Pain is a relevant aspect in the course of the disease of a patient with tumor pathology. In Italy, the 2010 legislative intervention put order in the spread of care and assistance networks and guaranteed access to pharmacological treatment for oncological pain therapy even with opiates. Before methods for measuring pain and the necessary knowledge of associated disorders were developed, long-term studies and research were essential. Given the complex nature of cancer pain, it was essential to identify a therapeutic approach aimed at combining therapy based on analgesic drugs alone, the combination of neuro-psycho-pharmacological therapy. The benefits of using neuropsychodrugs can be described by their ability to facilitate the management of patients generally difficult to treat during therapy, for which the symptoms related to the presence of anxiety and depression are evident, especially in the case of therapies associated with chronic pain. Among the neuropsychopedic antipsychotics should be administered in subjects, which in addition to the algic-like disorders, present a psychotic manifestation associated with them. The use of neuroleptics is problematic due to possible side effects, although a major breakthrough could be the introduction of state-of-the-art antipsychotic drugs. In the field of palliative care, to treat symptoms refractory to other treatments and ensure the best possible quality of life for the patient, cannabinoid receptors, CB1 and CB2, are important in modulating and improving some symptoms due to cancer, such as the appetite, nausea or vomiting induced by chemotherapy, but also for all those disorders related to the sphere of mood, sleep as well as for the pain itself. Cancer, in the course of the last decades, has gone from being considered a disease with drastically fatal prognosis, to that of a condition which now in large percentage, thanks to the exponential developments in the medical, preventive and technological, It can turn into what we call a chronic disease. This change has therefore raised awareness of pharmacotherapeutic pathways that could protect the quality of life of the cancer patient and his right to dignity. In addition, choosing the right therapeutic path in these health conditions is important for the impact that the disease has not only on the personal sphere but also on the one related to the affects of the patient’s daily life. Considering therefore the cancer patient at the heart of the therapeutic path, it can be said that in cases involving patients whose treatment with traditional analgesics has not brought about the hoped for improvements, antidepressants and anti-epileptic drugs may be indicated as the reference adjuvants for ongoing pain therapy, while the benefits of cannabinoid administration encourage further studies to be conducted in order to obtain more detailed assessments both of efficacy and of effects that may represent adverse conditions for patients' health in treatment. It is essential that the lack of homogeneity in the guidelines and conflicting opinions regarding the use of these drugs for therapeutic purposes are reassessed in order to draw up a synergistic document on cannabis-based medicines valid for all countries.
Il dolore è un aspetto rilevante nel corso della malattia di un paziente con patologia tumorale. In Italia l’intervento legislativo del 2010 ha messo ordine alla diffusione delle Reti di cure e assistenza e garantito l’accesso alle cure farmacologiche della terapia del dolore oncologico anche con oppiacei. Prima di giungere alla realizzazione di metodiche relative alla misurazione del dolore e alla necessaria conoscenza dei disturbi ad esso associati, sono stati fondamentali studi e ricerche durate per un lungo periodo. Considerata la natura complessa del dolore oncologico, è risultato indispensabile individuare un approccio terapeutico volto a coniugare alla terapia basata sui soli farmaci analgesici, l’associazione di una terapia neuro-psico-farmacologica. I vantaggi legati all’impiego di neuropsicofarmaci possono essere descritti dalla capacità degli stessi di favorire la gestione di pazienti generalmente difficili da trattare nel corso della terapia, per i quali è evidente la sintomatologia legata alla presenza di ansia e depressione, soprattutto nel caso di terapie associate a un dolore cronico. Tra i neuropsicofarmaci gli antipsicotici dovrebbero essere somministrati in soggetti, che oltre ai disturbi di tipo algico, presentino una manifestazione psicotica ad essi associata. L’utilizzo di neurolettici risulta essere problematico per la possibile comparsa di effetti collaterali, anche se una svolta importante potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di antipsicotici di ultima generazione. Nel campo delle cure palliative, per trattare i sintomi refrattari ad altri trattamenti e assicurare la miglior qualità di vita possibile al paziente, i recettori dei cannabinoidi, CB1 e CB2, sono importanti nella modulazione e nel miglioramento di alcuni sintomi dovuti al cancro, quali l’appetito, la nausea o il vomito indotti dalla chemioterapia, ma anche per tutti quei disturbi legati alla sfera dell'umore, del sonno oltre che per il dolore stesso. Il cancro, nel corso degli ultimi decenni, è passato dall’essere considerato una malattia a prognosi drasticamente funesta, a quella di una condizione che ormai in grande percentuale, grazie agli sviluppi esponenziali nell’ambito medico, preventivo e tecnologico, può tramutarsi in quella che definiamo come una patologia cronica. Questo cambiamento ha quindi sensibilizzato l’attenzione verso dei percorsi farmaco-terapeutici che potessero tutelare la qualità di vita del paziente oncologico e il suo diritto alla dignità. Inoltre, scegliere il giusto percorso terapeutico in queste condizioni di salute, è importante per l’incidenza che la malattia ha non solo sulla sfera personale, ma anche su quella relativa agli affetti della vita quotidiana del paziente. Considerando dunque il malato oncologico al centro del percorso terapeutico, si può affermare che nei casi relativi ai pazienti il cui trattamento con analgesici tradizionali non ha portato i miglioramenti sperati, i farmaci antidepressivi e quelli antiepilettici possono essere indicati come gli adiuvanti di riferimento per la terapia del dolore in corso, mentre i benefici emersi dalla somministrazione di cannabinoidi incoraggiano l’ampliamento degli studi in modo da ottenere valutazioni più dettagliate sia relativamente all’efficacia sia in relazione agli effetti che possono rappresentare condizioni negative per la salute dei pazienti in trattamento. Fondamentale è che la disomogeneità nelle linee guida e le opinioni contrastanti in riferimento all’uso di questi farmaci ai fini terapeutici, siano rivalutate allo scopo di poter redigere in sinergia un documento sui medicinali a base di Cannabis valido per tutti i Paesi.
