Alla base di questo elaborato vi è l’analisi del ruolo della fotografia come fonte di informazione e di conoscenza. In particolare, l’approfondimento di questo argomento coinvolge l’impiego della fotografia di guerra nella propaganda bellica come strumento di manipolazione e di indottrinamento di massa. Grazie alla diffusione dei mass media e alla presa di coscienza delle loro potenzialità, i governi hanno da sempre cercato di trasmettere una versione dei fatti determinata da specifiche finalità politiche, non solo ponendo maggiore attenzione su informazioni irrilevanti per distogliere l’attenzione dei cittadini da avvenimenti ben più seri, ma anche mistificando la realtà al fine di condizionare positivamente l’opinione pubblica. L’obiettivo di questa tesi riguarda l’esposizione delle potenzialità della fotografia come strumento di veicolazione di specifici messaggi e dell’effetto emotivo che la fruizione di immagini fa scaturire nei soggetti. Nei contesti bellici, l’impiego di una strategia ben pianificata riguardante la comunicazione mediatica ha reso possibile la trasmissione di messaggi propagandistici con l’intento di nascondere le atrocità di guerra e di sottolineare la necessità di un conflitto e dei benefici alla popolazione che ne sarebbero conseguiti. Pertanto, è stata spesso usata la censura per evitare la diffusione di informazioni, in particolare di immagini scioccanti, che avrebbero destato dubbi sul bisogno effettivo di condurre la guerra in questione. La propaganda bellica, in particolare, ha mostrato come i mezzi di comunicazione di massa siano degli strumenti efficaci per instillare ideali ai fruitori e mostrare loro immagini al fine di ottenere determinati effetti cognitivi ed emotivi. Ciononostante, quest’ultimo è stato mostrato da alcuni autori, i quali hanno impiegato immagini e parole per realizzare delle opere pedagogiche e di denuncia, con l’obiettivo di aprire gli occhi al pubblico e mostrare il volto nascosto nei conflitti armati. Per esporre questa strategia propagandistica dei governi, in riferimento alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, due autori tedeschi, Bertolt Brecht ed Ernst Friedrich, hanno realizzato due opere di denuncia intitolate rispettivamente ‘’L’Abicì della guerra’’ e ‘’Guerra alla guerra!’’ nelle quali hanno affiancato immagini attinenti ai conflitti in questione a didascalie ad effetto per esporre la problematica della diffusione dell’ideologia militare nei cittadini tramite gli strumenti mediatici.Entrambi avevano come obiettivo quello di spingere i lettori a discernere le diverse informazioni veicolate dalla propaganda governativa e a far prendere loro coscienza dell’effettiva brutalità della guerra al fine di impedire l’inizio di nuovi conflitti armati. Per realizzare questo intento pedagogico, entrambi gli autori avevano fatto affidamento sulle potenzialità insite negli scatti fotografici e sul potere delle parole e, accostando il linguaggio verbale a quello iconico, hanno realizzato delle opere ricche di significati e di spunti di riflessione.Dall’analisi delle opere citate è emerso come la letteratura abbia avuto un ruolo importante al fine di smascherare gli inganni propagandistici e di stimolare la riflessione dei lettori, bombardati di informazioni mediatiche, i quali difficilmente hanno posto al vaglio della ragione le informazioni a loro trasmesse dai media. Pertanto, la letteratura è stata impiegata come strumento di denuncia dei messaggi mistificati trasmesse dai media.
La fotografia di guerra tra propaganda e denuncia. Un’interpretazione critica sulle funzioni delle immagini nei media a partire da Bertolt Brecht ed Ernst Friedrich.
ZIMBARO, DILETTA MARIA
2022/2023
Abstract
Alla base di questo elaborato vi è l’analisi del ruolo della fotografia come fonte di informazione e di conoscenza. In particolare, l’approfondimento di questo argomento coinvolge l’impiego della fotografia di guerra nella propaganda bellica come strumento di manipolazione e di indottrinamento di massa. Grazie alla diffusione dei mass media e alla presa di coscienza delle loro potenzialità, i governi hanno da sempre cercato di trasmettere una versione dei fatti determinata da specifiche finalità politiche, non solo ponendo maggiore attenzione su informazioni irrilevanti per distogliere l’attenzione dei cittadini da avvenimenti ben più seri, ma anche mistificando la realtà al fine di condizionare positivamente l’opinione pubblica. L’obiettivo di questa tesi riguarda l’esposizione delle potenzialità della fotografia come strumento di veicolazione di specifici messaggi e dell’effetto emotivo che la fruizione di immagini fa scaturire nei soggetti. Nei contesti bellici, l’impiego di una strategia ben pianificata riguardante la comunicazione mediatica ha reso possibile la trasmissione di messaggi propagandistici con l’intento di nascondere le atrocità di guerra e di sottolineare la necessità di un conflitto e dei benefici alla popolazione che ne sarebbero conseguiti. Pertanto, è stata spesso usata la censura per evitare la diffusione di informazioni, in particolare di immagini scioccanti, che avrebbero destato dubbi sul bisogno effettivo di condurre la guerra in questione. La propaganda bellica, in particolare, ha mostrato come i mezzi di comunicazione di massa siano degli strumenti efficaci per instillare ideali ai fruitori e mostrare loro immagini al fine di ottenere determinati effetti cognitivi ed emotivi. Ciononostante, quest’ultimo è stato mostrato da alcuni autori, i quali hanno impiegato immagini e parole per realizzare delle opere pedagogiche e di denuncia, con l’obiettivo di aprire gli occhi al pubblico e mostrare il volto nascosto nei conflitti armati. Per esporre questa strategia propagandistica dei governi, in riferimento alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, due autori tedeschi, Bertolt Brecht ed Ernst Friedrich, hanno realizzato due opere di denuncia intitolate rispettivamente ‘’L’Abicì della guerra’’ e ‘’Guerra alla guerra!’’ nelle quali hanno affiancato immagini attinenti ai conflitti in questione a didascalie ad effetto per esporre la problematica della diffusione dell’ideologia militare nei cittadini tramite gli strumenti mediatici.Entrambi avevano come obiettivo quello di spingere i lettori a discernere le diverse informazioni veicolate dalla propaganda governativa e a far prendere loro coscienza dell’effettiva brutalità della guerra al fine di impedire l’inizio di nuovi conflitti armati. Per realizzare questo intento pedagogico, entrambi gli autori avevano fatto affidamento sulle potenzialità insite negli scatti fotografici e sul potere delle parole e, accostando il linguaggio verbale a quello iconico, hanno realizzato delle opere ricche di significati e di spunti di riflessione.Dall’analisi delle opere citate è emerso come la letteratura abbia avuto un ruolo importante al fine di smascherare gli inganni propagandistici e di stimolare la riflessione dei lettori, bombardati di informazioni mediatiche, i quali difficilmente hanno posto al vaglio della ragione le informazioni a loro trasmesse dai media. Pertanto, la letteratura è stata impiegata come strumento di denuncia dei messaggi mistificati trasmesse dai media.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
883678_tesizimbaromagistraledefinitiva.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3.47 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.47 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/104895