The aim of this work is to analyze the figure of Elena Guro, a painter and a writer who lived during the brief transitional period between Russian Symbolism and Futurism. Her collaboration with Velimir Chlebnikov, Aleksej Kručënych and Vladimir Majakovskij, together with her premature death, led to the inevitable overshadowing of her figure. Her writings were mostly published by her husband, Michail Matjušin, after her death and most of them have never been translated into other languages. Her writings and paintings express different themes she had at heart, in particular her deeply rooted relationship with nature. Thanks to her acute sensitivity she could empathize with every kind of creature, especially with the defenseless ones, such as children, poor people, animals and trees. This work aims at grasping her unique way to communicate her feelings through her artistic production, hoping to attract the intellectual attention she deserves.
In un contesto di forte movimento culturale, quale la Russia di fine Ottocento ed inizio Novecento, Elena Guro (1877-1913), artista dell'avanguardia russa, scriveva diari, da cui spesso estrapolava parti che inseriva nei suoi volumi e dipingeva acquarelli con i quali illustrava i suddetti. La sua prematura morte ed il fatto che operasse al fianco di autori del calibro di Velimir Chlebnikov, Aleksej Kručënych e Vladimir Majakovskij, hanno portato la sua figura ad essere posta in secondo piano. Le sue opere furono pubblicate soprattutto dopo la sua morte dal marito Michail Matjušin, compositore di grande fama, secondo direttive lasciategli dalla stessa artista. Il suo stile frammentario e "impressionista" è evidente nel suo primo volume, Šarmanka (L'organetto), pubblicato nel 1909. Suddiviso in tre parti principali (prosa, poesia e teatro), mette in luce le principali tematiche dell'intera produzione di Elena Guro, quali la natura, la città intesa spesso come luogo di costrizione, gli animali e l'infanzia. Lo scopo di questo lavoro è di approfondire la sua particolare percezione del mondo, attraverso le sue opere, nella speranza di attirare l'attenzione che merita.
Elena Guro: uno straordinario fenomeno
VAIRA, GIADA
2019/2020
Abstract
In un contesto di forte movimento culturale, quale la Russia di fine Ottocento ed inizio Novecento, Elena Guro (1877-1913), artista dell'avanguardia russa, scriveva diari, da cui spesso estrapolava parti che inseriva nei suoi volumi e dipingeva acquarelli con i quali illustrava i suddetti. La sua prematura morte ed il fatto che operasse al fianco di autori del calibro di Velimir Chlebnikov, Aleksej Kručënych e Vladimir Majakovskij, hanno portato la sua figura ad essere posta in secondo piano. Le sue opere furono pubblicate soprattutto dopo la sua morte dal marito Michail Matjušin, compositore di grande fama, secondo direttive lasciategli dalla stessa artista. Il suo stile frammentario e "impressionista" è evidente nel suo primo volume, Šarmanka (L'organetto), pubblicato nel 1909. Suddiviso in tre parti principali (prosa, poesia e teatro), mette in luce le principali tematiche dell'intera produzione di Elena Guro, quali la natura, la città intesa spesso come luogo di costrizione, gli animali e l'infanzia. Lo scopo di questo lavoro è di approfondire la sua particolare percezione del mondo, attraverso le sue opere, nella speranza di attirare l'attenzione che merita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/102620