Objective. The aim of this work was to study the incidence of complications of dental traumatisms and look for associations between factors related to the type of trauma and the occurrence of immediate and long-term consequences. Materials and Methods. It was a retrospective clinical study on a sample of 171 traumatized teeth. The sample was taken from patients consulting the restorative department of Dental School in Turin between 2011 and 2020. Criteria for including a patient were presence of a permanent tooth affected by a complicated or non complicated crown fracture, root fracture, concussion, lateral and extrusive luxation, or avulsion. Data were collected using anamnestic questionnaire. The information about etiology of trauma, delay of consultation, kind of injury, extra and intra oral clinical exams, emergency and definitive treatments, and complications were obtained from the patients’ records. Results. Hard tissues damage was mainly non-complicated fractures (43,9%) and complicated fractures and infractions (47,4%), followed by horizontal radicular fractures, and complicated crow-radicular fractures. Periodontal involvement was represented to concussions (70,2%), and avulsions, lateral and extrusive luxations (29,8%). Statistical analysis showed significant relationship between kind of the trauma and loss of pulp vitality as immediate (p<0,0001 and p=0,0012 for hard and soft tissues involvement after 15 days) and long-term complication (p=0,0028 and p=0,0005 for hard and soft tissues involvement at >=12 months and respectively p=0,0008 and p=0,0029 after >12 months). However, any association between other long-term complications (radicular resorption, periodontal mobility, discromia) was found (p>0,05). Conclusions. Type of dental trauma could influence the pulp prognosis for immediate and long-term observations. Moreover, temporary loss of sensibility found during clinical examination after trauma, has the possibility to be recovered in a short-term observation. Considering radicular resorption, periodontal mobility and discromia, the kind of hard and soft tissues involvement did non result influential for the prognosis.
Obiettivi. Lo scopo di questo lavoro è di studiare l’incidenza delle complicazioni dei traumi dentali ricercando un’associazione tra fattori relativi al tipo di trauma e la ricorrenza di conseguenze avverse nel breve e nel lungo termine. Materiali e metodi. Si tratta di uno studio retrospettivo che si riferisce ad un campione di 171 elementi dentari considerati tra i pazienti che hanno afferito al reparto di Conservativa della Dental School di Torino tra il 2011 e il 2020. I criteri di inclusione sono la presenza di un dente permanete affetto da frattura coronale complicata o non complicata, frattura radicolare, lussazione estrusiva o laterale, avulsione. I dati sono stati raccolti tramite la compilazione di un questionario anamnestico. Le informazioni registrate per ogni paziente riguardano l’eziologia del trauma, il ritardo della visita, il tipo di trauma, l’esame clinico intra ed extra orale, i trattamenti in urgenza e definitivi e l’instaurarsi di complicazioni durante i controlli. Risultati. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei tessuti duri, sono state registrate principalmente fratture coronali non complicate (43,9%) e fratture complicate ed infrazioni (47,4%), seguite da fratture orizzontali di radice e fratture corono radicolari complicate. Il coinvolgimento parodontale è rappresentato da concussioni (70,2%) e avulsioni, lussazioni laterali ed estrusive (29,8%). L’analisi statistica mostra una correlazione significativa tra tipo di trauma e perdita della vitalità pulpare, sia come effetto immediato (p<0,0001e p=0,0012 per il coinvolgimento di tessuti duri e molli a 15 giorni dal trauma), sia come complicazione a lungo termine (rispettivamente con p=0,0028 e p=0,0005 per il coinvolgimento di tessuti duri e tessuti molli entro i 12 mesi dal trauma, e con p=0,0008 e p=0,0029 dopo i 12 mesi di osservazione). Contrariamente non è risultata significativa l’associazione con altre complicazioni a lungo termine, come il riassorbimento radicolare, la mobilità parodontale, o la discromia (p>0,05). Conclusioni. Il tipo di trauma dentale può influenzare significativamente la prognosi pulpare durante un’osservazione a breve e a lungo termine. inoltre, una temporanea perdita di sensibilità dell’organo pulpare durante l’esame clinico post traumatico, può essere ristabilita ad una successiva osservazione (dopo 15 giorni). Considerando il riassorbimento radicolare, la compromissione parodontale e la discromia, non è risultata significativa alcuna relazione tra prognosi e tipo di trauma.
Il mantenimento della vitalità pulpare nei traumi dentali: studio retrospettivo
BRUNO, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Obiettivi. Lo scopo di questo lavoro è di studiare l’incidenza delle complicazioni dei traumi dentali ricercando un’associazione tra fattori relativi al tipo di trauma e la ricorrenza di conseguenze avverse nel breve e nel lungo termine. Materiali e metodi. Si tratta di uno studio retrospettivo che si riferisce ad un campione di 171 elementi dentari considerati tra i pazienti che hanno afferito al reparto di Conservativa della Dental School di Torino tra il 2011 e il 2020. I criteri di inclusione sono la presenza di un dente permanete affetto da frattura coronale complicata o non complicata, frattura radicolare, lussazione estrusiva o laterale, avulsione. I dati sono stati raccolti tramite la compilazione di un questionario anamnestico. Le informazioni registrate per ogni paziente riguardano l’eziologia del trauma, il ritardo della visita, il tipo di trauma, l’esame clinico intra ed extra orale, i trattamenti in urgenza e definitivi e l’instaurarsi di complicazioni durante i controlli. Risultati. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei tessuti duri, sono state registrate principalmente fratture coronali non complicate (43,9%) e fratture complicate ed infrazioni (47,4%), seguite da fratture orizzontali di radice e fratture corono radicolari complicate. Il coinvolgimento parodontale è rappresentato da concussioni (70,2%) e avulsioni, lussazioni laterali ed estrusive (29,8%). L’analisi statistica mostra una correlazione significativa tra tipo di trauma e perdita della vitalità pulpare, sia come effetto immediato (p<0,0001e p=0,0012 per il coinvolgimento di tessuti duri e molli a 15 giorni dal trauma), sia come complicazione a lungo termine (rispettivamente con p=0,0028 e p=0,0005 per il coinvolgimento di tessuti duri e tessuti molli entro i 12 mesi dal trauma, e con p=0,0008 e p=0,0029 dopo i 12 mesi di osservazione). Contrariamente non è risultata significativa l’associazione con altre complicazioni a lungo termine, come il riassorbimento radicolare, la mobilità parodontale, o la discromia (p>0,05). Conclusioni. Il tipo di trauma dentale può influenzare significativamente la prognosi pulpare durante un’osservazione a breve e a lungo termine. inoltre, una temporanea perdita di sensibilità dell’organo pulpare durante l’esame clinico post traumatico, può essere ristabilita ad una successiva osservazione (dopo 15 giorni). Considerando il riassorbimento radicolare, la compromissione parodontale e la discromia, non è risultata significativa alcuna relazione tra prognosi e tipo di trauma.File | Dimensione | Formato | |
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PULP VITALITY MAINTENANCE IN DENTAL TRAUMA. A RETROSPECTIVE STUDY.pdf
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Francesca Bruno 807378
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