Con il presente lavoro si è cercato di illustrare l’impiego dell’Eucalyptus globulus Labill., collocandolo sia dal punto di vista della botanica e della fitochimica sia da quello farmacologico. Vengono inoltre approfonditi gli aspetti sull’estrazione dell’olio essenziale dalle foglie, descrivendone i componenti chimici in esso contenuti. Il composto chimico presente in maggiore quantità è l’eucaliptolo, o 1,8-cineolo, dotato di proprietà: antiinfiammatorie, antiossidanti, broncodilatatorie, antivirali e antimicrobiche. Questa pianta può avere numerosi impieghi soprattutto in ambito farmaceutico a partire dall’utilizzo come broncodilatatore utilizzato nelle affezioni respiratorie fino al suo utilizzo in terapie di fondo in associazione con antinfiammatori (ad esempio glucocorticoidi come il budesonide) e β2 agonisti (come il formoterolo) con il dimostrato miglioramento del controllo dell’asma anche di tipo notturna. La pianta, inoltre, può anche essere semplicemente utilizzata a livello estetico per l’abbellimento di giardini botanici, come per esempio il caso di Eucalyptus deglupta Blume in cui la corteccia dai variopinti colori dona vivacità ed allegria. Tendenzialmente l’utilizzo di prodotti a base di eucalipto sono considerati sicuri se utilizzati correttamente rispettando le dosi massime giornaliere consigliate (225 mg/die). Bisogna sottolineare però le che diverse parti della pianta, ed in particolare le foglie, contengono derivati del floroglucinolo formilato, metaboliti prodotti dalla pianta in difesa dagli erbivori, che rendono le foglie di eucalipto tossiche per la maggior parte degli animali. Una tra le poche specie animali che riesce a nutrirsi delle foglie di questa pianta e che quindi ha una dieta definita “specializzata” è il koala (Phascolarctos cinereus G.). Questo animale utilizza solo una ventina delle specie di eucalipto fra le oltre 500 specie presenti in Australia e la sua componente genetica influisce sulla riuscita da parte di quest’animale nel processo digestivo delle foglie di eucalipto e, grazie alla sua peculiare componente microbica intestinale, riesce a metabolizzare le foglie di eucalipto facendo già una prima attenta valutazione e scegliendo le foglie con basso tenore di sostanze tossiche. Questo animale è un esempio di come la genetica delle piante e degli animali si sia evoluta di pari passo. Ad esempio: lo sviluppo di piante che producono metaboliti tossici per diminuire il numero di predatori (animali, insetti, etc.) e lo sviluppo di tecniche e metabolismi da parte degli animali per potergli permettere la sopravvivenza. In conclusione tutti questi adattamenti ci dimostrano come la coevoluzione di specie animali, vegetali, batteri, etc…dipenda dalla loro interazione reciproca. I processi evolutivi producono diversità biologica, biodiversità che include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Dobbiamo quindi ricordarci di sostenere la biodiversità in quanto il suo declino porterebbe a conseguenze per la società, l’economia ma anche la salute umana.

L'eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) e i suoi impieghi salutistici

ROSSO, FEDERICA
2021/2022

Abstract

Con il presente lavoro si è cercato di illustrare l’impiego dell’Eucalyptus globulus Labill., collocandolo sia dal punto di vista della botanica e della fitochimica sia da quello farmacologico. Vengono inoltre approfonditi gli aspetti sull’estrazione dell’olio essenziale dalle foglie, descrivendone i componenti chimici in esso contenuti. Il composto chimico presente in maggiore quantità è l’eucaliptolo, o 1,8-cineolo, dotato di proprietà: antiinfiammatorie, antiossidanti, broncodilatatorie, antivirali e antimicrobiche. Questa pianta può avere numerosi impieghi soprattutto in ambito farmaceutico a partire dall’utilizzo come broncodilatatore utilizzato nelle affezioni respiratorie fino al suo utilizzo in terapie di fondo in associazione con antinfiammatori (ad esempio glucocorticoidi come il budesonide) e β2 agonisti (come il formoterolo) con il dimostrato miglioramento del controllo dell’asma anche di tipo notturna. La pianta, inoltre, può anche essere semplicemente utilizzata a livello estetico per l’abbellimento di giardini botanici, come per esempio il caso di Eucalyptus deglupta Blume in cui la corteccia dai variopinti colori dona vivacità ed allegria. Tendenzialmente l’utilizzo di prodotti a base di eucalipto sono considerati sicuri se utilizzati correttamente rispettando le dosi massime giornaliere consigliate (225 mg/die). Bisogna sottolineare però le che diverse parti della pianta, ed in particolare le foglie, contengono derivati del floroglucinolo formilato, metaboliti prodotti dalla pianta in difesa dagli erbivori, che rendono le foglie di eucalipto tossiche per la maggior parte degli animali. Una tra le poche specie animali che riesce a nutrirsi delle foglie di questa pianta e che quindi ha una dieta definita “specializzata” è il koala (Phascolarctos cinereus G.). Questo animale utilizza solo una ventina delle specie di eucalipto fra le oltre 500 specie presenti in Australia e la sua componente genetica influisce sulla riuscita da parte di quest’animale nel processo digestivo delle foglie di eucalipto e, grazie alla sua peculiare componente microbica intestinale, riesce a metabolizzare le foglie di eucalipto facendo già una prima attenta valutazione e scegliendo le foglie con basso tenore di sostanze tossiche. Questo animale è un esempio di come la genetica delle piante e degli animali si sia evoluta di pari passo. Ad esempio: lo sviluppo di piante che producono metaboliti tossici per diminuire il numero di predatori (animali, insetti, etc.) e lo sviluppo di tecniche e metabolismi da parte degli animali per potergli permettere la sopravvivenza. In conclusione tutti questi adattamenti ci dimostrano come la coevoluzione di specie animali, vegetali, batteri, etc…dipenda dalla loro interazione reciproca. I processi evolutivi producono diversità biologica, biodiversità che include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Dobbiamo quindi ricordarci di sostenere la biodiversità in quanto il suo declino porterebbe a conseguenze per la società, l’economia ma anche la salute umana.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/103776