Migrazioni e Violenza

This dissertation focus on the analysis of the violent context in which migrants are involved in order to succeed in their purpose of transfer and that can be observed in the realities of two different migratory phenomena: the Central American one, involving the States of Central America, Mexico and the USA, and the African one, involving ¿ for our area of interest ¿ the European States on the Mediterranean shores and the African States. The choice to combine these contexts may appear peculiar, but it resolves to be useful under many perspectives: firstly, the similarities between the two (also ¿ but not only ¿ environmental) help to highlight and to better examine problems and features specific of both fields; furthermore, the relative anteriority of the Central American phenomenon and its major development permit to outline some future perspectives for the European one, whose social consequences have already been analyzed, and to investigate the good practices already carried out, in order to be able to adjust them and, maybe, to re-propose them in the European context. Through a short exam of the historical framework of the two settings and of some possible causes behind the migratory phenomenon, this text tries to outline the violent processes the migrant experience, first of all in its Country of origin. The critical analysis of the real circuit of violence recalls the theoretical system proposed by Galtung in 1969, who discerned between direct (or personal) violence, structural violence and cultural violence. The various case-studies presented help to focus the facts and to insert them in the contemporary society scope. In the end, some examples of projects and methodologies implemented in the Central American field are provided, in order to face the matter and to grant respect of the migrants' fundamental rights, with the wish to encourage further reflections in the European sector.

La trattazione ha come oggetto l'analisi del contesto di violenza in cui i migranti si trovano coinvolti quotidianamente per compiere il proprio viaggio che trova riscontro nell'osservazione di due fenomeni migratori distinti: quello centroamericano, che coinvolge i Paesi dell'America Centrale, il Messico e gli USA, e quello africano, che coinvolge - per l'ambito preso in esame - gli Stati europei che si affacciano sul bacino del Mediterraneo e gli Stati Africani. La scelta di accomunare questi contesti può apparire peculiare, ma risulta essere utile sotto molti aspetti: in primo luogo le molte somiglianze tra i due ambiti di partenza (anche - ma non solo - ambientali) che aiutano a mettere in risalto e ad approfondire le caratteristiche e le problematiche specifiche di ognuno; inoltre, il maggiore sviluppo del fenomeno in ambito centroamericano, vista la sua relativa anteriorità storica, permette di delineare alcune prospettive future per lo scenario europeo di cui sono già state indagate le conseguenze sociali, così come consente di sondare le buone pratiche avviate, per riproporle, riadattandole, nel contesto europeo. Attraverso una breve analisi del quadro storico dei corridoi migratori presi in esame e di alcune delle possibili cause dietro al fenomeno migratorio, la trattazione va delineando i processi violenti di cui il migrante fa esperienza innanzitutto nel Paese di origine. L'analisi critica del vero e proprio circuito di violenza si richiama all'impianto teorico proposto da Galtung nel 1969, che ha provveduto al distinguo tra violenza diretta (o personale), violenza strutturale e violenza culturale. I vari casi-studio presentati aiutano a mettere a fuoco il fenomeno e a calarlo maggiormente nel contesto della società contemporanea. In conclusione vengono, inoltre, forniti alcuni esempi di progetti e metodologie adottati in ambito americano per far fronte al problema della violenza sul migrante e garantire il rispetto dei diritti fondamentali di quest'ultimo, per stimolare riflessioni future in ambiente europeo.