La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale funzionale caratterizzato da dolore addominale e abitudini intestinali alterate, che spesso includono gonfiore. La condizione è comune e può influenzare sostanzialmente la qualità della vita e causare un notevole onere economico. Sono in corso intensi sforzi di ricerca per comprendere i meccanismi alla base dell'IBS. Ad oggi il percorso patogenetico include un ruolo del microbiota intestinale, dell'asse intestino-cervello, della genetica e del sistema immunitario. Si stanno sviluppando oggi nuovi approcci nelle varie aree della prevenzione per questo disturbo. Nell'area della prevenzione terziaria, a seguito della diagnosi, si stanno ipotizzando nuovi trattamenti con maggiore efficacia, compresa la gestione della dieta e nuovi farmaci. Nell'area della prevenzione secondaria si stanno ipotizzando sia dei metodi che consentano una diagnosi precoce focalizzanti anche sull'individuazione della disbiosi intestinale associata a biomarker di rischio genetico e post-infettivo. Per quanto concerne la prevenzione primaria, il mantenimento di un microbiota eubiotico e la prevenzione e sorveglianza delle gastroenteriti trasmesse soprattutto attraverso il consumo di alimenti consentirebbe di agire sui principali fattori di rischio e quindi di ridurre l'impatto di malattia in termini di incidenza e di impatto complessivo associato

Microbioma e sindrome dell'intestino irritabile: evidenze e prospettive in ottica preventiva

ARDISSONO, LUCA
2021/2022

Abstract

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale funzionale caratterizzato da dolore addominale e abitudini intestinali alterate, che spesso includono gonfiore. La condizione è comune e può influenzare sostanzialmente la qualità della vita e causare un notevole onere economico. Sono in corso intensi sforzi di ricerca per comprendere i meccanismi alla base dell'IBS. Ad oggi il percorso patogenetico include un ruolo del microbiota intestinale, dell'asse intestino-cervello, della genetica e del sistema immunitario. Si stanno sviluppando oggi nuovi approcci nelle varie aree della prevenzione per questo disturbo. Nell'area della prevenzione terziaria, a seguito della diagnosi, si stanno ipotizzando nuovi trattamenti con maggiore efficacia, compresa la gestione della dieta e nuovi farmaci. Nell'area della prevenzione secondaria si stanno ipotizzando sia dei metodi che consentano una diagnosi precoce focalizzanti anche sull'individuazione della disbiosi intestinale associata a biomarker di rischio genetico e post-infettivo. Per quanto concerne la prevenzione primaria, il mantenimento di un microbiota eubiotico e la prevenzione e sorveglianza delle gastroenteriti trasmesse soprattutto attraverso il consumo di alimenti consentirebbe di agire sui principali fattori di rischio e quindi di ridurre l'impatto di malattia in termini di incidenza e di impatto complessivo associato
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