In questo lavoro si è analizzata l’evoluzione dell’approccio al tema onirico nella storia, con particolare attenzione al suo uso in psicoterapia. Dapprima si è dimostrato come il sogno avesse principalmente validità divinatoria, mentre in alcune culture era credenza diffusa che fungesse anche da tramite per parlare coi defunti; per queste ragioni si diffuse la pratica della dreaming incubation, la quale scomparve con il sopravvento della chiesa cattolica. Successivamente, è stata illustrata la trasformazione di pensiero dal Rinascimento, nel quale i sogni erano creduti essere manifestazione di turbe psichiche, al Romanticismo, nel quale questi erano per i poeti espressione della creatività umana e per i filosofi tedeschi manifestazione dell’inconscio. Si è poi esplorato il ruolo aggregativo e salvifico che le esperienze oniriche ebbero per i detenuti ad Aushwitz, insieme alla riscoperta dei sogni ancora in termini di espressione di creatività umana, tramite i sogni lucidi, durante la New Age. Sono state esposte anche le teorie riguardo alle motivazioni soggiacenti il desiderio umano di interpretare i sogni e, in seguito, riguardo alle possibilità di tradurli senza interagire col sognatore. Proprio in questo luogo è stata posta la domanda che motiva la stesura di questa tesi: sono ancora valide le ipotesi avanzate da Freud nella sua teorizzazione, oppure dovremmo limitarci a studiare i sogni con pura curiosità scientifica quali interessanti prodotti del cervello? Per rispondere a questo quesito, parte dello scritto è stata dedicata a riassumere “L’interpretazione dei sogni”, non mancando di citare anche le somiglianze tra sogni e motti di spirito e la valenza di autobiografia attribuibile al manoscritto. Per concludere, sono state raccolte le principali teorie recenti riguardo ai sogni e al loro uso in psicoterapia, a partire dalla metodologia attualmente più diffusa in ambito psicodinamico. In particolare, si è spiegato il declassamento dei sogni da via regia per l’inconscio a ottimo materiale di supporto per indagarlo, insieme a fantasie diurne, transfert, resistenze e comunicazione extralinguistica. Inoltre, è stata puntualizzata l’utilità delle esperienze oniriche per motivare o aiutarsi nel processo di diagnosi, ma anche per ricevere riscontri sull’andamento del percorso di cura, così come sul reale stato d’animo del paziente e il suo modo di costruire e coltivare i rapporti interpersonali. A supporto di queste prime testimonianze, sono state riportate alcune notevoli scoperte a proposito del funzionamento biologico del cervello, ovvero la capacità di organizzare memorie ed emozioni durante il sonno. In parallelo è stata illustrata la linea di pensiero adottata da alcuni studiosi moderni, i quali hanno rigettato l’impianto freudiano del contenuto latente. In seguito, si è parlato della scoperta e teorizzazione dell’enactment, simmetricamente alla diffusione della prospettiva intersoggettiva in psicologia, che implicò la genesi di una corrente di pensiero che si concentra sulle manifestazioni del transfert nel sogno e nel suo racconto più che sulle associazioni libere. Infine, si è tentato di rispondere alla domanda posta in origine, ricordando che il fulcro della terapia è produrre significati. Per questo, si è concluso che portare in seduta e lavorare sul materiale onirico possa arricchire sensibilmente il percorso di cura, per quanto sia interessante continuare a studiare i sogni e la loro produzione anche a scopo scientifico.

L’interpretazione dei sogni in psicoterapia. Da Freud alla modernità

PINTUS, MARTINA
2022/2023

Abstract

In questo lavoro si è analizzata l’evoluzione dell’approccio al tema onirico nella storia, con particolare attenzione al suo uso in psicoterapia. Dapprima si è dimostrato come il sogno avesse principalmente validità divinatoria, mentre in alcune culture era credenza diffusa che fungesse anche da tramite per parlare coi defunti; per queste ragioni si diffuse la pratica della dreaming incubation, la quale scomparve con il sopravvento della chiesa cattolica. Successivamente, è stata illustrata la trasformazione di pensiero dal Rinascimento, nel quale i sogni erano creduti essere manifestazione di turbe psichiche, al Romanticismo, nel quale questi erano per i poeti espressione della creatività umana e per i filosofi tedeschi manifestazione dell’inconscio. Si è poi esplorato il ruolo aggregativo e salvifico che le esperienze oniriche ebbero per i detenuti ad Aushwitz, insieme alla riscoperta dei sogni ancora in termini di espressione di creatività umana, tramite i sogni lucidi, durante la New Age. Sono state esposte anche le teorie riguardo alle motivazioni soggiacenti il desiderio umano di interpretare i sogni e, in seguito, riguardo alle possibilità di tradurli senza interagire col sognatore. Proprio in questo luogo è stata posta la domanda che motiva la stesura di questa tesi: sono ancora valide le ipotesi avanzate da Freud nella sua teorizzazione, oppure dovremmo limitarci a studiare i sogni con pura curiosità scientifica quali interessanti prodotti del cervello? Per rispondere a questo quesito, parte dello scritto è stata dedicata a riassumere “L’interpretazione dei sogni”, non mancando di citare anche le somiglianze tra sogni e motti di spirito e la valenza di autobiografia attribuibile al manoscritto. Per concludere, sono state raccolte le principali teorie recenti riguardo ai sogni e al loro uso in psicoterapia, a partire dalla metodologia attualmente più diffusa in ambito psicodinamico. In particolare, si è spiegato il declassamento dei sogni da via regia per l’inconscio a ottimo materiale di supporto per indagarlo, insieme a fantasie diurne, transfert, resistenze e comunicazione extralinguistica. Inoltre, è stata puntualizzata l’utilità delle esperienze oniriche per motivare o aiutarsi nel processo di diagnosi, ma anche per ricevere riscontri sull’andamento del percorso di cura, così come sul reale stato d’animo del paziente e il suo modo di costruire e coltivare i rapporti interpersonali. A supporto di queste prime testimonianze, sono state riportate alcune notevoli scoperte a proposito del funzionamento biologico del cervello, ovvero la capacità di organizzare memorie ed emozioni durante il sonno. In parallelo è stata illustrata la linea di pensiero adottata da alcuni studiosi moderni, i quali hanno rigettato l’impianto freudiano del contenuto latente. In seguito, si è parlato della scoperta e teorizzazione dell’enactment, simmetricamente alla diffusione della prospettiva intersoggettiva in psicologia, che implicò la genesi di una corrente di pensiero che si concentra sulle manifestazioni del transfert nel sogno e nel suo racconto più che sulle associazioni libere. Infine, si è tentato di rispondere alla domanda posta in origine, ricordando che il fulcro della terapia è produrre significati. Per questo, si è concluso che portare in seduta e lavorare sul materiale onirico possa arricchire sensibilmente il percorso di cura, per quanto sia interessante continuare a studiare i sogni e la loro produzione anche a scopo scientifico.
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