A causa dei cambiamenti climatici attualmente la temperatura globale media è aumentata di 0,85°C rispetto alla media preindustriale, definito dall'IPPC: negli ambienti periglaciali è aumentata il doppio di quanto riscontrato a livello mondiale e ciò ha comportato importanti ripercussioni sulla stabilità del permafrost. Il permafrost è un preciso stato termico di un substrato che rimane ad una temperatura uguale o inferiore agli 0°C per almeno due anni consecutivi. Tale substrato può comprendere roccia, detriti e suolo. Circa un quarto dell'emisfero settentrionale contiene permafrost; la sua localizzazione è variabile ed eterogenea, lo si può trovare in zone artiche, ad elevate latitudini (70°) e a medie latitudini in alta quota. Durante la stesura della tesi viene esaminato l'impatto dell'aumento della temperatura globale sull'estensione del permafrost che, secondo alcuni studi, con un aumento di 2°C, si ridurrà di un terzo. La tendenza globale mostra che per il decennio 2006-2017 la temperatura del permafrost è aumentata in media di 0.2 ± 0.05°C, ciò ha comportato la sua degradazione, visibile soprattutto con l'aumento della profondità dello strato attivo. Lo strato attivo è la porzione superficiale del permafrost che ogni estate raggiunge temperature positive, con conseguente possibile fusione del ghiaccio e formazione di uno strato liquido sopra quello congelato; un suo aumento riduce la sua funzione protettiva sullo strato congelato sottostante che, in un circolo vizioso, si riduce a sua volta. Nel presente lavoro vengono analizzate alcune delle conseguenze dovute all'aumento della degradazione del permafrost, tra cui: modificazione della biogeochimica dei flussi idrici; instabilità del terreno dovuta all'aumento di umidità; rilascio di CO2 e CH4 nell'atmosfera dovuto alla decomposizione microbica della sostanza organica presente nel substrato. In conclusione, alla luce dei dati sopra esposti, è evidente come gli effetti della degradazione del permafrost abbiano importanti ripercussioni nelle aree montane e quelle a elevata latitudine. Le cause dei processi di degradazione sono complesse e spesso interconnesse, con effetti non sempre prevedibili. Risulta necessario tentare di rallentare la degradazione del permafrost in quanto i suoi effetti impattano in maniera rilevante sulle attività antropiche sia artiche che alpine, anche a noi prossime, e non solamente sugli ambienti naturali.
Analisi delle cause e delle conseguenze della degradazione del permafrost in relazione ai cambiamenti climatici
CINUS, ARIANNA
2018/2019
Abstract
A causa dei cambiamenti climatici attualmente la temperatura globale media è aumentata di 0,85°C rispetto alla media preindustriale, definito dall'IPPC: negli ambienti periglaciali è aumentata il doppio di quanto riscontrato a livello mondiale e ciò ha comportato importanti ripercussioni sulla stabilità del permafrost. Il permafrost è un preciso stato termico di un substrato che rimane ad una temperatura uguale o inferiore agli 0°C per almeno due anni consecutivi. Tale substrato può comprendere roccia, detriti e suolo. Circa un quarto dell'emisfero settentrionale contiene permafrost; la sua localizzazione è variabile ed eterogenea, lo si può trovare in zone artiche, ad elevate latitudini (70°) e a medie latitudini in alta quota. Durante la stesura della tesi viene esaminato l'impatto dell'aumento della temperatura globale sull'estensione del permafrost che, secondo alcuni studi, con un aumento di 2°C, si ridurrà di un terzo. La tendenza globale mostra che per il decennio 2006-2017 la temperatura del permafrost è aumentata in media di 0.2 ± 0.05°C, ciò ha comportato la sua degradazione, visibile soprattutto con l'aumento della profondità dello strato attivo. Lo strato attivo è la porzione superficiale del permafrost che ogni estate raggiunge temperature positive, con conseguente possibile fusione del ghiaccio e formazione di uno strato liquido sopra quello congelato; un suo aumento riduce la sua funzione protettiva sullo strato congelato sottostante che, in un circolo vizioso, si riduce a sua volta. Nel presente lavoro vengono analizzate alcune delle conseguenze dovute all'aumento della degradazione del permafrost, tra cui: modificazione della biogeochimica dei flussi idrici; instabilità del terreno dovuta all'aumento di umidità; rilascio di CO2 e CH4 nell'atmosfera dovuto alla decomposizione microbica della sostanza organica presente nel substrato. In conclusione, alla luce dei dati sopra esposti, è evidente come gli effetti della degradazione del permafrost abbiano importanti ripercussioni nelle aree montane e quelle a elevata latitudine. Le cause dei processi di degradazione sono complesse e spesso interconnesse, con effetti non sempre prevedibili. Risulta necessario tentare di rallentare la degradazione del permafrost in quanto i suoi effetti impattano in maniera rilevante sulle attività antropiche sia artiche che alpine, anche a noi prossime, e non solamente sugli ambienti naturali.File | Dimensione | Formato | |
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