This dissertation aims to expose these differences, to analyze and compare the possible changes that the two methods can bring to the concentrations of polyphenols in the leaves and bunches of young Nebbiolo plants grown in Grinzane Cavour (CN), with the aim of increasing knowledge on the endogenous responses that the plant implements in integrated and organic viticulture. This study tries to understand if there may be cultural conditions able to favor the accumulation of the substances identified among those which can act as possible indicators of the plant's reactivity to external stresses, above all in the case of biological management, which appears to have, from bibliographic sources, less impact on the vine and the environment. The researches available to compare these two types of management have essentially concentrated on the compositional differences of the grapes while in recent years it has emerged that it is also relevant to study the polyphenolic composition in the vegetative organs, since certain molecules or groups of molecules could induce a at least partial, internal and constitutive biochemical protection of the vine against various conditions of abiotic and biotic stress. We set ourselves the goal of studying whether biological conduction can be related to a different level of receptivity to environmental stimuli and consequently, to represent a situation in which the vine, expressing a greater response to stress, is able to modulate your ability to self-defense. Furthermore, the second objective was to verify and confirm the trend, accumulation and profile of the compounds analyzed in the leaves, in relation to the bibliographic availability. Two young Nebbiolo vineyards were examined, one 5 and the other 6 years old: the first was managed following the integrated protocol for plant protection, the second in an organic regime. Within each vineyard, three rows were randomly identified, organized in turn into blocks of 12 consecutive vines each, which went on to form a repetition of the field. Therefore, three repetitions were obtained in the biological thesis (new biological) and as many in the integrated one (new integrated). During the 2021 growing season, for each repetition, representative samples were taken at eight different time points, four leaf contact surveys, one for each month of experimentation, and from veraison onwards, samples of grapes. The samples taken made it possible to obtain from the grapes the data of technological maturity and concentration of anthocyanins, from the leaves (divided into leaf blades and veins) phenolic acids, flavan-3-ols and flavonols, while the measurements in the field made it possible to identify the differences in leaf wall characteristics, such as height, thickness, from which surface and leaf area were calculated, and finally density.
La presente dissertazione si propone di esporre tali differenze, di analizzare e di mettere a confronto le possibili modifiche che le due conduzioni possono apportare alle concentrazioni di polifenoli nelle foglie e nei grappoli di giovani piante di Nebbiolo coltivate a Grinzane Cavour (CN), con lo scopo di aumentare le conoscenze sulle risposte endogene che la pianta mette in atto nella viticoltura integrata e in quella biologica. Questo studio cerca di capire se ci possono essere delle condizioni colturali in grado di favorire l’accumulo delle sostanze individuate tra quelle che possono fungere da possibili indicatori della reattività della pianta agli stress esterni, soprattutto nel caso della conduzione biologica, che risulta avere, da fonti bibliografiche, meno impatto sulla vite e sull’ambiente. Le ricerche disponibili per confrontare questi due tipi di gestione si sono essenzialmente concentrate sulle differenze compositive delle uve mentre negli ultimi anni è emerso come sia rilevante anche studiare la composizione polifenolica negli organi vegetativi, dal momento che determinate molecole o gruppi di molecole potrebbero indurre una, almeno parziale, protezione biochimica interna e costitutiva della vite contro diverse condizioni di stress abiotico e biotico. Ci si è posti l’obiettivo di studiare se la conduzione biologica possa essere messa in relazione con un diverso livello di recettività agli stimoli ambientali e conseguentemente, rappresentare una situazione in cui la vite, esprimendo una maggior risposta agli stress, sia in grado di modulare la propria capacità di autodifesa. Inoltre, il secondo obiettivo è stato quello di verificare e confermare l’andamento, l’accumulo e il profilo dei composti analizzati nelle foglie, in relazione alle disponibilità bibliografiche. Sono stati presi in esame due vigneti di giovane età di Nebbiolo, uno di 5 e l’altro di 6 anni: il primo è stato gestito seguendo il protocollo integrato per la protezione delle piante, il secondo in regime biologico. All’interno di ciascun vigneto sono stati individuati tre filari in maniera randomizzata, organizzati a loro volta in blocchi di 12 ceppi consecutivi ciascuno, che sono andati a costituire una ripetizione di campo. Si sono ottenute quindi tre ripetizioni nella tesi biologica (biologico nuovo) e altrettante in quella integrata (integrato nuovo). Nel corso della stagione vegetativa 2021 sono stati effettuati, per ogni ripetizione, dei prelievi rappresentativi dei campioni in otto diversi punti temporali, quattro indagini di contatto fogliare, una per ogni mese di sperimentazione, e dall’invaiatura in poi sono stati prelevati i campioni di uve. I campioni prelevati hanno consentito di ricavare dagli acini i dati di maturità tecnologica e concentrazione di antociani, dalle foglie (divise in lamine fogliari e nervature) acidi fenolici, flavan-3-oli e flavonoli, mentre i rilievi in campo hanno permesso di individuare le differenze nelle caratteristiche della parete fogliare, quali altezza, spessore, da cui si sono calcolate superficie e area fogliare e, infine, densità.
