Aristolochia pallida Willd. è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Aristolochiaceae. È una specie Euri-Mediterranea, che presenta un’ampia nicchia ecologica, tuttavia le popolazioni più grandi sono limitate a specifiche zone ecotonali. Durante il ciclo vitale, questa specie si relaziona con diversi ospiti animali. A. pallida viene impollinata dai ditteri del genere Megaselia (famiglia Phoridae), che vengono attirati dai metaboliti volatili della pianta e rimangono intrappolati per alcuni giorni nei fiori, promuovendo così l’impollinazione allogama. La pianta presenta mirmecoria: la dispersione dei semi avviene cioè per intervento delle formiche, probabilmente attirate dall’elaiosoma presente sui semi, che in taluni casi contiene sostanze nutritive. A. pallida è pianta nutrice di Zerynthia polyxena che in Val di Susa (TO) è considerata monofaga su questa specie. La farfalla, infatti, ovidepone esclusivamente sulle foglie giovani della pianta e le larve nutrendosi delle foglie ne ricavano un vantaggio, considerato che sono immuni ai suoi metaboliti velenosi. Da quanto brevemente descritto, appare chiaro il ruolo ecologico di questa pianta e l’importanza della conservazione del suo habitat. I semi del genere Aristolochia presentano un’elevata variabilità intraspecifica nella profondità della dormienza. Questa situazione che rende più difficile la propagazione su larga scala della pianta, è molto probabilmente una strategia adattativa poiché le germinazioni vengono distribuite su più anni successivi, aumentando la fitness riproduttiva della pianta. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato descrivere i fattori che regolano la germinazione e il superamento della dormienza nei semi di A. pallida, ai fini di interventi di arricchimento delle sue popolazioni naturali o per traslocazioni verso nuovi siti. I frutti di A. pallida sono stati campionati nelle estati del 2021 e 2022. Sono stati allestiti numerosi test di germinazione in laboratorio (differenti per substrato, fotoperiodi, termoperiodi e utilizzo di acido giberellico GA3), poiché non sono disponibili nella letteratura scientifica informazioni circa la biologia germinativa della specie. Per studiare la germinazione in condizioni naturali, sono stati allestiti anche dei test di germinazione in situ che prevedono il seppellimento dei semi e il successivo de-seppellimento secondo una precisa tempistica. L’attendibilità dei risultati dei test di germinazione è stata verificata statisticamente, con modelli statistici GLMM e curve di germinazione, per comprendere meglio i dati ottenuti. L’incubazione dei semi a 30/25°C con 14/10 h luce/buio per 365 giorni ha mostrato la percentuale di germinazione più alta (oltre 60%). Anche l’impiego di acido giberellico (GA3) ha consentito di migliorare la percentuale di germinazione. Sono in corso osservazioni sulle plantule ottenute con questo fitormone per valutare la loro idoneità al trapianto su suolo. I test svolti in natura hanno invece presentato percentuali di germinazione maggiori e in tempi più rapidi: infatti in otto mesi all’Orto Botanico di Torino si è raggiunto un massimo del 53% di germinazioni, mentre nel sito di Giaglione (TO), il 50%. Questi risultati mostrano come buona parte dei semi riesca a germinare in pochi mesi senza l’utilizzo di ormoni; al contrario i test condotti in vitro sono stati utili per comprendere che A. pallida è una specie estiva.
Studio della germinazione di Aristolochia pallida Willd.: in vitro e in natura.
PERLO, CRISTINA
2021/2022
Abstract
Aristolochia pallida Willd. è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Aristolochiaceae. È una specie Euri-Mediterranea, che presenta un’ampia nicchia ecologica, tuttavia le popolazioni più grandi sono limitate a specifiche zone ecotonali. Durante il ciclo vitale, questa specie si relaziona con diversi ospiti animali. A. pallida viene impollinata dai ditteri del genere Megaselia (famiglia Phoridae), che vengono attirati dai metaboliti volatili della pianta e rimangono intrappolati per alcuni giorni nei fiori, promuovendo così l’impollinazione allogama. La pianta presenta mirmecoria: la dispersione dei semi avviene cioè per intervento delle formiche, probabilmente attirate dall’elaiosoma presente sui semi, che in taluni casi contiene sostanze nutritive. A. pallida è pianta nutrice di Zerynthia polyxena che in Val di Susa (TO) è considerata monofaga su questa specie. La farfalla, infatti, ovidepone esclusivamente sulle foglie giovani della pianta e le larve nutrendosi delle foglie ne ricavano un vantaggio, considerato che sono immuni ai suoi metaboliti velenosi. Da quanto brevemente descritto, appare chiaro il ruolo ecologico di questa pianta e l’importanza della conservazione del suo habitat. I semi del genere Aristolochia presentano un’elevata variabilità intraspecifica nella profondità della dormienza. Questa situazione che rende più difficile la propagazione su larga scala della pianta, è molto probabilmente una strategia adattativa poiché le germinazioni vengono distribuite su più anni successivi, aumentando la fitness riproduttiva della pianta. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato descrivere i fattori che regolano la germinazione e il superamento della dormienza nei semi di A. pallida, ai fini di interventi di arricchimento delle sue popolazioni naturali o per traslocazioni verso nuovi siti. I frutti di A. pallida sono stati campionati nelle estati del 2021 e 2022. Sono stati allestiti numerosi test di germinazione in laboratorio (differenti per substrato, fotoperiodi, termoperiodi e utilizzo di acido giberellico GA3), poiché non sono disponibili nella letteratura scientifica informazioni circa la biologia germinativa della specie. Per studiare la germinazione in condizioni naturali, sono stati allestiti anche dei test di germinazione in situ che prevedono il seppellimento dei semi e il successivo de-seppellimento secondo una precisa tempistica. L’attendibilità dei risultati dei test di germinazione è stata verificata statisticamente, con modelli statistici GLMM e curve di germinazione, per comprendere meglio i dati ottenuti. L’incubazione dei semi a 30/25°C con 14/10 h luce/buio per 365 giorni ha mostrato la percentuale di germinazione più alta (oltre 60%). Anche l’impiego di acido giberellico (GA3) ha consentito di migliorare la percentuale di germinazione. Sono in corso osservazioni sulle plantule ottenute con questo fitormone per valutare la loro idoneità al trapianto su suolo. I test svolti in natura hanno invece presentato percentuali di germinazione maggiori e in tempi più rapidi: infatti in otto mesi all’Orto Botanico di Torino si è raggiunto un massimo del 53% di germinazioni, mentre nel sito di Giaglione (TO), il 50%. Questi risultati mostrano come buona parte dei semi riesca a germinare in pochi mesi senza l’utilizzo di ormoni; al contrario i test condotti in vitro sono stati utili per comprendere che A. pallida è una specie estiva.File | Dimensione | Formato | |
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