Nel 1796 Piere Simon Laplace afferma di poter fare a meno dell'ipotesi di Dio per spiegare l'universo fisico. La teoria della selezione naturale di Charles Darwin estromette la suddetta ipotesi anche dall'universo biologico. Gli esponenti del neoateismo, forti di queste convinzioni scientifiche e dell'obbligo morale di rigettare le falsità, promuovono la possibilità di una messa al bando di tutte le religioni. A questo proposito, il presente elaborato, partendo dal pensiero del biologo evoluzionista Richard Dawkins in The God Delusion, si propone di indagare l'inconsistenza teorica dell'ipotesi di Dio alla luce dell'evoluzionismo darwiniano e, una volta appurata, di riflettere sulla portata delle conseguenze etiche. Il lavoro prende le mosse dall'esposizione dell'ipotesi di Dio, presentato come un'intelligenza sovrumana e soprannaturale che ha deliberatamente progettato e creato l'universo con tutto quanto vi è compreso, e degli argomenti tradizionali che la supportano. A questa ipotesi viene contrapposta quella della selezione naturale. Inizialmente si dimostra l'impossibilità di una compresenza con l'ipotesi di Dio, per proseguire con la difesa dalle critiche rivolte contro la teoria di Darwin. Una volta verificata la solidità interna, la si adotta per indagare il fenomeno religioso e l'origine della morale: l'ipotesi della selezione naturale, per fornire una spiegazione in questi ambiti, si dimostra sempre esaustiva e puntuale. I limiti dell'idea di Dawkins e del neoateismo emergono invece sul piano normativo. L'impossibilità di esplicare i mutamenti della percezione morale, nonostante la selezione naturale sia in grado di rintracciarne l'origine, denuncia la pretenziosità dell'auspicio di un superamento totale della religiosità. Le conclusioni di Dawkins, tuttavia, possono essere impiegate in vista di un'utile revisione della religione. Nella fattispecie, al fine di non agevolare derive fanatiche, l'educazione religiosa non deve essere impartita ad individui troppo giovani per operare una disamina critica. L'elaborato si conclude con l'esposizione di una teoria morale che possa conciliarsi con le conseguenze teoriche dell'evoluzionismo darwiniano, rinvenuto in un approccio utilitaristico all'etica. Se sul piano teorico la selezione naturale ha cancellato l'ipotesi di Dio, su quello pratico, nonostante non riesca a sancire la fine dei movimenti religiosi, promuove l'utilitarismo etico.

Analisi critica del neoateismo e possibili conseguenze etiche​

DEZANI, FRANCESCO
2018/2019

Abstract

Nel 1796 Piere Simon Laplace afferma di poter fare a meno dell'ipotesi di Dio per spiegare l'universo fisico. La teoria della selezione naturale di Charles Darwin estromette la suddetta ipotesi anche dall'universo biologico. Gli esponenti del neoateismo, forti di queste convinzioni scientifiche e dell'obbligo morale di rigettare le falsità, promuovono la possibilità di una messa al bando di tutte le religioni. A questo proposito, il presente elaborato, partendo dal pensiero del biologo evoluzionista Richard Dawkins in The God Delusion, si propone di indagare l'inconsistenza teorica dell'ipotesi di Dio alla luce dell'evoluzionismo darwiniano e, una volta appurata, di riflettere sulla portata delle conseguenze etiche. Il lavoro prende le mosse dall'esposizione dell'ipotesi di Dio, presentato come un'intelligenza sovrumana e soprannaturale che ha deliberatamente progettato e creato l'universo con tutto quanto vi è compreso, e degli argomenti tradizionali che la supportano. A questa ipotesi viene contrapposta quella della selezione naturale. Inizialmente si dimostra l'impossibilità di una compresenza con l'ipotesi di Dio, per proseguire con la difesa dalle critiche rivolte contro la teoria di Darwin. Una volta verificata la solidità interna, la si adotta per indagare il fenomeno religioso e l'origine della morale: l'ipotesi della selezione naturale, per fornire una spiegazione in questi ambiti, si dimostra sempre esaustiva e puntuale. I limiti dell'idea di Dawkins e del neoateismo emergono invece sul piano normativo. L'impossibilità di esplicare i mutamenti della percezione morale, nonostante la selezione naturale sia in grado di rintracciarne l'origine, denuncia la pretenziosità dell'auspicio di un superamento totale della religiosità. Le conclusioni di Dawkins, tuttavia, possono essere impiegate in vista di un'utile revisione della religione. Nella fattispecie, al fine di non agevolare derive fanatiche, l'educazione religiosa non deve essere impartita ad individui troppo giovani per operare una disamina critica. L'elaborato si conclude con l'esposizione di una teoria morale che possa conciliarsi con le conseguenze teoriche dell'evoluzionismo darwiniano, rinvenuto in un approccio utilitaristico all'etica. Se sul piano teorico la selezione naturale ha cancellato l'ipotesi di Dio, su quello pratico, nonostante non riesca a sancire la fine dei movimenti religiosi, promuove l'utilitarismo etico.
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