L'apprendimento sociale è quel fenomeno per cui un individuo ha la possibilità di acquisire informazioni, riguardanti il contesto sociale o l'ambiente, a partire dall'osservazione di azioni effettuate da un modello. Questa capacità può essere molto utile soprattutto quando l'utilizzo di altre forme di apprendimento risultano essere svantaggiose. Nel cane la presenza dell'apprendimento sociale, e più nello specifico di comportamenti imitativi è stata ampiamente dimostrata. L'imitazione, in questa specie, sembra verificarsi sia con modelli conspecifici che con dimostratori umani, e si sviluppa abbastanza precocemente durante l'ontogenesi. Ad ogni modo la maggior parte degli studi condotti, che forniscono evidenze circa la presenza di questa abilità, prevedevano l'utilizzo di una ricompensa in cibo, di conseguenza era probabile che i comportamenti osservati fossero mediati dal raggiungimento di uno scopo ben preciso. L'obiettivo di questo studio è quello di valutare se nelle specie Canis familiaris, Felis catus e Canis lupus sia presente una tendenza spontanea ad apprendere socialmente e a uniformare le azioni con quelle del dimostratore in assenza di uno scopo preciso, come una ricompensa in cibo. I soggetti testati hanno tutti un'età compresa tra le 9 e le 16 settimane; inoltre, sono tutti animali da compagnia, e nel caso dei lupi questi sono stati allevati a mano. Numerosi studi sottolineano l'importanza degli indizi comunicativi, come i segnali ostensivi, in situazioni in cui i cani devono apprendere ad eseguire un'azione partendo dall'osservazione di un modello umano. Per tale ragione un altro aspetto che si è voluto verificare è se i segnali ostensivi forniti dal dimostratore umano, anche in questo caso, facilitino o meno il verificarsi di un comportamento imitativo. Dall'analisi condotta su questa prima parte dello studio emerge una probabile tendenza all'imitazione, nei cani, anche in assenza di una specifica motivazione che giustifichi il verificarsi di tale comportamento. Inoltre, anche gli indizi comunicativi forniti dal modello umano in questo contesto sembrano giocare un ruolo chiave sul meccanismo imitativo. Nel presente lavoro si è voluta includere anche il lupo, che essendo l'antenato più prossimo del cane potrebbe fornire delle indicazioni riguardanti come la capacità di apprendere socialmente si sia sviluppata, e successivamente modificata durante l'evoluzione. Nonostante nel gruppo di lupi siano emerse delle indicazioni, che fanno supporre l'esistenza di una differenza con i cani, il campione su cui queste indagini si basano è troppo ristretto e tra i soggetti testati esiste un elevato grado di parentela, quindi per il momento i risultati ottenuti non si possono ritenere significativi. Infine, per i gatti sembrano non esserci i presupposti affinché un comportamento imitativo abbia luogo, per lo meno in un contesto di inter-specificità. Ad ogni modo si potranno formulare delle conclusioni a riguardo solo in seguito all'analisi finale, che valuterà anche alcuni fattori esterni, come l'area del test e lo sperimentatore che non essendo familiari ai soggetti potrebbero in qualche modo influenzare il loro comportamento.
Studio preliminare della tendenza spontanea all'apprendimento sociale nel cucciolo: un'analisi comparata tra le specie Canis familiaris e Felis catus.
CORONAS, ROBERTA
2018/2019
Abstract
L'apprendimento sociale è quel fenomeno per cui un individuo ha la possibilità di acquisire informazioni, riguardanti il contesto sociale o l'ambiente, a partire dall'osservazione di azioni effettuate da un modello. Questa capacità può essere molto utile soprattutto quando l'utilizzo di altre forme di apprendimento risultano essere svantaggiose. Nel cane la presenza dell'apprendimento sociale, e più nello specifico di comportamenti imitativi è stata ampiamente dimostrata. L'imitazione, in questa specie, sembra verificarsi sia con modelli conspecifici che con dimostratori umani, e si sviluppa abbastanza precocemente durante l'ontogenesi. Ad ogni modo la maggior parte degli studi condotti, che forniscono evidenze circa la presenza di questa abilità, prevedevano l'utilizzo di una ricompensa in cibo, di conseguenza era probabile che i comportamenti osservati fossero mediati dal raggiungimento di uno scopo ben preciso. L'obiettivo di questo studio è quello di valutare se nelle specie Canis familiaris, Felis catus e Canis lupus sia presente una tendenza spontanea ad apprendere socialmente e a uniformare le azioni con quelle del dimostratore in assenza di uno scopo preciso, come una ricompensa in cibo. I soggetti testati hanno tutti un'età compresa tra le 9 e le 16 settimane; inoltre, sono tutti animali da compagnia, e nel caso dei lupi questi sono stati allevati a mano. Numerosi studi sottolineano l'importanza degli indizi comunicativi, come i segnali ostensivi, in situazioni in cui i cani devono apprendere ad eseguire un'azione partendo dall'osservazione di un modello umano. Per tale ragione un altro aspetto che si è voluto verificare è se i segnali ostensivi forniti dal dimostratore umano, anche in questo caso, facilitino o meno il verificarsi di un comportamento imitativo. Dall'analisi condotta su questa prima parte dello studio emerge una probabile tendenza all'imitazione, nei cani, anche in assenza di una specifica motivazione che giustifichi il verificarsi di tale comportamento. Inoltre, anche gli indizi comunicativi forniti dal modello umano in questo contesto sembrano giocare un ruolo chiave sul meccanismo imitativo. Nel presente lavoro si è voluta includere anche il lupo, che essendo l'antenato più prossimo del cane potrebbe fornire delle indicazioni riguardanti come la capacità di apprendere socialmente si sia sviluppata, e successivamente modificata durante l'evoluzione. Nonostante nel gruppo di lupi siano emerse delle indicazioni, che fanno supporre l'esistenza di una differenza con i cani, il campione su cui queste indagini si basano è troppo ristretto e tra i soggetti testati esiste un elevato grado di parentela, quindi per il momento i risultati ottenuti non si possono ritenere significativi. Infine, per i gatti sembrano non esserci i presupposti affinché un comportamento imitativo abbia luogo, per lo meno in un contesto di inter-specificità. Ad ogni modo si potranno formulare delle conclusioni a riguardo solo in seguito all'analisi finale, che valuterà anche alcuni fattori esterni, come l'area del test e lo sperimentatore che non essendo familiari ai soggetti potrebbero in qualche modo influenzare il loro comportamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/103152