All'inizio degli anni '70, con la caduta degli accordi di Bretton Woods i tassi di cambio tra le valute hanno iniziato a fluttuare liberamente, pertanto è divenuto necessario lo studio degli exchange rates, in un'ottica speculativa ma anche di copertura dal rischio di cambio. Nel corso degli anni si sono sviluppati principalmente due orientamenti teorici contrapposti, per la determinazione dei tassi: l'orientamento keynesiano e quello monetario; nel primo si insita il modello di Mundell-Fleming, nel secondo invece il modello monetario. Lo scopo del lavoro è quello di dimostrare la validità del modello keynesiano mediante l'analisi econometrica della serie temporale del tasso di cambio euro/dollaro dal momento della sua nascita fino ad oggi, con particolare attenzione alle sue correlazioni con due variabili macroeconomiche: il tasso di crescita del PIL e dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (sia europei che americani). I risultati mostrano che se il differenziale tra il tasso di crescita del PIL europeo e quello americano aumenta ne consegue una rivalutazione del tasso di cambio, cioè un apprezzamento dell'euro. Nel caso il differenziale diminuisca, si verifica la situazione opposta. Per quanto riguarda i livelli dei prezzi, si è dimostrato che se il livello dei prezzi in Europa ( e quindi maggiore inflazione) è maggiore rispetto al livello dei prezzi americano allora l'euro subirà un deprezzamento e come conseguenza si verificherà la diminuzione del tasso di cambio.
Analisi econometrica delle fluttuazioni del tasso di cambio euro-dollaro nel periodo 1999-2015.
PILATO, MASSIMILIANO
2014/2015
Abstract
All'inizio degli anni '70, con la caduta degli accordi di Bretton Woods i tassi di cambio tra le valute hanno iniziato a fluttuare liberamente, pertanto è divenuto necessario lo studio degli exchange rates, in un'ottica speculativa ma anche di copertura dal rischio di cambio. Nel corso degli anni si sono sviluppati principalmente due orientamenti teorici contrapposti, per la determinazione dei tassi: l'orientamento keynesiano e quello monetario; nel primo si insita il modello di Mundell-Fleming, nel secondo invece il modello monetario. Lo scopo del lavoro è quello di dimostrare la validità del modello keynesiano mediante l'analisi econometrica della serie temporale del tasso di cambio euro/dollaro dal momento della sua nascita fino ad oggi, con particolare attenzione alle sue correlazioni con due variabili macroeconomiche: il tasso di crescita del PIL e dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (sia europei che americani). I risultati mostrano che se il differenziale tra il tasso di crescita del PIL europeo e quello americano aumenta ne consegue una rivalutazione del tasso di cambio, cioè un apprezzamento dell'euro. Nel caso il differenziale diminuisca, si verifica la situazione opposta. Per quanto riguarda i livelli dei prezzi, si è dimostrato che se il livello dei prezzi in Europa ( e quindi maggiore inflazione) è maggiore rispetto al livello dei prezzi americano allora l'euro subirà un deprezzamento e come conseguenza si verificherà la diminuzione del tasso di cambio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10417