Background and purpose. The relationship between sympathetic activation and cardiovascular risk has been extensively explored in the literature. However, there are no studies that explore the usefulness of metanephrines, O-methylated catecholamine metabolites, to stratify cardiovascular risk in people with high blood pressure. The objective of this study was to study the relationship between urinary metanephrine and cardiometabolic complications. Subjects and methods. Data from patients who carried out 24-hour urinary metanephrine at the Baldi and Riberi laboratory from 2007 to 2015 were collected retrospectively from prospective registry. Patients diagnosed with chromaffin tumors were excluded. Results. The study includes 2016 subjects, divided into normetanephrine tertiles and two metanephrine groups. In univariate analysis, higher levels of normetanephrine were associated with male sex (p<0.001), arterial hypertension (p<0.001), hypertensive cardiomiopathy (p<0.001), previous cardiovascular events (p<0.001), diabetes mellitus (p<0.001), therapy with ACE inhibitors (p<0.001), angiotensin receptor blockers (p=0.012), thiazide diuretics (p=0.005), α-blockers (p=0.002), mineralocorticoid receptor antagonists (p=0.001), calcium channel blockers (p=0.014), amiloride (p=0.046) and loop diuretics (p=0.001). Patients with high normetanephrine values showed: older age (p<0.001), higher levels of systolic (p<0.001) and diastolic blood pressure (p=0.003), BMI (p<0.001), glycemia (p<0.001), triglycerides (p=0.013), creatinine (p<0.001) and higher number of anti-hypertensive drugs (p< 0.001); while they showed lower values of total cholesterol (p<0.001), LDL cholesterol (p<0.001) and eGFR (p<0.001). Multivariate analysis showed that higher levels of normetanephrine were independently associated with the presence of hypertensive cardiomiopathy, diabetes mellitus and previous cardiovascular events. In univariate analysis, higher levels of metanephrines were associated with male sex (p<0.001), smoke (p=0.001), presence of neoplasms (p=0.001), hypertensive crisis (p<0.001), cortical adrenal lesion (p<0.001) and previous cardiovascular events (p=0.001). In addition, higher metanephrine values were associated with higher values of weight (p<0.001), systolic blood pressure (p=0.010), glycemia (p=0.023) and creatinine (p<0.001). Multivariate analysis showed that higher levels of metanephrines are independently associated with hypertensive cardiomiopathy and previous cardiovascular events. The same results were obtained by including only patients in primary prevention or by eliminating patients treated with sympathetic system drugs, in order to assess the presence of possible confounders. Conclusions. Subjects with metanephrine values above normal limits have more frequently high blood pressure associated with diabetes mellitus and complicated by hypertensive cardiomiopathy and cardiovascular events. It is likely that urinary metanephrine, in addition to the central role in the diagnosis of chromaffine tumors, have a role in the stratification of cardiovascular risk. If our data is confirmed by increased evidence of cardiovascular events in the follow-up of patients with high levels of these metabolites, it would be conceivable to design an intervention study to evaluate the possibility of using sympathetic modulatory drugs more aggressively in patients with high metanephrine values.

