“Cos'è il tempo? Come lo percepiamo?”. Queste sono le due domande alla base dell'elaborato. Il tempo è un concetto di difficile comprensione, esso è qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra consapevolezza e dalla nostra volontà. Cerchiamo di misurarlo attraverso l'uso di strumenti, l'orologio ad esempio, ma in realtà non lo stiamo davvero definendo nella sua natura unicamente temporale, lo trasformiamo in un concetto spaziale. Proprio di questo tratta l'elaborato, il tempo, nella nostra comprensione, è strettamente correlato alla dimensione spaziale. La Theory of Magnitude di Walsh cerca di spiegare proprio questo, il nostro cervello elabora tempo, spazio e quantità come se fossero un'unica metrica. Quello che accade, dunque, è che associamo “più grande” a “più duraturo” come se le due dimensioni fossero un'unica metrica, posizioniamo le nostre quantità su un'unica linea crescente, a sinistra ciò che è piccolo, basso, passato, a destra invece il grande, alto, futuro. In questo modo ordiniamo gli eventi sulla linea mentale del tempo. Ma questo non basta a creare un'idea di tempo ordinato e coeso nella nostra mente. La ragione per cui sentiamo la necessità di definire il tempo è che esso ci serve, ci serve per compiere delle azioni e tali azioni hanno bisogno di due informazioni: cosa e quando. In questo modo la linea mentale del tempo è costruita dal nostro cervello usando un'azione: il mental time travel. La linea mentale del tempo è costruita a partire da azioni che compiamo quotidianamente: il recupero delle informazioni dalla memoria, la previsione degli eventi e la proiezione della nostra coscienza in tali momenti passati e futuri. Il fatto che il nostro cervello elabori tempo e spazio come fossero un'unica dimensione è osservabile anche a livello cerebrale. Con l'uso di tecniche di neuroimaging e con lo studio di pazienti affetti da Eminegligenza Spaziale Unilaterale Destra è possibile osservare che le stesse aree cerebrali che si occupano della percezione dello spazio, si occupano anche della percezione del tempo. Si osserva così una rete neurale composta principalmente dalle cortecce parietali, frontali, temporali, motorie e dal lobo dell'insula che lavorano congiuntamente allo scopo di elaborare le informazioni relative a spazio e tempo così da poterle utilizzare per compiere ogni azione. In conclusione, il tempo rimane un concetto difficile da comprendere, è però possibile osservarlo e spiegarlo a livello spaziale.
La Percezione del Tempo
ROMANO CAPPI, GIULIA
2019/2020
Abstract
“Cos'è il tempo? Come lo percepiamo?”. Queste sono le due domande alla base dell'elaborato. Il tempo è un concetto di difficile comprensione, esso è qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra consapevolezza e dalla nostra volontà. Cerchiamo di misurarlo attraverso l'uso di strumenti, l'orologio ad esempio, ma in realtà non lo stiamo davvero definendo nella sua natura unicamente temporale, lo trasformiamo in un concetto spaziale. Proprio di questo tratta l'elaborato, il tempo, nella nostra comprensione, è strettamente correlato alla dimensione spaziale. La Theory of Magnitude di Walsh cerca di spiegare proprio questo, il nostro cervello elabora tempo, spazio e quantità come se fossero un'unica metrica. Quello che accade, dunque, è che associamo “più grande” a “più duraturo” come se le due dimensioni fossero un'unica metrica, posizioniamo le nostre quantità su un'unica linea crescente, a sinistra ciò che è piccolo, basso, passato, a destra invece il grande, alto, futuro. In questo modo ordiniamo gli eventi sulla linea mentale del tempo. Ma questo non basta a creare un'idea di tempo ordinato e coeso nella nostra mente. La ragione per cui sentiamo la necessità di definire il tempo è che esso ci serve, ci serve per compiere delle azioni e tali azioni hanno bisogno di due informazioni: cosa e quando. In questo modo la linea mentale del tempo è costruita dal nostro cervello usando un'azione: il mental time travel. La linea mentale del tempo è costruita a partire da azioni che compiamo quotidianamente: il recupero delle informazioni dalla memoria, la previsione degli eventi e la proiezione della nostra coscienza in tali momenti passati e futuri. Il fatto che il nostro cervello elabori tempo e spazio come fossero un'unica dimensione è osservabile anche a livello cerebrale. Con l'uso di tecniche di neuroimaging e con lo studio di pazienti affetti da Eminegligenza Spaziale Unilaterale Destra è possibile osservare che le stesse aree cerebrali che si occupano della percezione dello spazio, si occupano anche della percezione del tempo. Si osserva così una rete neurale composta principalmente dalle cortecce parietali, frontali, temporali, motorie e dal lobo dell'insula che lavorano congiuntamente allo scopo di elaborare le informazioni relative a spazio e tempo così da poterle utilizzare per compiere ogni azione. In conclusione, il tempo rimane un concetto difficile da comprendere, è però possibile osservarlo e spiegarlo a livello spaziale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/103204