The main topics of this thesis are the study, the experimentation and the conservative restauration carried out for the conservation of the multi-material mosaic Festa del Primo Maggio, realized in Italy by the Russian artist Valentin Nesterovic Chelombiev, in 1994. The artwork is made up of a plywood support whose adherence was improved through the application of a metal mesh on which the tessellar mantle was made, mostly using glass tiles embedded in cement mortar. The artwork takes part in the en plein air expositive context of “Artists for Peace”, promoted by the town of Torre Canavese (TO) and benefits of a privileged exposure on the facade of the Pinacoteca Comunale Raissa Gorbaciova. Through international research led in Russian, it was possible to outline the figure of the artist and to describe the technique of the Soviet enamels, which are distant from our customs and are not employed anymore. Furthermore, the study of the present-day Russian restauration acts realized on mosaics made of Soviet enamels made it possible to compare methodologies, approaches, similarities and differences when it comes to the attitude one has when there is a lack of some parts of the original materials. The autopsy examination of the artwork and the in-depth diagnostic examinations made it possible to find out what kind of constituent materials the work is made of. The scientific research, which was done simultaneously with the historical artistic one, contributed for the analysis of the conservation status and for the evaluation of the intervention methodology, along with the experimentation of various products in view of a re-exposure of the work en plein air. For the latter, an evaluation of the work outdoor comfort was carried out through a sun forecast software. In order to lay the foundations for a predictive approach, with the intention of foreseeing future degradation phenomena, a modus operandi based on the “minimum intervention”, on the preventive conservation and on the scheduled maintenance was decided. The study that led to the choice of the intervention materials used for the consolidation of the support, of the tessellar mantle and of each tile allows that each stage of the intervention can be reversible and that future scheduled conservative operations or restaurations carried out on several levels are independent amongst them. On one hand, regarding the conservative point of view of the artwork, the main operational criticalities had to do with the stabilization of the plywood support and of the many constitutive materials of the tessellar mantle. On the other hand, when it comes to its aesthetic point of view, the main criticality was the reintegration of it. As a matter of fact, the aesthetic reintegration represented an important moment of evaluation that, through a long critical analysis, led to the creation of an integrative methodology specifically made for this artwork whose aim was to favor the correct fruition and to develop its potentialities, making it possible to standardize the reading of the mantle and the reconstruction of a correct chromatic field. The brand-new reintegration adopted for this work, named “pseudo-consubstantial with hybrid tiles”, consists in the realization of tiles whose visible surface is made of vitreous enamel and the body of it is made of resin (UV fluorescent) created through a mold by retrieving the original print on the support while still legible and respecting the formal and dimensional values.