Background e scopo. La relazione tra iperattivazione simpatica e rischio cardiovascolare è stata ampiamente esplorata in letteratura. Tuttavia, non esistono studi che esplorino l'utilità delle metanefrine, i metaboliti O-metilati delle catecolamine, per stratificare il rischio cardiovascolare nei soggetti con ipertensione arteriosa. L’obiettivo di questo studio è stato studiare la relazione tra metanefrine urinarie e complicanze cardiometaboliche. Soggetti e metodi. Sono stati recuperati retrospettivamente da registri prospettici i dati di pazienti che hanno effettuato il dosaggio delle metanefrine urinarie delle 24 ore presso il laboratorio Baldi e Riberi dal 2007 al 2015. Sono stati esclusi i pazienti con diagnosi di tumore cromaffine. Risultati. Lo studio include 2016 soggetti, suddivisi in terzili di normetanefrine e in due gruppi di metanefrine. In analisi univariata, livelli più elevati di normetanefrine sono risultati associati a sesso maschile (p<0.001), ipertensione arteriosa (p<0.001), cardiopatia ipertensiva (p<0.001), anamnesi positiva per eventi cardiovascolari (p<0.001), diabete mellito (p<0.001), terapia con ACE inibitori (p<0.001), sartani (p=0.012), diuretici tiazidici (p=0.005), α-bloccanti (p=0.002), anti-aldosteronici (p=0.001), calcio-antagonisti (p=0.014), amiloride (p=0.046) e diuretici dell’ansa (p=0.001). I pazienti con elevati valori di normetanefrine hanno mostrato: età maggiore (p<0.001), livelli più elevati di pressione sistolica (p<0.001) e diastolica (p=0.003), di BMI (p<0.001), di glicemia (p<0.001), di trigliceridi (p=0.013), di creatinina (p<0.001) e un numero più elevato di farmaci anti-ipertensivi (p<0.001); mentre hanno mostrato valori inferiori di colesterolo totale (p<0.001), colesterolo LDL (p<0.001) ed eGFR (p<0.001). L’analisi multivariata ha evidenziato come livelli più elevati di normetanefrine fossero indipendentemente associati alla presenza di cardiopatia ipertensiva, di diabete mellito e di eventi cardiovascolari in anamnesi. In analisi univariata livelli più elevati di metanefrine sono risultati associati a sesso maschile (p<0.001), fumo (p=0.001), presenza di neoplasie (p=0.001), crisi ipertensiva (p<0.001), lesione surrenalica non midollare (p<0.001) ed eventi cardiovascolari pregressi (p=0.001). Inoltre valori più elevati di metanefrine sono risultati associati a valori maggiori di peso (p<0.001), di pressione sistolica (p=0.010), di glicemia (p=0.023) e di creatinina (p<0.001). L’analisi multivariata ha evidenziato come livelli più elevati di metanefrine siano indipendentemente associati alla cardiopatia ipertensiva ed agli eventi cardiovascolari in anamnesi. Gli stessi risultati sono stati ottenuti includendo solo pazienti in prevenzione primaria o eliminando i pazienti in terapia con farmaci del sistema simpatico, al fine di valutare la presenza di eventuali confondenti. Conclusioni. I soggetti con valori di metanefrine superiori ai limiti di normalità presentano più frequentemente ipertensione arteriosa associata a diabete mellito e complicata da cardiopatia ipertensiva ed eventi cardiovascolari. È verosimile che le metanefrine urinarie, oltre al ruolo centrale nella diagnostica dei tumori cromaffini, abbiano un ruolo nella stratificazione del rischio cardiovascolare. Se i nostri dati venissero confermati da un aumentato riscontro di eventi cardiovascolari nel follow-up dei pazienti con elevati livelli di tali metaboliti, sarebbe ipotizzabile disegnare uno studio di intervento per valutare la possibilità di impiegare in modo più aggressivo farmaci modulatori del simpatico nei pazienti con elevati valori di metanefrine.

Il sistema simpatico e il rischio cardiovascolare: studio trasversale sull'associazione tra livelli di metanefrine urinarie delle 24 ore e complicanze cardiometaboliche.