Farmacoterapia del dolore nel paziente oncologico
EPIFANI, FEDERICO
2023/2024
Abstract
Il dolore è un aspetto rilevante nel corso della malattia di un paziente con patologia tumorale. In Italia l’intervento legislativo del 2010 ha messo ordine alla diffusione delle Reti di cure e assistenza e garantito l’accesso alle cure farmacologiche della terapia del dolore oncologico anche con oppiacei. Prima di giungere alla realizzazione di metodiche relative alla misurazione del dolore e alla necessaria conoscenza dei disturbi ad esso associati, sono stati fondamentali studi e ricerche durate per un lungo periodo. Considerata la natura complessa del dolore oncologico, è risultato indispensabile individuare un approccio terapeutico volto a coniugare alla terapia basata sui soli farmaci analgesici, l’associazione di una terapia neuro-psico-farmacologica. I vantaggi legati all’impiego di neuropsicofarmaci possono essere descritti dalla capacità degli stessi di favorire la gestione di pazienti generalmente difficili da trattare nel corso della terapia, per i quali è evidente la sintomatologia legata alla presenza di ansia e depressione, soprattutto nel caso di terapie associate a un dolore cronico. Tra i neuropsicofarmaci gli antipsicotici dovrebbero essere somministrati in soggetti, che oltre ai disturbi di tipo algico, presentino una manifestazione psicotica ad essi associata. L’utilizzo di neurolettici risulta essere problematico per la possibile comparsa di effetti collaterali, anche se una svolta importante potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di antipsicotici di ultima generazione. Nel campo delle cure palliative, per trattare i sintomi refrattari ad altri trattamenti e assicurare la miglior qualità di vita possibile al paziente, i recettori dei cannabinoidi, CB1 e CB2, sono importanti nella modulazione e nel miglioramento di alcuni sintomi dovuti al cancro, quali l’appetito, la nausea o il vomito indotti dalla chemioterapia, ma anche per tutti quei disturbi legati alla sfera dell'umore, del sonno oltre che per il dolore stesso. Il cancro, nel corso degli ultimi decenni, è passato dall’essere considerato una malattia a prognosi drasticamente funesta, a quella di una condizione che ormai in grande percentuale, grazie agli sviluppi esponenziali nell’ambito medico, preventivo e tecnologico, può tramutarsi in quella che definiamo come una patologia cronica. Questo cambiamento ha quindi sensibilizzato l’attenzione verso dei percorsi farmaco-terapeutici che potessero tutelare la qualità di vita del paziente oncologico e il suo diritto alla dignità. Inoltre, scegliere il giusto percorso terapeutico in queste condizioni di salute, è importante per l’incidenza che la malattia ha non solo sulla sfera personale, ma anche su quella relativa agli affetti della vita quotidiana del paziente. Considerando dunque il malato oncologico al centro del percorso terapeutico, si può affermare che nei casi relativi ai pazienti il cui trattamento con analgesici tradizionali non ha portato i miglioramenti sperati, i farmaci antidepressivi e quelli antiepilettici possono essere indicati come gli adiuvanti di riferimento per la terapia del dolore in corso, mentre i benefici emersi dalla somministrazione di cannabinoidi incoraggiano l’ampliamento degli studi in modo da ottenere valutazioni più dettagliate sia relativamente all’efficacia sia in relazione agli effetti che possono rappresentare condizioni negative per la salute dei pazienti in trattamento. Fondamentale è che la disomogeneità nelle linee guida e le opinioni contrastanti in riferimento all’uso di questi farmaci ai fini terapeutici, siano rivalutate allo scopo di poter redigere in sinergia un documento sui medicinali a base di Cannabis valido per tutti i Paesi.File | Dimensione | Formato | |
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