Questa mia tesi ha l'obiettivo di analizzare il settore agroalimentare italiano attraverso la trattazione dei principali aspetti che lo caratterizzano e grazie ai quali è quindi possibile evidenziarne la competitività nel contesto internazionale e globale. Nel primo capitolo si analizzerà la relazione tra due organizzazioni apparentemente incompatibili come la distribuzione moderna e la produzione tradizionale. La distribuzione di massa e la produzione di qualità sono sempre state agli estremi opposti del settore agroalimentare: da un lato le tradizioni delle comunità del cibo italiano, dall'altro le innovazioni della logistica moderna. L'obiettivo è quello di distribuire esclusivamente prodotti secondo metodi tradizionali, da piccoli e medi produttori, all'interno di comunità del cibo tradizionali provando quindi a mettere la logistica della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) al servizio dei piccoli artigiani che tramandano il patrimonio della gastronomia italiana e a far uscire le filiere tradizionali dalle nicchie e dai margini in cui il mercato moderno aveva cercato di catalogarle. Nel secondo capitolo si affronterà il tema del Made in Italy e di come le sue produzioni rivestano per l'economia nazionale, che punta sulla qualità e l'eccellenza, una importanza strategica anche perché hanno un effetto trainante per altri settori. Un modello di sviluppo che sfruttando e affinando la specializzazione in alcuni comparti produttivi, ha creato occupazione e risultati positivi in termini di bilancia commerciale. La nostra cucina è famosa non solo per la varietà e per la mediterraneità, ma soprattutto per la qualità dei prodotti agricoli che contribuiscono in modo determinante al suo successo. L'oggetto del terzo capitolo è l'analisi delle peculiarità e del ruolo di quei sistemi territoriali che possono essere definiti come distretti o meglio, come vedremo, sistemi locali di produzione agroalimentare. Lo scopo non è solo quello di conoscerne e di valutarne le modalità di organizzazione, le istituzioni che li regolano, i principali elementi di competitività, ma anche quello di individuare le strategie da adottare per un loro ulteriore sviluppo, nonché per stimolare la crescita dell'integrazione con la catena alimentare in altri territori. Nell'ultimo capitolo, dopo aver trattato ampiamente l'internazionalizzazione delle imprese, dapprima inquadrando la tematica in un contesto teorico, poi indagando le cause che determinano l'avvio del processo di crescita oltre confini e le differenti modalità di presenza estera che possono essere scelte, si è passati a descrivere il panorama imprenditoriale italiano, le sue peculiarità e le forme di espansione estera contemplate dalle imprese negli anni più recenti. Vedremo come molte imprese che tradizionalmente realizzano i prodotti che hanno reso famoso il Made in Italy abbiano attuato diverse forme di internazionalizzazione dalle esportazioni agli investimenti diretti esteri. Infine, presenterò il caso Eataly come emblema dell'alta qualità del settore agroalimentare italiano. Il più grande obiettivo di Eataly è dimostrare come i prodotti di alta qualità possano essere a disposizione di tutti: facilmente reperibili e a prezzi sostenibili, ma non solo. Eataly vuole comunicare i volti, i metodi produttivi e la storia delle persone e delle aziende che producono gli alti cibi e e che costituiscono il meglio dell'enogastronomia italiana.
L'alta qualità del settore agroalimentare italiano e la sua internazionalizzazione: il caso Eataly.
RICCIOTTI, GIULIA
2014/2015
Abstract
Questa mia tesi ha l'obiettivo di analizzare il settore agroalimentare italiano attraverso la trattazione dei principali aspetti che lo caratterizzano e grazie ai quali è quindi possibile evidenziarne la competitività nel contesto internazionale e globale. Nel primo capitolo si analizzerà la relazione tra due organizzazioni apparentemente incompatibili come la distribuzione moderna e la produzione tradizionale. La distribuzione di massa e la produzione di qualità sono sempre state agli estremi opposti del settore agroalimentare: da un lato le tradizioni delle comunità del cibo italiano, dall'altro le innovazioni della logistica moderna. L'obiettivo è quello di distribuire esclusivamente prodotti secondo metodi tradizionali, da piccoli e medi produttori, all'interno di comunità del cibo tradizionali provando quindi a mettere la logistica della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) al servizio dei piccoli artigiani che tramandano il patrimonio della gastronomia italiana e a far uscire le filiere tradizionali dalle nicchie e dai margini in cui il mercato moderno aveva cercato di catalogarle. Nel secondo capitolo si affronterà il tema del Made in Italy e di come le sue produzioni rivestano per l'economia nazionale, che punta sulla qualità e l'eccellenza, una importanza strategica anche perché hanno un effetto trainante per altri settori. Un modello di sviluppo che sfruttando e affinando la specializzazione in alcuni comparti produttivi, ha creato occupazione e risultati positivi in termini di bilancia commerciale. La nostra cucina è famosa non solo per la varietà e per la mediterraneità, ma soprattutto per la qualità dei prodotti agricoli che contribuiscono in modo determinante al suo successo. L'oggetto del terzo capitolo è l'analisi delle peculiarità e del ruolo di quei sistemi territoriali che possono essere definiti come distretti o meglio, come vedremo, sistemi locali di produzione agroalimentare. Lo scopo non è solo quello di conoscerne e di valutarne le modalità di organizzazione, le istituzioni che li regolano, i principali elementi di competitività, ma anche quello di individuare le strategie da adottare per un loro ulteriore sviluppo, nonché per stimolare la crescita dell'integrazione con la catena alimentare in altri territori. Nell'ultimo capitolo, dopo aver trattato ampiamente l'internazionalizzazione delle imprese, dapprima inquadrando la tematica in un contesto teorico, poi indagando le cause che determinano l'avvio del processo di crescita oltre confini e le differenti modalità di presenza estera che possono essere scelte, si è passati a descrivere il panorama imprenditoriale italiano, le sue peculiarità e le forme di espansione estera contemplate dalle imprese negli anni più recenti. Vedremo come molte imprese che tradizionalmente realizzano i prodotti che hanno reso famoso il Made in Italy abbiano attuato diverse forme di internazionalizzazione dalle esportazioni agli investimenti diretti esteri. Infine, presenterò il caso Eataly come emblema dell'alta qualità del settore agroalimentare italiano. Il più grande obiettivo di Eataly è dimostrare come i prodotti di alta qualità possano essere a disposizione di tutti: facilmente reperibili e a prezzi sostenibili, ma non solo. Eataly vuole comunicare i volti, i metodi produttivi e la storia delle persone e delle aziende che producono gli alti cibi e e che costituiscono il meglio dell'enogastronomia italiana.File | Dimensione | Formato | |
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