbacee è la disponibilità di acqua. Questa risorsa però non sempre è sfruttabile in tutte le zone agricole per motivi ambientali ed economici. Per questo motivo si cerca di aumentare l'efficienza dell'utilizzo dell'acqua in modo da avere meno consumi e ottimizzare i livelli produttivi. Guardando alle tecniche irrigue in rapido sviluppo recentemente anche in Italia, la microirrigazione, è quella che garantisce la maggior sostenibilità ambientale dell'uso della risorsa acqua, dal momento che l'efficienza irrigua è molto alta (90-95%), riducendo al minimo le perdite di percolazione e ruscellamento. Lo scopo della relazione è stato quello di valutare le potenzialità e i maggiori limiti dell'impiego delle tecniche di microirrigazione, focalizzando l'attenzione sulle colture erbacee e soffermandosi in maniera particolare sulla tecnica di sub-irrigazione, per le quali le applicazioni sono molto recenti. Le informazioni raccolte fanno riferimento ad articoli bibliografici, ma anche interviste ad alcuni imprenditori agricoli che stanno adottando questa tecnica. La microirrigazione consiste in una serie di ali gocciolanti disposte sulla superficie del suolo (superficiale) o interrate nel sottosuolo (sotto il piano di lavorazione, sub-irrigazione) in grado di distribuire una quantità omogenea d'acqua in prossimità della coltura in atto. Entrambe lavorano a basse pressioni quindi con una minore richiesta energetica rispetto i metodi irrigui a pioggia e valorizzano basse portate e disponibilità irrigue. Rispetto ai metodi più convenzionali (scorrimento, rotolone) presenta una superiore efficienza, minore o assente erosione del suolo o rischi di formazione di crosta superficiale, permette la fertirrigazione, consentendo la distribuzione frazionata e tardiva di azoto, garantisce minori rischi di inquinamento da nitrati e agrofarmaci, ed è facilmente automatizzabile. Rispetto alla microirrigazione superficiale, la sub-irrigazione, non crea impedimenti per le varie lavorazioni del terreno, riducendo i costi annuali di distribuzione e smaltimento delle ali gocciolanti. Inoltre, non bagnando la superficie suolo riduce le perdite di acqua legate all'evaporazione del terreno e il potenziale sviluppo di infestanti. Tuttavia, la buona efficacia della sub-irrigazione è influenzata dalle caratteristiche del suolo: più umidità e densità sono alte, più la portata in suoli differenti è simile; mentre soprattutto nei suoli sabbiosi i consumi idrici diventano superiori alla microirrigazione superficiale, soprattutto con terreno più asciutto. I terreni più adatti a valorizzare questo metodo irriguo risultano sicuramente quelli con una buona risalita capillare, mentre la profondità di interramento non deve superare i 30-40 cm. L'analisi di differenti casi studio relativi alla coltivazione del mais (Zea mays) da granella in Pianura Padana e in zone aride, riso (Oryza sativa), erba medica (Madicago sativa) e asparago (Asparagus officinalis) confermano alcune potenzialità nell'uso della tecnica della sub-irrigazione, sebbene diversi aspetti risultino ancora limitarne l'applicazione in molti contesti agronomici rispetto a tecniche irrigue alternative. Risulta pertanto fondamentale ottimizzare sia la fase di progettazione e impianto, sia la gestione per le differenti colture in funzione delle specifiche condizioni pedo-climatiche e degli obiettivi produttivi e qualitativi.
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