Oggetto del lavoro di tesi è stato lo studio, la sperimentazione e l’intervento di restauro effettuato per la conservazione del mosaico polimaterico contemporaneo Festa del Primo Maggio realizzato nel 1994 in Italia dall’artista russo Valentin Nesterovic Chelombiev. L’opera è costituita da un supporto ligneo ad aderenza migliorata grazie all’applicazione di una rete metallica sul quale è stato realizzato il manto tessellare, in tessere per lo più vitree allettate in malta di cemento. L’opera fa parte del contesto espositivo en plein air di Pittori per la Pace del Comune di Torre Canavese e gode di un’esposizione privilegiata sulla facciata della Pinacoteca Comunale Raissa Gorbaciova. Attraverso una ricerca internazionale in lingua russa è stato possibile delineare la figura dell’artista e descrivere la tecnica degli smalti sovietici, distante dalle nostre consuetudini e ad oggi caduta in disuso. Inoltre, lo studio degli interventi di restauro effettuati al giorno d’oggi in Russia sui mosaici realizzati in smalti sovietici, ha permesso di confrontare metodi, approcci, similitudini e differenze di atteggiamento di fronte alle mancanze di materiale originale. L’esame autoptico dell’opera e gli approfondimenti diagnostici hanno permesso una migliore conoscenza dei materiali costitutivi. La ricerca scientifica, svolta in parallelo a quella storico-artistica, è stata anche di supporto per l'analisi dello stato di conservazione e per la valutazione della metodologia d'intervento coadiuvata dalla sperimentazione di differenti prodotti in vista della riesposizione in ambiente esterno dell’opera. Per quest’ultimo scopo è stata anche realizzata una valutazione del comfort outdoor dell’opera grazie ad un software di previsione del soleggiamento. Cercando di porre le basi per un approccio predittivo in grado di consentire anticipazioni e previsioni di eventuali futuri fenomeni di degrado si è adottata una filosofia basata sul minimo intervento, sulla conservazione preventiva e sulla manutenzione programmata. La ricerca che ha condotto alla scelta dei materiali d’intervento per il consolidamento del supporto, del manto tessellare e delle singole tessere permette che ogni fase dell’intervento possa essere reversibile e che le future operazioni di conservazione programmata o restauro effettuabili a più livelli siano indipendenti tra loro. Le principali criticità operative hanno riguardato dal punto di vista conservativo, il consolidamento del supporto ligneo e dei diversi materiali costitutivi del manto tessellare, mentre, dal punto di vista estetico, la sua reintegrazione. La restituzione estetica, infatti, ha rappresentato un importante momento di valutazione che, attraverso una lunga riflessione critica ha portato alla nascita di una metodologia integrativa creata appositamente per l’opera che ne favorisse la corretta fruizione e ne sviluppasse le potenzialità, permettendo di uniformare la lettura del manto e la ricostituzione di una corretta campitura cromatica. La peculiare reintegrazione adoperata per quest’opera, definita “pseudo-consustanziale con tessere ibride” è consistita nella realizzazione di tessere dalla superficie a vista in smalto vitreo e dal corpo in resina (fluorescente ai raggi UV), create a stampo recuperandone quando ancora leggibile l’impronta originale sul supporto e rispettandone i valori formali e dimensionali.

Reintegrazione estetica pseudo-consustanziale con tessere ibride e approccio predittivo per il restauro di un mosaico polimaterico contemporaneo esposto all’aperto proveniente dalla collezione russa di Torre Canavese

