La presente relazione finale è una ricerca sui portainnesti, finalizzata a comprendere quali siano i migliori incroci/ibridi da utilizzare in questi anni di cambiamento climatico. Partendo dalla storia della viticoltura si ripercorrono le tappe relative all’arrivo della fillossera in Europa; successivamente si sono descritte le caratteristiche agronomiche delle specie di vite americane maggiormente utilizzate come portainnesto (Vitis riparia, Vitis berlandieri e Vitis rupestris), i principali ibridi da esse ottenuti ed infine i principali portainnesti per ogni tipologia di incrocio. Vengono riportati i dati meteorologici delle annate 2021 e 2022 per quanto riguarda l’Italia, il Piemonte e le relative province. In generale sono stati anni in cui il clima è risultato essere sempre più secco e siccitoso e con eventi atmosferici sempre più rari ma violenti. Successivamente ci si è focalizzati su come la vite risponde alle situazioni di bassa disponibilità di acqua nel suolo, attraverso la sintesi di acido abscissico (ABA) e delle acquaporine. In relazione a ciò, si sono confrontati i vari incroci con l'obiettivo di ricercare quello che induce maggiormente le caratteristiche di resistenza alla siccità nella marza innestata. Dall’analisi della letteratura scientifica è emerso che i portainnesti del gruppo V. rupestris x V. berlandieri, presentano alta capacità (in entrambi i parentali) di resistere a stress idrici elevati, un apparato radicale in grado di esplorare ampiamente il suolo ed a una conduttanza idraulica elevata, grazie alla maggiore espressione di acquaporine nelle radici, che permettono alla pianta di assorbire un maggior quantitativo di acqua nel tempo, ed alla minore formazione di emboli nei vasi xilematici. Dall’analisi della conduttanza stomatica della marza in situazioni di stress idrico moderato è emerso che il migliore portainnesto della serie V. rupestris x V. berlandieri è il 1103 Paulsen, rispetto al 140 Ruggeri e il 110 Richter, ma che, comunque, esiste un effetto del suolo sulla conduttanza stomatica: i suoli argillosi sono in grado di ridurre l’apertura stomatica ma aumentano la conduttanza in situazioni di stress idrico moderato, mentre quelli sabbiosi, al contrario, accentuano le differenze tra i portainnesti.

INTERAZIONI CULTIVAR-PORTAINNESTO: PROSPETTIVE FUTURE ALLA LUCE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

CARAPEZZA, MARCO
2021/2022

Abstract

La presente relazione finale è una ricerca sui portainnesti, finalizzata a comprendere quali siano i migliori incroci/ibridi da utilizzare in questi anni di cambiamento climatico. Partendo dalla storia della viticoltura si ripercorrono le tappe relative all’arrivo della fillossera in Europa; successivamente si sono descritte le caratteristiche agronomiche delle specie di vite americane maggiormente utilizzate come portainnesto (Vitis riparia, Vitis berlandieri e Vitis rupestris), i principali ibridi da esse ottenuti ed infine i principali portainnesti per ogni tipologia di incrocio. Vengono riportati i dati meteorologici delle annate 2021 e 2022 per quanto riguarda l’Italia, il Piemonte e le relative province. In generale sono stati anni in cui il clima è risultato essere sempre più secco e siccitoso e con eventi atmosferici sempre più rari ma violenti. Successivamente ci si è focalizzati su come la vite risponde alle situazioni di bassa disponibilità di acqua nel suolo, attraverso la sintesi di acido abscissico (ABA) e delle acquaporine. In relazione a ciò, si sono confrontati i vari incroci con l'obiettivo di ricercare quello che induce maggiormente le caratteristiche di resistenza alla siccità nella marza innestata. Dall’analisi della letteratura scientifica è emerso che i portainnesti del gruppo V. rupestris x V. berlandieri, presentano alta capacità (in entrambi i parentali) di resistere a stress idrici elevati, un apparato radicale in grado di esplorare ampiamente il suolo ed a una conduttanza idraulica elevata, grazie alla maggiore espressione di acquaporine nelle radici, che permettono alla pianta di assorbire un maggior quantitativo di acqua nel tempo, ed alla minore formazione di emboli nei vasi xilematici. Dall’analisi della conduttanza stomatica della marza in situazioni di stress idrico moderato è emerso che il migliore portainnesto della serie V. rupestris x V. berlandieri è il 1103 Paulsen, rispetto al 140 Ruggeri e il 110 Richter, ma che, comunque, esiste un effetto del suolo sulla conduttanza stomatica: i suoli argillosi sono in grado di ridurre l’apertura stomatica ma aumentano la conduttanza in situazioni di stress idrico moderato, mentre quelli sabbiosi, al contrario, accentuano le differenze tra i portainnesti.
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