La gestione delle malerbe rappresenta da sempre il principale problema della risicoltura. Tra le infestanti più difficili da gestire si inserisce il riso crodo (Oryza sativa L.): questa causa danni sia in modo diretto tramite competizione con il riso coltivato, che indiretto diminuendo la resa a causa dell'apporto di granelli non conformi. Il riso crodo, nonostante appartenga alla stessa specie del riso, possiede caratteristiche morfo-genetiche proprie. Le strategie per contenere il riso crodo sono varie. Si hanno mezzi preventivi come l'utilizzo di semente certificata e la tecnica della falsa semina. La rotazione con soia è particolarmente efficacie contro il riso crodo. Particolare attenzione va posta nello scegliere il metodo di lavorazione in base alla strategia che si intende adottare. Se queste tecniche preventive non risultano sufficienti possono essere presi provvedimenti di soccorso come il passaggio di barre umettanti o falcianti oppure intervenendo con la monda manuale. Oltre alle tecniche tradizionali, contro il riso crodo è disponibile la tecnologia Clearfield®. Questa si basa sull'impiego di varietà di riso resistenti agli imidazolinoni, erbicidi che normalmente risulterebbero fitotossici nei confronti del riso coltivato. Attualmente sono registrate 30 varietà. In Italia la sostanza attiva impiegata è l'imazamox. L'adozione di questa tecnica deve essere sottoscritta dall'agricoltore che, attraverso un contratto, si impegna a seguire le linee guida per la coltivazione. Nonostante vi siano dei costi aggiuntivi, l'utilizzo di queste varietà resistenti risulta remunerativo. L'adozione di questa tecnologia ha portato con sé alcuni prevedibili problemi. Primo fra tutti la comparsa di resistenza causata sia della pressione selettiva costituita dall'utilizzo ripetuto della stessa sostanza attiva, che del passaggio di geni tramite incrocio tra riso coltivato e riso crodo. Appartenendo alla stessa specie, la coltura e la malerba sono in grado di interfecondarsi. La tecnologia Provisia® è basata sugli stessi principi ma prevede l'uso di varietà resistenti agli inibitori dell'Acetil-CoA carbossilasi. Tale tecnologia verrebbe inserita nei programmi di gestione del riso crodo in modo da alternare le tecniche, permettendo la rotazione dei meccanismi di azione degli erbicidi impiegati, al fine di contrastare la comparsa di resistenze. La sostanza attiva utilizzata è il cicloxydim. La varietà Provisia registrata in Italia è stata sperimentata in questa annata agraria, manifestando alcune problematiche connesse soprattutto alla lunghezza del ciclo. Oltre a problemi di natura agronomica la tecnologia Clearfield ha suscitato questioni di carattere etico e legislativo. È stato proposto di considerare le varietà resistenti equivalenti a varietà di tipo OGM, richiedendo di vietarne la coltivazione. Il problema è sorto in quanto la Corte di giustizia europea ha paragonato gli organismi ottenuti mediante le nuove new breeding techniques agli OGM. Essendo però le varietà resistenti ottenute mediante mutagenesi indotta chimicamente, non sono considerate OGM. Per quanto riguarda la gestione del riso crodo è quindi necessario avere una visione d'insieme di tutte le tecniche disponibili per poterne fare un uso sapiente e che si adatti al meglio alle necessità dell'agricoltore. Le varietà resistenti sono un valido aiuto nella lotta, ma anche queste devono essere utilizzate in modo razionale, al fine di massimizzarne gli aspetti positivi.

Utilizzo di varietà resistenti agli erbicidi nella lotta al riso crodo

BERTONE, ALESSANDRA
2018/2019

Abstract

La gestione delle malerbe rappresenta da sempre il principale problema della risicoltura. Tra le infestanti più difficili da gestire si inserisce il riso crodo (Oryza sativa L.): questa causa danni sia in modo diretto tramite competizione con il riso coltivato, che indiretto diminuendo la resa a causa dell'apporto di granelli non conformi. Il riso crodo, nonostante appartenga alla stessa specie del riso, possiede caratteristiche morfo-genetiche proprie. Le strategie per contenere il riso crodo sono varie. Si hanno mezzi preventivi come l'utilizzo di semente certificata e la tecnica della falsa semina. La rotazione con soia è particolarmente efficacie contro il riso crodo. Particolare attenzione va posta nello scegliere il metodo di lavorazione in base alla strategia che si intende adottare. Se queste tecniche preventive non risultano sufficienti possono essere presi provvedimenti di soccorso come il passaggio di barre umettanti o falcianti oppure intervenendo con la monda manuale. Oltre alle tecniche tradizionali, contro il riso crodo è disponibile la tecnologia Clearfield®. Questa si basa sull'impiego di varietà di riso resistenti agli imidazolinoni, erbicidi che normalmente risulterebbero fitotossici nei confronti del riso coltivato. Attualmente sono registrate 30 varietà. In Italia la sostanza attiva impiegata è l'imazamox. L'adozione di questa tecnica deve essere sottoscritta dall'agricoltore che, attraverso un contratto, si impegna a seguire le linee guida per la coltivazione. Nonostante vi siano dei costi aggiuntivi, l'utilizzo di queste varietà resistenti risulta remunerativo. L'adozione di questa tecnologia ha portato con sé alcuni prevedibili problemi. Primo fra tutti la comparsa di resistenza causata sia della pressione selettiva costituita dall'utilizzo ripetuto della stessa sostanza attiva, che del passaggio di geni tramite incrocio tra riso coltivato e riso crodo. Appartenendo alla stessa specie, la coltura e la malerba sono in grado di interfecondarsi. La tecnologia Provisia® è basata sugli stessi principi ma prevede l'uso di varietà resistenti agli inibitori dell'Acetil-CoA carbossilasi. Tale tecnologia verrebbe inserita nei programmi di gestione del riso crodo in modo da alternare le tecniche, permettendo la rotazione dei meccanismi di azione degli erbicidi impiegati, al fine di contrastare la comparsa di resistenze. La sostanza attiva utilizzata è il cicloxydim. La varietà Provisia registrata in Italia è stata sperimentata in questa annata agraria, manifestando alcune problematiche connesse soprattutto alla lunghezza del ciclo. Oltre a problemi di natura agronomica la tecnologia Clearfield ha suscitato questioni di carattere etico e legislativo. È stato proposto di considerare le varietà resistenti equivalenti a varietà di tipo OGM, richiedendo di vietarne la coltivazione. Il problema è sorto in quanto la Corte di giustizia europea ha paragonato gli organismi ottenuti mediante le nuove new breeding techniques agli OGM. Essendo però le varietà resistenti ottenute mediante mutagenesi indotta chimicamente, non sono considerate OGM. Per quanto riguarda la gestione del riso crodo è quindi necessario avere una visione d'insieme di tutte le tecniche disponibili per poterne fare un uso sapiente e che si adatti al meglio alle necessità dell'agricoltore. Le varietà resistenti sono un valido aiuto nella lotta, ma anche queste devono essere utilizzate in modo razionale, al fine di massimizzarne gli aspetti positivi.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
836651_provafinalebertonealessandra.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.28 MB
Formato Adobe PDF
1.28 MB Adobe PDF

Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Usare il seguente URL per citare questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/102470