In questo lavoro sono state confrontate le abilità di discriminare quantità numeriche e continue in Poecilia reticulata, un piccolo teleosteo tropicale, per verificare se l'accuratezza nei due compiti fosse la stessa o meno, suggerendo così l'esistenza di un unico meccanismo cognitivo quantitativo o di distinti meccanismi. A tal fine è stato utilizzato un disegno sperimentale entro i soggetti per confrontare le abilità di ogni soggetto nei due compiti ed effettuare un'analisi intra-individuale. Il compito numerico consisteva nella discriminazione tra due stimoli bidimensionali costituiti da un diverso numero di quadrati rappresentati su due tessere, la cui numerosità variava di un rapporto di 0.50 nella fase di addestramento (5 vs 10), e 0.67 (8 vs 12) e 0.75 (9 vs 12) nella fase di test. Il compito di discriminazione di quantità continue consisteva nella discriminazione tra due stimoli costituiti da due linee (lunghezza compresa tra 1.8-0.45 cm) rappresentate su due tessere, la cui lunghezza variava l'una rispetto all'altra di un rapporto di 0.50 nella fase di addestramento, e 0.67 e 0.75 in quella di test. Tutti i soggetti (N = 28) hanno svolto il compito di discriminazione numerica e continua. Metà dei soggetti è stato inizialmente addestrato e sottoposto a test nel compito numerico e successivamente in quello lineare; l'altra metà ha seguito l'ordine opposto, ovvero prima il compito lineare e poi quello numerico. Inoltre, metà dei soggetti è stata addestrata a scegliere sempre la quantità maggiore di quadrati/la linea più lunga, l'altra metà quella minore. Durante l'addestramento, veniva fornito un rinforzo alimentare quando il soggetto si avvicinava allo stimolo corretto. Dai dati di addestramento è risultato significativo l'ordine di svolgimento dei compiti: quello svolto per primo ha richiesto più prove per superare il criterio di apprendimento (18 prove corrette su 24 in due giorni consecutivi) rispetto a quello svolto per secondo, indipendentemente dal tipo di compito. Dai risultati della fase test è emerso che non vi era differenza significativa nella prestazione tra i soggetti addestrati sulla quantità maggiore e quelli addestrati sulla quantità minore. Non vi era differenza significativa di prestazione tra chi aveva cominciato dal compito numerico e chi aveva cominciato da quello lineare. È risultata significativa la prestazione per entrambi i compiti in tutti i tre rapporti, con un maggiore successo al decrescere del rapporto, in accordo con legge di Weber. Tuttavia, dai risultati è emerso non esserci alcuna correlazione tra i due compiti, poiché i soggetti che avevano svolto una prestazione significativa in un compito non erano gli stessi ad avere svolto una prestazione significativa nell'altro, suggerendo quindi l'esistenza di due meccanismi quantitativi distinti.
Le abilità discriminative nel teleosteo Poecilia reticulata: quantità numeriche versus quantità continue
PASQUET, MARTINA
2018/2019
Abstract
In questo lavoro sono state confrontate le abilità di discriminare quantità numeriche e continue in Poecilia reticulata, un piccolo teleosteo tropicale, per verificare se l'accuratezza nei due compiti fosse la stessa o meno, suggerendo così l'esistenza di un unico meccanismo cognitivo quantitativo o di distinti meccanismi. A tal fine è stato utilizzato un disegno sperimentale entro i soggetti per confrontare le abilità di ogni soggetto nei due compiti ed effettuare un'analisi intra-individuale. Il compito numerico consisteva nella discriminazione tra due stimoli bidimensionali costituiti da un diverso numero di quadrati rappresentati su due tessere, la cui numerosità variava di un rapporto di 0.50 nella fase di addestramento (5 vs 10), e 0.67 (8 vs 12) e 0.75 (9 vs 12) nella fase di test. Il compito di discriminazione di quantità continue consisteva nella discriminazione tra due stimoli costituiti da due linee (lunghezza compresa tra 1.8-0.45 cm) rappresentate su due tessere, la cui lunghezza variava l'una rispetto all'altra di un rapporto di 0.50 nella fase di addestramento, e 0.67 e 0.75 in quella di test. Tutti i soggetti (N = 28) hanno svolto il compito di discriminazione numerica e continua. Metà dei soggetti è stato inizialmente addestrato e sottoposto a test nel compito numerico e successivamente in quello lineare; l'altra metà ha seguito l'ordine opposto, ovvero prima il compito lineare e poi quello numerico. Inoltre, metà dei soggetti è stata addestrata a scegliere sempre la quantità maggiore di quadrati/la linea più lunga, l'altra metà quella minore. Durante l'addestramento, veniva fornito un rinforzo alimentare quando il soggetto si avvicinava allo stimolo corretto. Dai dati di addestramento è risultato significativo l'ordine di svolgimento dei compiti: quello svolto per primo ha richiesto più prove per superare il criterio di apprendimento (18 prove corrette su 24 in due giorni consecutivi) rispetto a quello svolto per secondo, indipendentemente dal tipo di compito. Dai risultati della fase test è emerso che non vi era differenza significativa nella prestazione tra i soggetti addestrati sulla quantità maggiore e quelli addestrati sulla quantità minore. Non vi era differenza significativa di prestazione tra chi aveva cominciato dal compito numerico e chi aveva cominciato da quello lineare. È risultata significativa la prestazione per entrambi i compiti in tutti i tre rapporti, con un maggiore successo al decrescere del rapporto, in accordo con legge di Weber. Tuttavia, dai risultati è emerso non esserci alcuna correlazione tra i due compiti, poiché i soggetti che avevano svolto una prestazione significativa in un compito non erano gli stessi ad avere svolto una prestazione significativa nell'altro, suggerendo quindi l'esistenza di due meccanismi quantitativi distinti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
801185_tesimartinapasquet.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.2 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.2 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/103140