Il governo fascista mirava alla creazione e all’affermazione di una moda nazionale capace di competere con il grande colosso che rappresentava Parigi. Il Regime fu in grado di promuovere la moda italiana, distinguendola da quella francese, e allo stesso tempo sviluppare e dare impulso al settore industriale migliorando la bilancia commerciale dell’Italia. Attraverso l’Ente nazionale della moda, al susseguirsi delle imposizioni dettate dal Regime che stravolsero la moda determinando una mascolinizzazione degli abiti e, infine, grazie a stilisti italiani come Salvatore Ferragamo, Walter Albini, Pitti e le sorelle Fontana venne finalmente ad affermarsi una moda italiana. Da allora il Made in Italy divenne sinonimo di riconoscibilità, qualità e lusso.
LA MASCOLINIZZAZIONE DELL'ABITO FEMMINILE E L'AFFERMAZIONE DEL MADE IN ITALY
GRASSI ODETTI, CHIARA
2022/2023
Abstract
Il governo fascista mirava alla creazione e all’affermazione di una moda nazionale capace di competere con il grande colosso che rappresentava Parigi. Il Regime fu in grado di promuovere la moda italiana, distinguendola da quella francese, e allo stesso tempo sviluppare e dare impulso al settore industriale migliorando la bilancia commerciale dell’Italia. Attraverso l’Ente nazionale della moda, al susseguirsi delle imposizioni dettate dal Regime che stravolsero la moda determinando una mascolinizzazione degli abiti e, infine, grazie a stilisti italiani come Salvatore Ferragamo, Walter Albini, Pitti e le sorelle Fontana venne finalmente ad affermarsi una moda italiana. Da allora il Made in Italy divenne sinonimo di riconoscibilità, qualità e lusso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/103238