Il suolo è una risorsa dinamica non rinnovabile che offre importanti servizi ecosistemici; è una priorità la sua tutela contro diverse minacce come l’inquinamento, che può avere origini e cause differenti. Il terreno campione trattato per la tesi deriva da un suolo realmente in stato di bonifica. Il campione presenta due principali contaminazioni: idrocarburi pesanti (HC) con C >12 (contaminante di natura organica) e arsenico (contaminante di natura inorganica). Per ottenere il ripristino ambientale vengono applicate le tecnologie biopile e biosoilwashing, nell’ottica del biorisanamento. E’ stata verificata l’efficienza di un prodotto a base di acidi umici estratto dal compost, con ruolo di biosurfattante. Il prodotto nasce da un progetto di economia circolare denominato “Humic”, promosso dall’azienda Biosearch Ambiente che permette di dare nuova vita alla frazione organica dei rifiuti municipali, senza adoperare la leonardite. L’estratto di acidi umici è stato impiegato per implementare il trattamento del suolo in biopila e ha avuto un ruolo nell’ottimizzazione dei protocolli di biosoilwashing. Lo scopo della tesi è il raggiungimento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per i siti ad uso commerciale e industriale: gli idrocarburi devono quindi essere abbattuti fino 750 mg/Kg mentre l’arsenico scendere a 50 mg/Kg. Il suolo campione non trattato presentava una concentrazione iniziale di circa 5.000 mg/Kg di HC con C>12 e una concentrazione di circa 60 mg/Kg di arsenico. Sono stati allestiti dei test in microcosmo: 4 linee di biopile, che hanno permesso di testare l’estratto in diverse condizioni. Ciascuna linea di biopila, in triplicato, è stata allestita con 4 kg di suolo addizionato con un opportuno bulking agent, nutrienti, mantenute a una temperatura e umidità ottimali e trattate con l’estratto a concentrazioni differenti. Come linea negativa è stata allestita una biopila non trattata e come controllo positivo una biopila trattata con leonardite Ogni 14 giorni per due mesi sono stati effettuati dei campionamenti al fine di verificare l’andamento dell’abbattimento di idrocarburi. Parallelamente sono stati allestiti tre test di biosoilwashing in duplicato della durata di 7 giorni l’uno, che hanno impiegato gli acidi umici in differenti condizioni di lavaggio. Le principali variabili testate sono state: differenti tempi di lavaggio, rapporto acqua suolo da 10:1 fino a 2:1 e diverse concentrazioni di prodotto (da 2 mg/L a 10 mg/L). I risultati dei test hanno confermato il raggiungimento delle concentrazioni del D.Lgs. 152/06. I terreni in biopile trattate con acidi umici hanno raggiunto concentrazioni di HC con C>12 di circa 500 mg/Kg, a differenza delle biopile non trattate (linee di controllo negative) che non hanno raggiunto gli obiettivi. I risultati dei test di biosoilwashing hanno rivelato una minima riduzione delle concentrazioni di arsenico fino a 50 mg/Kg, ma sarebbero necessarie ulteriori indagini. Sono state inoltre condotte analisi di ecotossicità sui campioni post trattamento. In conclusione, gli acidi umici da compost sono una valida soluzione ai nutrienti e surfattanti di sintesi; in un prossimo futuro è previsto che possano essere prodotti ed impiegati in un unico impianto direttamente sul sito di bonifica.

Acidi umici da compost nel biorisanamento di suolo contaminato da idrocarburi pesanti e arsenico mediante biopile e soilwashing

CAMANDONA, SARA
2021/2022

Abstract

Il suolo è una risorsa dinamica non rinnovabile che offre importanti servizi ecosistemici; è una priorità la sua tutela contro diverse minacce come l’inquinamento, che può avere origini e cause differenti. Il terreno campione trattato per la tesi deriva da un suolo realmente in stato di bonifica. Il campione presenta due principali contaminazioni: idrocarburi pesanti (HC) con C >12 (contaminante di natura organica) e arsenico (contaminante di natura inorganica). Per ottenere il ripristino ambientale vengono applicate le tecnologie biopile e biosoilwashing, nell’ottica del biorisanamento. E’ stata verificata l’efficienza di un prodotto a base di acidi umici estratto dal compost, con ruolo di biosurfattante. Il prodotto nasce da un progetto di economia circolare denominato “Humic”, promosso dall’azienda Biosearch Ambiente che permette di dare nuova vita alla frazione organica dei rifiuti municipali, senza adoperare la leonardite. L’estratto di acidi umici è stato impiegato per implementare il trattamento del suolo in biopila e ha avuto un ruolo nell’ottimizzazione dei protocolli di biosoilwashing. Lo scopo della tesi è il raggiungimento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per i siti ad uso commerciale e industriale: gli idrocarburi devono quindi essere abbattuti fino 750 mg/Kg mentre l’arsenico scendere a 50 mg/Kg. Il suolo campione non trattato presentava una concentrazione iniziale di circa 5.000 mg/Kg di HC con C>12 e una concentrazione di circa 60 mg/Kg di arsenico. Sono stati allestiti dei test in microcosmo: 4 linee di biopile, che hanno permesso di testare l’estratto in diverse condizioni. Ciascuna linea di biopila, in triplicato, è stata allestita con 4 kg di suolo addizionato con un opportuno bulking agent, nutrienti, mantenute a una temperatura e umidità ottimali e trattate con l’estratto a concentrazioni differenti. Come linea negativa è stata allestita una biopila non trattata e come controllo positivo una biopila trattata con leonardite Ogni 14 giorni per due mesi sono stati effettuati dei campionamenti al fine di verificare l’andamento dell’abbattimento di idrocarburi. Parallelamente sono stati allestiti tre test di biosoilwashing in duplicato della durata di 7 giorni l’uno, che hanno impiegato gli acidi umici in differenti condizioni di lavaggio. Le principali variabili testate sono state: differenti tempi di lavaggio, rapporto acqua suolo da 10:1 fino a 2:1 e diverse concentrazioni di prodotto (da 2 mg/L a 10 mg/L). I risultati dei test hanno confermato il raggiungimento delle concentrazioni del D.Lgs. 152/06. I terreni in biopile trattate con acidi umici hanno raggiunto concentrazioni di HC con C>12 di circa 500 mg/Kg, a differenza delle biopile non trattate (linee di controllo negative) che non hanno raggiunto gli obiettivi. I risultati dei test di biosoilwashing hanno rivelato una minima riduzione delle concentrazioni di arsenico fino a 50 mg/Kg, ma sarebbero necessarie ulteriori indagini. Sono state inoltre condotte analisi di ecotossicità sui campioni post trattamento. In conclusione, gli acidi umici da compost sono una valida soluzione ai nutrienti e surfattanti di sintesi; in un prossimo futuro è previsto che possano essere prodotti ed impiegati in un unico impianto direttamente sul sito di bonifica.
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