Confronto tra giovani vigneti di Nebbiolo condotti in biologico e in integrato
PIRETTA, FEDERICO
2021/2022
Abstract
La presente dissertazione si propone di esporre tali differenze, di analizzare e di mettere a confronto le possibili modifiche che le due conduzioni possono apportare alle concentrazioni di polifenoli nelle foglie e nei grappoli di giovani piante di Nebbiolo coltivate a Grinzane Cavour (CN), con lo scopo di aumentare le conoscenze sulle risposte endogene che la pianta mette in atto nella viticoltura integrata e in quella biologica. Questo studio cerca di capire se ci possono essere delle condizioni colturali in grado di favorire l’accumulo delle sostanze individuate tra quelle che possono fungere da possibili indicatori della reattività della pianta agli stress esterni, soprattutto nel caso della conduzione biologica, che risulta avere, da fonti bibliografiche, meno impatto sulla vite e sull’ambiente. Le ricerche disponibili per confrontare questi due tipi di gestione si sono essenzialmente concentrate sulle differenze compositive delle uve mentre negli ultimi anni è emerso come sia rilevante anche studiare la composizione polifenolica negli organi vegetativi, dal momento che determinate molecole o gruppi di molecole potrebbero indurre una, almeno parziale, protezione biochimica interna e costitutiva della vite contro diverse condizioni di stress abiotico e biotico. Ci si è posti l’obiettivo di studiare se la conduzione biologica possa essere messa in relazione con un diverso livello di recettività agli stimoli ambientali e conseguentemente, rappresentare una situazione in cui la vite, esprimendo una maggior risposta agli stress, sia in grado di modulare la propria capacità di autodifesa. Inoltre, il secondo obiettivo è stato quello di verificare e confermare l’andamento, l’accumulo e il profilo dei composti analizzati nelle foglie, in relazione alle disponibilità bibliografiche. Sono stati presi in esame due vigneti di giovane età di Nebbiolo, uno di 5 e l’altro di 6 anni: il primo è stato gestito seguendo il protocollo integrato per la protezione delle piante, il secondo in regime biologico. All’interno di ciascun vigneto sono stati individuati tre filari in maniera randomizzata, organizzati a loro volta in blocchi di 12 ceppi consecutivi ciascuno, che sono andati a costituire una ripetizione di campo. Si sono ottenute quindi tre ripetizioni nella tesi biologica (biologico nuovo) e altrettante in quella integrata (integrato nuovo). Nel corso della stagione vegetativa 2021 sono stati effettuati, per ogni ripetizione, dei prelievi rappresentativi dei campioni in otto diversi punti temporali, quattro indagini di contatto fogliare, una per ogni mese di sperimentazione, e dall’invaiatura in poi sono stati prelevati i campioni di uve. I campioni prelevati hanno consentito di ricavare dagli acini i dati di maturità tecnologica e concentrazione di antociani, dalle foglie (divise in lamine fogliari e nervature) acidi fenolici, flavan-3-oli e flavonoli, mentre i rilievi in campo hanno permesso di individuare le differenze nelle caratteristiche della parete fogliare, quali altezza, spessore, da cui si sono calcolate superficie e area fogliare e, infine, densità.File | Dimensione | Formato | |
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