SINISI, PIERFRANCESCO
2021/2022

Abstract

Oggetto del lavoro di tesi è stato lo studio, la sperimentazione e l’intervento di restauro effettuato per la conservazione del mosaico polimaterico contemporaneo Festa del Primo Maggio realizzato nel 1994 in Italia dall’artista russo Valentin Nesterovic Chelombiev. L’opera è costituita da un supporto ligneo ad aderenza migliorata grazie all’applicazione di una rete metallica sul quale è stato realizzato il manto tessellare, in tessere per lo più vitree allettate in malta di cemento. L’opera fa parte del contesto espositivo en plein air di Pittori per la Pace del Comune di Torre Canavese e gode di un’esposizione privilegiata sulla facciata della Pinacoteca Comunale Raissa Gorbaciova. Attraverso una ricerca internazionale in lingua russa è stato possibile delineare la figura dell’artista e descrivere la tecnica degli smalti sovietici, distante dalle nostre consuetudini e ad oggi caduta in disuso. Inoltre, lo studio degli interventi di restauro effettuati al giorno d’oggi in Russia sui mosaici realizzati in smalti sovietici, ha permesso di confrontare metodi, approcci, similitudini e differenze di atteggiamento di fronte alle mancanze di materiale originale. L’esame autoptico dell’opera e gli approfondimenti diagnostici hanno permesso una migliore conoscenza dei materiali costitutivi. La ricerca scientifica, svolta in parallelo a quella storico-artistica, è stata anche di supporto per l'analisi dello stato di conservazione e per la valutazione della metodologia d'intervento coadiuvata dalla sperimentazione di differenti prodotti in vista della riesposizione in ambiente esterno dell’opera. Per quest’ultimo scopo è stata anche realizzata una valutazione del comfort outdoor dell’opera grazie ad un software di previsione del soleggiamento. Cercando di porre le basi per un approccio predittivo in grado di consentire anticipazioni e previsioni di eventuali futuri fenomeni di degrado si è adottata una filosofia basata sul minimo intervento, sulla conservazione preventiva e sulla manutenzione programmata. La ricerca che ha condotto alla scelta dei materiali d’intervento per il consolidamento del supporto, del manto tessellare e delle singole tessere permette che ogni fase dell’intervento possa essere reversibile e che le future operazioni di conservazione programmata o restauro effettuabili a più livelli siano indipendenti tra loro. Le principali criticità operative hanno riguardato dal punto di vista conservativo, il consolidamento del supporto ligneo e dei diversi materiali costitutivi del manto tessellare, mentre, dal punto di vista estetico, la sua reintegrazione. La restituzione estetica, infatti, ha rappresentato un importante momento di valutazione che, attraverso una lunga riflessione critica ha portato alla nascita di una metodologia integrativa creata appositamente per l’opera che ne favorisse la corretta fruizione e ne sviluppasse le potenzialità, permettendo di uniformare la lettura del manto e la ricostituzione di una corretta campitura cromatica. La peculiare reintegrazione adoperata per quest’opera, definita “pseudo-consustanziale con tessere ibride” è consistita nella realizzazione di tessere dalla superficie a vista in smalto vitreo e dal corpo in resina (fluorescente ai raggi UV), create a stampo recuperandone quando ancora leggibile l’impronta originale sul supporto e rispettandone i valori formali e dimensionali.
ITA
The main topics of this thesis are the study, the experimentation and the conservative restauration carried out for the conservation of the multi-material mosaic Festa del Primo Maggio, realized in Italy by the Russian artist Valentin Nesterovic Chelombiev, in 1994. The artwork is made up of a plywood support whose adherence was improved through the application of a metal mesh on which the tessellar mantle was made, mostly using glass tiles embedded in cement mortar. The artwork takes part in the en plein air expositive context of “Artists for Peace”, promoted by the town of Torre Canavese (TO) and benefits of a privileged exposure on the facade of the Pinacoteca Comunale Raissa Gorbaciova. Through international research led in Russian, it was possible to outline the figure of the artist and to describe the technique of the Soviet enamels, which are distant from our customs and are not employed anymore. Furthermore, the study of the present-day Russian restauration acts realized on mosaics made of Soviet enamels made it possible to compare methodologies, approaches, similarities and differences when it comes to the attitude one has when there is a lack of some parts of the original materials. The autopsy examination of the artwork and the in-depth diagnostic examinations made it possible to find out what kind of constituent materials the work is made of. The scientific research, which was done simultaneously with the historical artistic one, contributed for the analysis of the conservation status and for the evaluation of the intervention methodology, along with the experimentation of various products in view of a re-exposure of the work en plein air. For the latter, an evaluation of the work outdoor comfort was carried out through a sun forecast software. In order to lay the foundations for a predictive approach, with the intention of foreseeing future degradation phenomena, a modus operandi based on the “minimum intervention”, on the preventive conservation and on the scheduled maintenance was decided. The study that led to the choice of the intervention materials used for the consolidation of the support, of the tessellar mantle and of each tile allows that each stage of the intervention can be reversible and that future scheduled conservative operations or restaurations carried out on several levels are independent amongst them. On one hand, regarding the conservative point of view of the artwork, the main operational criticalities had to do with the stabilization of the plywood support and of the many constitutive materials of the tessellar mantle. On the other hand, when it comes to its aesthetic point of view, the main criticality was the reintegration of it. As a matter of fact, the aesthetic reintegration represented an important moment of evaluation that, through a long critical analysis, led to the creation of an integrative methodology specifically made for this artwork whose aim was to favor the correct fruition and to develop its potentialities, making it possible to standardize the reading of the mantle and the reconstruction of a correct chromatic field. The brand-new reintegration adopted for this work, named “pseudo-consubstantial with hybrid tiles”, consists in the realization of tiles whose visible surface is made of vitreous enamel and the body of it is made of resin (UV fluorescent) created through a mold by retrieving the original print on the support while still legible and respecting the formal and dimensional values.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/103481