The chapter The grey area opens with a question: "we were able, we veterans, to understand and make our experience understood?". First Levi, it is necessary to investigate life in the concentration camp to avoid falling into banal simplifications, such as that of the "good" versus the "bad". It would be much easier identify victims with the good guys and the SS with the bad guys. But in Auschwitz and others Extermination camps this border was not so clear and never has been. At the center There was "a gray area, with ill-defined contours, which together separates and joins the two fields of masters and servants". In If This Is a Man, Levi told to have had only one encounter with an SS, in the chapter History of ten days. It's not It is no coincidence, in fact, that this meeting took place just when the whole organization of life in Auschwitz was skipped, at the end of it all. For control of the prisoners, the SS had availed itself of the collaboration of some deportees. Among the Survivors the majority were attributable to the category of prisoners Privileged; Only a small minority did not belong to it. Levi writes: "he is naïve, It is absurd and historically false to believe that an infernal system, such as the National Socialism, sanctify its victims: on the contrary, it degrades them, assimilates them. to oneself" and "it is not enough to relegate them to marginal tasks; The best way to bind them is to burden them with blame, bloody them, compromise them as much as possible: so they will have contract with the principals the bond of correità, and they will no longer be able to return back."
Il capitolo La zona grigia si apre con un interrogativo: «siamo stati capaci, noi reduci, di comprendere e di far comprendere la nostra esperienza?». Per Primo Levi, è necessario indagare sulla vita nel lager per evitare di cadere in banali semplificazioni, come quella dei «buoni» contro i «cattivi». Sarebbe molto più facile identificare le vittime con i buoni e le SS con i cattivi. Ma ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio questo confine non era così netto e non lo è mai stato. Al centro si trovava «una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi». In Se questo è un uomo, Levi aveva raccontato di aver avuto un solo incontro con una SS, nel capitolo Storia di dieci giorni. Non è affatto un caso, infatti, che questo incontro sia avvenuto proprio quando l’intera organizzazione della vita ad Auschwitz fosse saltata, alla fine di tutto. Per il controllo dei prigionieri, le SS si erano avvalse della collaborazione di alcuni deportati. Tra i sopravvissuti la maggioranza era riconducibile alla categoria dei prigionieri privilegiati; solo una piccola minoranza non vi apparteneva. Scrive Levi: «è ingenuo, assurdo e storicamente falso ritenere che un sistema infero, qual era il nazionalsocialismo, santifichi le sue vittime: al contrario, esso le degrada, le assimila a sé» e «non basta relegarli in compiti marginali; il modo migliore di legarli è caricarli di colpe, insanguinarli, comprometterli quanto più è possibile: così avranno contratto coi mandanti il vincolo della correità, e non potranno più tornare indietro».
Per un uso didattico de I sommersi e i salvati di Primo Levi. Analisi e strumenti.
PARISI, LICIA
2022/2023
Abstract
Il capitolo La zona grigia si apre con un interrogativo: «siamo stati capaci, noi reduci, di comprendere e di far comprendere la nostra esperienza?». Per Primo Levi, è necessario indagare sulla vita nel lager per evitare di cadere in banali semplificazioni, come quella dei «buoni» contro i «cattivi». Sarebbe molto più facile identificare le vittime con i buoni e le SS con i cattivi. Ma ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio questo confine non era così netto e non lo è mai stato. Al centro si trovava «una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi». In Se questo è un uomo, Levi aveva raccontato di aver avuto un solo incontro con una SS, nel capitolo Storia di dieci giorni. Non è affatto un caso, infatti, che questo incontro sia avvenuto proprio quando l’intera organizzazione della vita ad Auschwitz fosse saltata, alla fine di tutto. Per il controllo dei prigionieri, le SS si erano avvalse della collaborazione di alcuni deportati. Tra i sopravvissuti la maggioranza era riconducibile alla categoria dei prigionieri privilegiati; solo una piccola minoranza non vi apparteneva. Scrive Levi: «è ingenuo, assurdo e storicamente falso ritenere che un sistema infero, qual era il nazionalsocialismo, santifichi le sue vittime: al contrario, esso le degrada, le assimila a sé» e «non basta relegarli in compiti marginali; il modo migliore di legarli è caricarli di colpe, insanguinarli, comprometterli quanto più è possibile: così avranno contratto coi mandanti il vincolo della correità, e non potranno più tornare indietro».File | Dimensione | Formato | |
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