La Riserva Naturale del Gran Bosco della Mesola è situata sul delta del fiume Po, in provincia di Ferrara. Ha un estensione di 1058 ha ed ospita al suo interno una popolazione di ungulati d'inestimabile valore in termini di biodiversità. I ¿cervi della Mesola¿ sono infatti l'ultima popolazione autoctona della penisola italiana e sono geneticamente e morfologicamente differenti da ogni altro cervo europeo. Nel 1998 sono stati classificati come Cervus elphus italicus Zachos, Mattioli, Ferretti et Lorenzini. I primi censimenti, da cui trarre dati certi, risalgono ad A. Ghigi nei primi anni '80 del XX secolo. Dopo la seconda guerra mondiale la popolazione raggiunse la consistenza minima, prossima quasi all'estinzione. Nel 2010, il ministero dell'ambiente, sostenuto dall'ISPRA ed altre istituzioni, pubblica un ¿Programma nazionale per la gestione e la conservazione del cervo della Mesola¿, con lo scopo di individuare e contenere i rischi ed i limiti che minano la sopravvivenza di questo nucleo di ungulati. Le problematiche legate alla sua sopravvivenza coinvolgono: il bracconaggio, largamente praticato fino agli anni '70, la scarsa variabilità genetica e la competizione trofica con il daino (Dama dama L.). La popolazione ha subito ampie oscillazioni nella demografia, raggiungendo ad oggi una dimensione tale che è sorta la necessità di trovare soluzioni per assecondare la naturale espansione del nucleo. Valutate le caratteristiche fondamentali dell'habitat, si analizza l'isola d'Elba come possibile area di nuova introduzione.

il cervo della mesola, un unità di conservazione indipendente

NEIROTTI, GIOVANNA
2018/2019

Abstract

La Riserva Naturale del Gran Bosco della Mesola è situata sul delta del fiume Po, in provincia di Ferrara. Ha un estensione di 1058 ha ed ospita al suo interno una popolazione di ungulati d'inestimabile valore in termini di biodiversità. I ¿cervi della Mesola¿ sono infatti l'ultima popolazione autoctona della penisola italiana e sono geneticamente e morfologicamente differenti da ogni altro cervo europeo. Nel 1998 sono stati classificati come Cervus elphus italicus Zachos, Mattioli, Ferretti et Lorenzini. I primi censimenti, da cui trarre dati certi, risalgono ad A. Ghigi nei primi anni '80 del XX secolo. Dopo la seconda guerra mondiale la popolazione raggiunse la consistenza minima, prossima quasi all'estinzione. Nel 2010, il ministero dell'ambiente, sostenuto dall'ISPRA ed altre istituzioni, pubblica un ¿Programma nazionale per la gestione e la conservazione del cervo della Mesola¿, con lo scopo di individuare e contenere i rischi ed i limiti che minano la sopravvivenza di questo nucleo di ungulati. Le problematiche legate alla sua sopravvivenza coinvolgono: il bracconaggio, largamente praticato fino agli anni '70, la scarsa variabilità genetica e la competizione trofica con il daino (Dama dama L.). La popolazione ha subito ampie oscillazioni nella demografia, raggiungendo ad oggi una dimensione tale che è sorta la necessità di trovare soluzioni per assecondare la naturale espansione del nucleo. Valutate le caratteristiche fondamentali dell'habitat, si analizza l'isola d'Elba come possibile area di nuova introduzione.
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