The (anti)causative alternation represents the linguistic process whereby languages contrast intransitive verbs denoting spontaneous change-of-state events to their transitive counterpart denoting that this change-of-state event has been caused, not spontaneously, but by a different entity (Schäfer 2009). This transitive alternation increases the valency of verbs via contrasted argument structures: that is, in the causative counterpart the number of arguments is increased by the introduction of a new element (syntactic subject), typically read as causer or external argument, i.e. the external entity bringing about the event (Tubino-Blanco 2020). Starting from these data and from different studies about syntactic and semantic valency, in this dissertation I will compare different theoretical perspectives, in which the (anti)causative alternation can be read through a typological-functional point of view (Haspelmath 1987, Cennamo e Jezek 2011, Inglese 2022) or through a minimalist-formalist one (Kratzer 1996, Pylkkänen 1999, Tubino-Blanco 2010, Alexiadou 2015): on the one hand, we have the idea of distinct semantics according to the syntactic structure with caused event without a deep causer, on the other hand we have the idea of semantic uniformity for both causatives and anti-causatives, with syntactic operations at the Voice layer (implicit external argument).

L’alternanza (anti)causativa rappresenta il fenomeno linguistico con cui le lingue distinguono un verbo intransitivo che denota uno spontaneo ‘change-of-state event’ dalla sua controparte transitiva che denota lo stesso ‘change-of-state event’ causato non spontaneamente, ma da un’entità esterna (Schäfer 2009). Si tratta quindi di un tipo di alternanza transitiva che incide sulla valenza di un verbo compatibile con strutture argomentali contrastanti: infatti, rispetto alla controparte anticausativa, in quella causativa il numero degli argomenti aumenta con l’introduzione di un nuovo elemento (soggetto sintattico), tipicamente interpretato come ‘causer’ o argomento esterno, cioè l’entità esterna che causa l’evento (Tubino-Blanco 2020). A partire da questi dati e dai diversi approcci in cui prevale ora una visione totalmente semantica ora una più sintattica della valenza, in questa tesi si confronteranno prospettive teoriche diverse, per cui l’alternanza (anti)causativa può essere analizzata sia da un punto di vista tipologico-funzionale (Haspelmath 1987, Cennamo e Jezek 2011, Inglese 2022) sia da un punto di vista formalista nel quadro minimalista (Kratzer 1996, Pylkkänen 1999, Tubino-Blanco 2010, Alexiadou 2015). In particolare, da un lato vi è l’idea di semantiche distinte a seconda della struttura sintattica con evento causato ma senza ‘causer’ profondo, dall’altro lato vi è l’idea di uniformità semantica per tutte le predicazioni, anticausative e non, con aggiustamenti sintattici a livello di Voce (‘implicit external argument’).

L'alternanza (anti)causativa: gli argomenti esterni tra sintassi e semantica

BARTOLUCCI, LAVINIA
2021/2022

Abstract

L’alternanza (anti)causativa rappresenta il fenomeno linguistico con cui le lingue distinguono un verbo intransitivo che denota uno spontaneo ‘change-of-state event’ dalla sua controparte transitiva che denota lo stesso ‘change-of-state event’ causato non spontaneamente, ma da un’entità esterna (Schäfer 2009). Si tratta quindi di un tipo di alternanza transitiva che incide sulla valenza di un verbo compatibile con strutture argomentali contrastanti: infatti, rispetto alla controparte anticausativa, in quella causativa il numero degli argomenti aumenta con l’introduzione di un nuovo elemento (soggetto sintattico), tipicamente interpretato come ‘causer’ o argomento esterno, cioè l’entità esterna che causa l’evento (Tubino-Blanco 2020). A partire da questi dati e dai diversi approcci in cui prevale ora una visione totalmente semantica ora una più sintattica della valenza, in questa tesi si confronteranno prospettive teoriche diverse, per cui l’alternanza (anti)causativa può essere analizzata sia da un punto di vista tipologico-funzionale (Haspelmath 1987, Cennamo e Jezek 2011, Inglese 2022) sia da un punto di vista formalista nel quadro minimalista (Kratzer 1996, Pylkkänen 1999, Tubino-Blanco 2010, Alexiadou 2015). In particolare, da un lato vi è l’idea di semantiche distinte a seconda della struttura sintattica con evento causato ma senza ‘causer’ profondo, dall’altro lato vi è l’idea di uniformità semantica per tutte le predicazioni, anticausative e non, con aggiustamenti sintattici a livello di Voce (‘implicit external argument’).
ITA
The (anti)causative alternation represents the linguistic process whereby languages contrast intransitive verbs denoting spontaneous change-of-state events to their transitive counterpart denoting that this change-of-state event has been caused, not spontaneously, but by a different entity (Schäfer 2009). This transitive alternation increases the valency of verbs via contrasted argument structures: that is, in the causative counterpart the number of arguments is increased by the introduction of a new element (syntactic subject), typically read as causer or external argument, i.e. the external entity bringing about the event (Tubino-Blanco 2020). Starting from these data and from different studies about syntactic and semantic valency, in this dissertation I will compare different theoretical perspectives, in which the (anti)causative alternation can be read through a typological-functional point of view (Haspelmath 1987, Cennamo e Jezek 2011, Inglese 2022) or through a minimalist-formalist one (Kratzer 1996, Pylkkänen 1999, Tubino-Blanco 2010, Alexiadou 2015): on the one hand, we have the idea of distinct semantics according to the syntactic structure with caused event without a deep causer, on the other hand we have the idea of semantic uniformity for both causatives and anti-causatives, with syntactic operations at the Voice layer (implicit external argument).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/103857