Il presente lavoro ha come oggetto lo studio della neve in tundra alpina, approfondendo caratteristiche chimiche e microplastiche contenute al suo interno. Lo studio è stato svolto nell’ambito del progetto NODES (MUR-M4C21.5PNRR, grant agreement no.ECS00000036), presso il sito di ricerca Istituto S. A. Mosso (Alagna Valsesia, 2901 m s.l.m.), facente parte della rete di monitoraggio LTER. Lo studio della chimica del manto nevoso ha un ruolo rilevante per valutare l’impatto dell’acqua di fusione e monitorare la qualità dell’aria. Nello specifico, la neve può immagazzinare specie solubili, particolato organico, metalli, oltre che materia carboniosa. Inoltre, con condizioni atmosferiche favorevoli, il manto nevoso può immagazzinare dust sahariano che causerebbe la formazione di strati di neve con caratteristiche specifiche, oltre a favorire l’incremento di alcuni parametri chimici. Oltre al chimismo della neve, si è indagato sul contenuto di microplastiche, poiché contaminanti ambientali che negli ultimi anni sono stati rilevati anche nelle aree di alta quota. La presente tesi ha due obiettivi principali: 1. analizzare differenze e similitudini tra i valori dei parametri chimici misurati nei campioni di neve dell’inverno 21-22, rispetto allo storico del periodo 14-21, così come rispetto ad altre aree remote nel mondo, per indagare sui principali processi che influenzano le caratteristiche chimiche del manto nevoso presso il sito LTER; 2. valutare la presenza di MP nel manto nevoso in un ambiente remoto di tundra alpina, per quantificare l’impatto del turismo invernale in termini di MP emesse. Inoltre, si sono confrontati i risultati delle campagne 21-22, con quelli dell’inverno 20-21, per valutare l’influenza del lockdown sulla quantità e qualità di MP nel sito di studio. Durante le attività di campo, condotte tra dicembre 21 e aprile 22, sono stati campionati gli strati superficiali del manto nevoso. Il primo campionamento svolto è stato per le MP, per ridurre il più possibile eventuali contaminazioni, seguito da quello chimico. Le attività di laboratorio sono state condotte in seguito nel laboratorio del DISAFA per le analisi chimiche e nel laboratorio del CNR-IRSA di Bari per la caratterizzazione delle MP. In particolare, le analisi chimiche hanno determinato pH, CE, N-NH4+, N-NO3-, DOC, TDN, DIN e DON, mentre quelle delle MP hanno misurato densità, morfologia, colore e dimensioni. Dalle analisi chimiche è emerso che i parametri misurati nell’inverno 21-22 si attestano nel range di dati disponibili per l’area di studio (14-22). Tuttavia, questi valori medi sono inferiori solo a quanto misurato nel corso della stagione precedente (20-21), caratterizzata da deposizioni di dust sahariano. Tali risultati sono da attribuire all’influenza del dust e del particolato proveniente dalla Pianura Padana. Per quanto riguarda le MP, le densità emerse sono in linea con altri studi svolti in aree di alta quota. Il presente lavoro ha confermato la loro presenza anche in una zona remota come il sito LTER Istituto Mosso, confermando che tali particelle si possano trovare in qualsiasi ecosistema. Diversamente da quanto ipotizzato, è emerso che anche per la stagione 21-22 la principale fonte di MP presso l’Istituto Mosso sia il trasporto atmosferico e non il turismo invernale. Infatti, confrontando i risultati della stagione 20-21, in regime di lockdown, con quelli della stagione 21-22, non sono emerse sostanziali differenze.
Proprietà chimiche e microplastiche nel manto nevoso in tundra alpina (sito LTER Istituto Mosso)
BOTALLA BATTISTINA, ELENA
2021/2022
Abstract
Il presente lavoro ha come oggetto lo studio della neve in tundra alpina, approfondendo caratteristiche chimiche e microplastiche contenute al suo interno. Lo studio è stato svolto nell’ambito del progetto NODES (MUR-M4C21.5PNRR, grant agreement no.ECS00000036), presso il sito di ricerca Istituto S. A. Mosso (Alagna Valsesia, 2901 m s.l.m.), facente parte della rete di monitoraggio LTER. Lo studio della chimica del manto nevoso ha un ruolo rilevante per valutare l’impatto dell’acqua di fusione e monitorare la qualità dell’aria. Nello specifico, la neve può immagazzinare specie solubili, particolato organico, metalli, oltre che materia carboniosa. Inoltre, con condizioni atmosferiche favorevoli, il manto nevoso può immagazzinare dust sahariano che causerebbe la formazione di strati di neve con caratteristiche specifiche, oltre a favorire l’incremento di alcuni parametri chimici. Oltre al chimismo della neve, si è indagato sul contenuto di microplastiche, poiché contaminanti ambientali che negli ultimi anni sono stati rilevati anche nelle aree di alta quota. La presente tesi ha due obiettivi principali: 1. analizzare differenze e similitudini tra i valori dei parametri chimici misurati nei campioni di neve dell’inverno 21-22, rispetto allo storico del periodo 14-21, così come rispetto ad altre aree remote nel mondo, per indagare sui principali processi che influenzano le caratteristiche chimiche del manto nevoso presso il sito LTER; 2. valutare la presenza di MP nel manto nevoso in un ambiente remoto di tundra alpina, per quantificare l’impatto del turismo invernale in termini di MP emesse. Inoltre, si sono confrontati i risultati delle campagne 21-22, con quelli dell’inverno 20-21, per valutare l’influenza del lockdown sulla quantità e qualità di MP nel sito di studio. Durante le attività di campo, condotte tra dicembre 21 e aprile 22, sono stati campionati gli strati superficiali del manto nevoso. Il primo campionamento svolto è stato per le MP, per ridurre il più possibile eventuali contaminazioni, seguito da quello chimico. Le attività di laboratorio sono state condotte in seguito nel laboratorio del DISAFA per le analisi chimiche e nel laboratorio del CNR-IRSA di Bari per la caratterizzazione delle MP. In particolare, le analisi chimiche hanno determinato pH, CE, N-NH4+, N-NO3-, DOC, TDN, DIN e DON, mentre quelle delle MP hanno misurato densità, morfologia, colore e dimensioni. Dalle analisi chimiche è emerso che i parametri misurati nell’inverno 21-22 si attestano nel range di dati disponibili per l’area di studio (14-22). Tuttavia, questi valori medi sono inferiori solo a quanto misurato nel corso della stagione precedente (20-21), caratterizzata da deposizioni di dust sahariano. Tali risultati sono da attribuire all’influenza del dust e del particolato proveniente dalla Pianura Padana. Per quanto riguarda le MP, le densità emerse sono in linea con altri studi svolti in aree di alta quota. Il presente lavoro ha confermato la loro presenza anche in una zona remota come il sito LTER Istituto Mosso, confermando che tali particelle si possano trovare in qualsiasi ecosistema. Diversamente da quanto ipotizzato, è emerso che anche per la stagione 21-22 la principale fonte di MP presso l’Istituto Mosso sia il trasporto atmosferico e non il turismo invernale. Infatti, confrontando i risultati della stagione 20-21, in regime di lockdown, con quelli della stagione 21-22, non sono emerse sostanziali differenze.File | Dimensione | Formato | |
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