LONARDI, FRANCESCA
2019/2020

Abstract

Background e scopo. La relazione tra iperattivazione simpatica e rischio cardiovascolare è stata ampiamente esplorata in letteratura. Tuttavia, non esistono studi che esplorino l'utilità delle metanefrine, i metaboliti O-metilati delle catecolamine, per stratificare il rischio cardiovascolare nei soggetti con ipertensione arteriosa. L’obiettivo di questo studio è stato studiare la relazione tra metanefrine urinarie e complicanze cardiometaboliche. Soggetti e metodi. Sono stati recuperati retrospettivamente da registri prospettici i dati di pazienti che hanno effettuato il dosaggio delle metanefrine urinarie delle 24 ore presso il laboratorio Baldi e Riberi dal 2007 al 2015. Sono stati esclusi i pazienti con diagnosi di tumore cromaffine. Risultati. Lo studio include 2016 soggetti, suddivisi in terzili di normetanefrine e in due gruppi di metanefrine. In analisi univariata, livelli più elevati di normetanefrine sono risultati associati a sesso maschile (p<0.001), ipertensione arteriosa (p<0.001), cardiopatia ipertensiva (p<0.001), anamnesi positiva per eventi cardiovascolari (p<0.001), diabete mellito (p<0.001), terapia con ACE inibitori (p<0.001), sartani (p=0.012), diuretici tiazidici (p=0.005), α-bloccanti (p=0.002), anti-aldosteronici (p=0.001), calcio-antagonisti (p=0.014), amiloride (p=0.046) e diuretici dell’ansa (p=0.001). I pazienti con elevati valori di normetanefrine hanno mostrato: età maggiore (p<0.001), livelli più elevati di pressione sistolica (p<0.001) e diastolica (p=0.003), di BMI (p<0.001), di glicemia (p<0.001), di trigliceridi (p=0.013), di creatinina (p<0.001) e un numero più elevato di farmaci anti-ipertensivi (p<0.001); mentre hanno mostrato valori inferiori di colesterolo totale (p<0.001), colesterolo LDL (p<0.001) ed eGFR (p<0.001). L’analisi multivariata ha evidenziato come livelli più elevati di normetanefrine fossero indipendentemente associati alla presenza di cardiopatia ipertensiva, di diabete mellito e di eventi cardiovascolari in anamnesi. In analisi univariata livelli più elevati di metanefrine sono risultati associati a sesso maschile (p<0.001), fumo (p=0.001), presenza di neoplasie (p=0.001), crisi ipertensiva (p<0.001), lesione surrenalica non midollare (p<0.001) ed eventi cardiovascolari pregressi (p=0.001). Inoltre valori più elevati di metanefrine sono risultati associati a valori maggiori di peso (p<0.001), di pressione sistolica (p=0.010), di glicemia (p=0.023) e di creatinina (p<0.001). L’analisi multivariata ha evidenziato come livelli più elevati di metanefrine siano indipendentemente associati alla cardiopatia ipertensiva ed agli eventi cardiovascolari in anamnesi. Gli stessi risultati sono stati ottenuti includendo solo pazienti in prevenzione primaria o eliminando i pazienti in terapia con farmaci del sistema simpatico, al fine di valutare la presenza di eventuali confondenti. Conclusioni. I soggetti con valori di metanefrine superiori ai limiti di normalità presentano più frequentemente ipertensione arteriosa associata a diabete mellito e complicata da cardiopatia ipertensiva ed eventi cardiovascolari. È verosimile che le metanefrine urinarie, oltre al ruolo centrale nella diagnostica dei tumori cromaffini, abbiano un ruolo nella stratificazione del rischio cardiovascolare. Se i nostri dati venissero confermati da un aumentato riscontro di eventi cardiovascolari nel follow-up dei pazienti con elevati livelli di tali metaboliti, sarebbe ipotizzabile disegnare uno studio di intervento per valutare la possibilità di impiegare in modo più aggressivo farmaci modulatori del simpatico nei pazienti con elevati valori di metanefrine.
The sympathetic system and the cardiovascular risk: cross-sectional study on the association between urine 24 hours metanephrines levels and cardiometabolic complications.
Background and purpose. The relationship between sympathetic activation and cardiovascular risk has been extensively explored in the literature. However, there are no studies that explore the usefulness of metanephrines, O-methylated catecholamine metabolites, to stratify cardiovascular risk in people with high blood pressure. The objective of this study was to study the relationship between urinary metanephrine and cardiometabolic complications. Subjects and methods. Data from patients who carried out 24-hour urinary metanephrine at the Baldi and Riberi laboratory from 2007 to 2015 were collected retrospectively from prospective registry. Patients diagnosed with chromaffin tumors were excluded. Results. The study includes 2016 subjects, divided into normetanephrine tertiles and two metanephrine groups. In univariate analysis, higher levels of normetanephrine were associated with male sex (p<0.001), arterial hypertension (p<0.001), hypertensive cardiomiopathy (p<0.001), previous cardiovascular events (p<0.001), diabetes mellitus (p<0.001), therapy with ACE inhibitors (p<0.001), angiotensin receptor blockers (p=0.012), thiazide diuretics (p=0.005), α-blockers (p=0.002), mineralocorticoid receptor antagonists (p=0.001), calcium channel blockers (p=0.014), amiloride (p=0.046) and loop diuretics (p=0.001). Patients with high normetanephrine values showed: older age (p<0.001), higher levels of systolic (p<0.001) and diastolic blood pressure (p=0.003), BMI (p<0.001), glycemia (p<0.001), triglycerides (p=0.013), creatinine (p<0.001) and higher number of anti-hypertensive drugs (p< 0.001); while they showed lower values of total cholesterol (p<0.001), LDL cholesterol (p<0.001) and eGFR (p<0.001). Multivariate analysis showed that higher levels of normetanephrine were independently associated with the presence of hypertensive cardiomiopathy, diabetes mellitus and previous cardiovascular events. In univariate analysis, higher levels of metanephrines were associated with male sex (p<0.001), smoke (p=0.001), presence of neoplasms (p=0.001), hypertensive crisis (p<0.001), cortical adrenal lesion (p<0.001) and previous cardiovascular events (p=0.001). In addition, higher metanephrine values were associated with higher values of weight (p<0.001), systolic blood pressure (p=0.010), glycemia (p=0.023) and creatinine (p<0.001). Multivariate analysis showed that higher levels of metanephrines are independently associated with hypertensive cardiomiopathy and previous cardiovascular events. The same results were obtained by including only patients in primary prevention or by eliminating patients treated with sympathetic system drugs, in order to assess the presence of possible confounders. Conclusions. Subjects with metanephrine values above normal limits have more frequently high blood pressure associated with diabetes mellitus and complicated by hypertensive cardiomiopathy and cardiovascular events. It is likely that urinary metanephrine, in addition to the central role in the diagnosis of chromaffine tumors, have a role in the stratification of cardiovascular risk. If our data is confirmed by increased evidence of cardiovascular events in the follow-up of patients with high levels of these metabolites, it would be conceivable to design an intervention study to evaluate the possibility of using sympathetic modulatory drugs more aggressively in patients with high metanephrine values.
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