Il presente contributo origina da quella prospettiva di ricerca per cui l’italiano popolare, lungi dall’essersi estinto insieme alla dialettofonia esclusiva dei parlanti, deve considerarsi un fenomeno pancronico e una varietà diastratica legata a determinate condizioni socio-economiche e ad una scolarizzazione insufficiente, condizione quest’ultima rilevabile ancora oggi tra quelle fasce della popolazione che, pur in possesso di un diploma di licenza, non raggiungono adeguate capacità di comprensione e scrittura. Si passa dunque ad esaminare alcune memorie scritte dai primi anni del Novecento ai giorni nostri da scriventi poco o scarsamente scolarizzati (semicolti, appunto) mettendo in evidenza come ad un possesso imperfetto delle varietà alte del repertorio corrisponda la tendenza al riuso creativo, ma poco rielaborato, di formule, stilemi, modalità espressive e narrative riprese da diversi modelli di norma linguistica, conosciuti attraverso i canali della diffusione popolare o appresi attraverso l’insegnamento scolastico o la frequentazione di comunità di pratica come la sezione di partito, il sindacato, il carcere, le comunità di recupero. Sarà quindi possibile riconoscere l’influenza dei classici mediati dalla narrazione di piazza, del melodramma, della paraletteratura e di generi di consumo come il giallo e il romanzo rosa, della lingua della burocrazia, dei giornali, della radio, del cinema e della TV.
«Ebbene figlio com’è mai a ritornare così avanti il detto tempo?» Ricezione, integrazione e riuso dei modelli di lingua letteraria, paraletteraria e dei media negli scritti di alcuni semicolti dal primo Novecento ai giorni nostri.
STRAFELLA, ANNA CHIARA
2022/2023
Abstract
Il presente contributo origina da quella prospettiva di ricerca per cui l’italiano popolare, lungi dall’essersi estinto insieme alla dialettofonia esclusiva dei parlanti, deve considerarsi un fenomeno pancronico e una varietà diastratica legata a determinate condizioni socio-economiche e ad una scolarizzazione insufficiente, condizione quest’ultima rilevabile ancora oggi tra quelle fasce della popolazione che, pur in possesso di un diploma di licenza, non raggiungono adeguate capacità di comprensione e scrittura. Si passa dunque ad esaminare alcune memorie scritte dai primi anni del Novecento ai giorni nostri da scriventi poco o scarsamente scolarizzati (semicolti, appunto) mettendo in evidenza come ad un possesso imperfetto delle varietà alte del repertorio corrisponda la tendenza al riuso creativo, ma poco rielaborato, di formule, stilemi, modalità espressive e narrative riprese da diversi modelli di norma linguistica, conosciuti attraverso i canali della diffusione popolare o appresi attraverso l’insegnamento scolastico o la frequentazione di comunità di pratica come la sezione di partito, il sindacato, il carcere, le comunità di recupero. Sarà quindi possibile riconoscere l’influenza dei classici mediati dalla narrazione di piazza, del melodramma, della paraletteratura e di generi di consumo come il giallo e il romanzo rosa, della lingua della burocrazia, dei giornali, della radio, del cinema e della TV.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/103833