Lo studio si concentra sulla propagazione di Cannabis sativa ad uso terapeutico. L'utilizzo della canapa è iniziato in Cina nel 4000 a.C., sviluppandosi successivamente nel resto dell'Asia, in Europa e in America. La pianta veniva sfruttata per scopi analgesici, anestetici, contro edemi e infiammazioni. Con il passare degli anni l'approccio a questa coltura cambia totalmente, in quanto utilizzata come sostanza stupefacente. Negli anni '70 si viene a creare un nuovo interesse ad uso terapeutico, che tutt'oggi viene sfruttato per varie patologie. Vengono riportate le caratteristiche botaniche e tassonomiche, evidenziando le tre principali sottospecie di canapa ad uso terapeutico, che presentano un differente contenuto di principi attivi, i cannabinoidi. Essi sono prodotti a livello dei tricomi, strutture ghiandolari presenti nella pianta per facilitare l'interazione con l'ambiente esterno. Viene spiegato il legame tra il fitocomplesso ed il sistema endocannabinoide dell' uomo, per sottolineare le reazioni a livello metabolico determinate dai principi attivi. Nel nostro organismo sono prodotti gli endocannabinodi, che a livello molecolare sono molto simili ai fitocannabinoidi della pianta. Per questo motivo, quest'ultimi riescono a legarsi in toto ai nostri siti recettori. Vengono inoltre riportati i metodi di propagazione per via sessuale e asessuale (in vivo e in vitro). La prima è utilizzata nella ricerca di nuovi ibridi, per ottenere nuovi individui che presentino caratteristiche utili sfruttabili dall'uomo. La propagazione per via asessuale viene perseguita per la produzione di cloni. La legislazione prevede che la produzione di canapa ad uso medico deve avvenire esclusivamente nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), da cui il materiale viene poi inviato alle farmacie. In Italia vengono prodotti esclusivamente due tipi di farmaci, FM1 e FM2; gli altri prodotti commercializzati nel nostro territorio derivano da produzione estera. Vengono riportate le differenti concentrazioni dei due principi attivi più importanti (THC e CBD) nei diversi farmaci, in quanto un differente rapporto di quest'ultimi permette di essere utilizzato in patologie diverse. I principi attivi della canapa sono validi nel dolore cronico, nella sindrome di Tourette, per stimolare l'appetito nei malati oncologici o di AIDS, nel morbo di Alzheimer e nei disturbi d'ansia. La produzione di preparati magistrali comporta una serie di passaggi, che consistono in un processo di combustione (decarbossilazione), affinchè gli acidi carbossilici siano convertiti in cannabinoidi. I preparati possono essere utilizzati per via dermica (creme, gel, resine), oculare (colliri) o orale (decotti, prodotti per inalazione, oli). In ultimo, vengono analizzati i consumi italiani ed esteri della canapa ad uso medicinale nel periodo 2014-2021. Si rende evidente che il maggiore consumo deriva ancora da prodotti di importazione, in quanto la legislazione italiana permette la produzione di questi derivati in quantità limitate che non soddisfano la richiesta del mercato, rendendo quindi fondamentale la commercializzazione di prodotti dall'estero.

Proliferazione di germogli, radicazione e sopravvivenza al trapianto di piantine di Cannabis sativa derivanti da coltura in vivo e in vitro.

DEL ZOTTO, LIDIA
2021/2022

Abstract

Lo studio si concentra sulla propagazione di Cannabis sativa ad uso terapeutico. L'utilizzo della canapa è iniziato in Cina nel 4000 a.C., sviluppandosi successivamente nel resto dell'Asia, in Europa e in America. La pianta veniva sfruttata per scopi analgesici, anestetici, contro edemi e infiammazioni. Con il passare degli anni l'approccio a questa coltura cambia totalmente, in quanto utilizzata come sostanza stupefacente. Negli anni '70 si viene a creare un nuovo interesse ad uso terapeutico, che tutt'oggi viene sfruttato per varie patologie. Vengono riportate le caratteristiche botaniche e tassonomiche, evidenziando le tre principali sottospecie di canapa ad uso terapeutico, che presentano un differente contenuto di principi attivi, i cannabinoidi. Essi sono prodotti a livello dei tricomi, strutture ghiandolari presenti nella pianta per facilitare l'interazione con l'ambiente esterno. Viene spiegato il legame tra il fitocomplesso ed il sistema endocannabinoide dell' uomo, per sottolineare le reazioni a livello metabolico determinate dai principi attivi. Nel nostro organismo sono prodotti gli endocannabinodi, che a livello molecolare sono molto simili ai fitocannabinoidi della pianta. Per questo motivo, quest'ultimi riescono a legarsi in toto ai nostri siti recettori. Vengono inoltre riportati i metodi di propagazione per via sessuale e asessuale (in vivo e in vitro). La prima è utilizzata nella ricerca di nuovi ibridi, per ottenere nuovi individui che presentino caratteristiche utili sfruttabili dall'uomo. La propagazione per via asessuale viene perseguita per la produzione di cloni. La legislazione prevede che la produzione di canapa ad uso medico deve avvenire esclusivamente nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), da cui il materiale viene poi inviato alle farmacie. In Italia vengono prodotti esclusivamente due tipi di farmaci, FM1 e FM2; gli altri prodotti commercializzati nel nostro territorio derivano da produzione estera. Vengono riportate le differenti concentrazioni dei due principi attivi più importanti (THC e CBD) nei diversi farmaci, in quanto un differente rapporto di quest'ultimi permette di essere utilizzato in patologie diverse. I principi attivi della canapa sono validi nel dolore cronico, nella sindrome di Tourette, per stimolare l'appetito nei malati oncologici o di AIDS, nel morbo di Alzheimer e nei disturbi d'ansia. La produzione di preparati magistrali comporta una serie di passaggi, che consistono in un processo di combustione (decarbossilazione), affinchè gli acidi carbossilici siano convertiti in cannabinoidi. I preparati possono essere utilizzati per via dermica (creme, gel, resine), oculare (colliri) o orale (decotti, prodotti per inalazione, oli). In ultimo, vengono analizzati i consumi italiani ed esteri della canapa ad uso medicinale nel periodo 2014-2021. Si rende evidente che il maggiore consumo deriva ancora da prodotti di importazione, in quanto la legislazione italiana permette la produzione di questi derivati in quantità limitate che non soddisfano la richiesta del mercato, rendendo quindi fondamentale la commercializzazione di prodotti dall'estero.
ITA
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