La presente Tesi volge l’attenzione a un circuito nervoso, identificato a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, contraddistinto per alcune specificità funzionali: il sistema mirror. Quest’ultimo, detto anche a specchio, coniuga osservazione ed esecuzione motoria, interessando negli esemplari di Macaco la corteccia premotoria, nello specifico l’area F5, e nell’uomo coinvolgendo l’area pre-motoria, il solco temporale superiore, la porzione parietale inferiore e il sistema limbico. Vengono esplorati i contributi scientifici offerti in merito, a partire dalle scoperte pionieristiche, prima accidentali e poi sistematizzate, condotte dal gruppo di ricerca guidato da Giacomo Rizzolatti sino ai risvolti funzionali più accurati. Sin dai primi contributi emerge la particolarità di questi centri neuronali: sono attivi durante l’esecuzione attiva del movimento e l’osservazione passiva di esso. I neuroni mirror risultano caratterizzati da proprietà sensoriali, quali vista e udito, e motorie rispetto a obiettivi e intenzioni comportamentali. Essi infatti, mostrano attività in assenza di un’elaborazione cognitiva, ma a partire dalla sola elaborazione visiva dell’azione altrui viene generata nell’osservatore una rappresentazione motoria completa dell’atto visto, così come avviene durante l’esecuzione in prima persona. Questo porta al riconoscimento di tutte le componenti insite in esso, fra cui intenzioni e stati mentali. Inoltre, il sistema a specchio è coinvolto in molteplici funzioni attinenti alla socialità, risultando, dunque, un circuito estremamente rilevante per questa facoltà umana. A tal proposto viene descritto nello specifico il suo ruolo nella comprensione piena dell’azione altrui, in merito all’imitazione e all’abilità empatica. Dall’integrazione dei diversi contributi riportati nel presente studio il circuito mirror risulta rilevante in quanto connette il singolo all’altro e permette di vivere il vissuto emotivo altrui in modo congiunto. Considerando il circuito determinante per l’abilità sociale dell’uomo, un risvolto moderno lo vede coinvolto nello sviluppo evolutivo atipico. Il presente lavoro ha l’obiettivo di approfondire l’implicazione in esso del gruppo di neuroni a specchio, insieme ad altre aree cerebrali, alla luce dei riscontri più rilevanti a riguardo. Nello studio viene presentata un’iniziale descrizione sintomatologica del disturbo dello spettro autistico, per definizione caratterizzato da deficit sociali. Esso risulta articolato in tre nuclei sintomatologici prevalenti, quali scarse skills comunicative e d’interazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati e ridotte capacità sociali. In seguito vengono presentati alcuni contributi di ricerca da cui emerge che l’ipotesi che li connette è relazionale. Molti, infatti, sono i supporti sperimentali che dimostrano come i soggetti con disturbo dello spettro autistico abbiano un funzionamento anomalo nelle regioni mirror. A tal proposito risulta come essi abbiano, rispetto a tali strutture, anomalie nell’intensità delle onde ‘mu’, nello spessore corticale e nella funzionalità durante lo svolgimento di task peculiari come l’osservazione di volti espressivi o di azioni transitive. In continuità con tali disfunzioni neurali si rilevano deficit nello svolgimento di alcuni compiti prettamente mentalistici, nei quali i soggetti con ASD mostrano frequente lentezza ed errori nell’identificazione e assegnazione degli stati mentali altrui.
Il cervello come organo sociale I neuroni mirror: funzionamento e implicazione con il disturbo evolutivo dello spettro dell'autismo
ABRATE, SOFIA
2022/2023
Abstract
La presente Tesi volge l’attenzione a un circuito nervoso, identificato a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, contraddistinto per alcune specificità funzionali: il sistema mirror. Quest’ultimo, detto anche a specchio, coniuga osservazione ed esecuzione motoria, interessando negli esemplari di Macaco la corteccia premotoria, nello specifico l’area F5, e nell’uomo coinvolgendo l’area pre-motoria, il solco temporale superiore, la porzione parietale inferiore e il sistema limbico. Vengono esplorati i contributi scientifici offerti in merito, a partire dalle scoperte pionieristiche, prima accidentali e poi sistematizzate, condotte dal gruppo di ricerca guidato da Giacomo Rizzolatti sino ai risvolti funzionali più accurati. Sin dai primi contributi emerge la particolarità di questi centri neuronali: sono attivi durante l’esecuzione attiva del movimento e l’osservazione passiva di esso. I neuroni mirror risultano caratterizzati da proprietà sensoriali, quali vista e udito, e motorie rispetto a obiettivi e intenzioni comportamentali. Essi infatti, mostrano attività in assenza di un’elaborazione cognitiva, ma a partire dalla sola elaborazione visiva dell’azione altrui viene generata nell’osservatore una rappresentazione motoria completa dell’atto visto, così come avviene durante l’esecuzione in prima persona. Questo porta al riconoscimento di tutte le componenti insite in esso, fra cui intenzioni e stati mentali. Inoltre, il sistema a specchio è coinvolto in molteplici funzioni attinenti alla socialità, risultando, dunque, un circuito estremamente rilevante per questa facoltà umana. A tal proposto viene descritto nello specifico il suo ruolo nella comprensione piena dell’azione altrui, in merito all’imitazione e all’abilità empatica. Dall’integrazione dei diversi contributi riportati nel presente studio il circuito mirror risulta rilevante in quanto connette il singolo all’altro e permette di vivere il vissuto emotivo altrui in modo congiunto. Considerando il circuito determinante per l’abilità sociale dell’uomo, un risvolto moderno lo vede coinvolto nello sviluppo evolutivo atipico. Il presente lavoro ha l’obiettivo di approfondire l’implicazione in esso del gruppo di neuroni a specchio, insieme ad altre aree cerebrali, alla luce dei riscontri più rilevanti a riguardo. Nello studio viene presentata un’iniziale descrizione sintomatologica del disturbo dello spettro autistico, per definizione caratterizzato da deficit sociali. Esso risulta articolato in tre nuclei sintomatologici prevalenti, quali scarse skills comunicative e d’interazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati e ridotte capacità sociali. In seguito vengono presentati alcuni contributi di ricerca da cui emerge che l’ipotesi che li connette è relazionale. Molti, infatti, sono i supporti sperimentali che dimostrano come i soggetti con disturbo dello spettro autistico abbiano un funzionamento anomalo nelle regioni mirror. A tal proposito risulta come essi abbiano, rispetto a tali strutture, anomalie nell’intensità delle onde ‘mu’, nello spessore corticale e nella funzionalità durante lo svolgimento di task peculiari come l’osservazione di volti espressivi o di azioni transitive. In continuità con tali disfunzioni neurali si rilevano deficit nello svolgimento di alcuni compiti prettamente mentalistici, nei quali i soggetti con ASD mostrano frequente lentezza ed errori nell’identificazione e assegnazione degli stati mentali altrui.File | Dimensione | Formato | |
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