The following thesis focuses on the analysis of bilingual author Tawada Yōko. Many are the writing aspects considered in the work: after brief biographical references, it proceeds with the literary context to which the author belongs: exophony. Initially, the label was born to define African writers who mostly adopted French during writing process; then, its meaning has widened and now it refers more generally to foreign writers using a European language, as in the case of Tawada. The second chapter concerns stylistic and linguistic aspects, that is her anthropological-like method, ironical about the traditional western point of view over East, and her childish approach to German language. Then, the discourse moves to the main topics of identity and metamorphosis. The current theme of identity is seen from two perspectives: through the reading of her works, it is evident the difficulty of integration and alienating condition of the migrant who has to face the judging look of natives. But at the same time, the author analyses the relationship between migrants and borders too, in a time where the perception of territorial division more and more disappears. Differently, metamorphosis is much more like a traditional theme which links Tawada to the great literary figure of Franz Kafka: the last part of third chapter shows in fact their affinity, despite the cultural and time period difference. Lastly, chapter four is dedicated to the novel, from which the entire project has started: Memoirs of a Polar Bear.
La seguente dissertazione verte sull'analisi dell'autrice bilingue Tawada Yōko. Nell'elaborato vengono presi in esame diversi elementi della sua scrittura: in seguito a brevi accenni biografici, l'elaborato prosegue con un riferimento al contesto letterario cui l'autrice afferisce, l'exofonia. L'etichetta nasce inizialmente per definire scrittori africani che ricorrevano perlopiù alla lingua francese nella redazione dei testi; successivamente, l'uso si amplia e finisce per riferirsi più in generale a scrittori di origine straniera che adottano una lingua europea, esattamente come avviene nel caso di Tawada. Successivamente, vengono approfondite questioni di carattere stilistico-linguistico, con un particolare accento sul metodo quasi antropologico ironizzante lo sguardo pregiudicante occidentale e sull'approccio infantile nei confronti della lingua tedesca, che viene decostruita e analizzata nelle sue più piccole parti. L'analisi si sposta, in seguito, sulle due tematiche ricorrenti nella produzione tawadiana, l'identità e la metamorfosi. Estremamente attuale, il motivo dell'identità e dell'erranza dell'Io viene affrontato da due prospettive: attraverso la lettura delle sue opere, traspare infatti la difficoltà d'integrazione in terra straniera dell'individuo, su cui ricade lo sguardo giudicante dei nativi, i quali accentuano ulteriormente il senso di alienazione. Ma al contempo, si esamina anche l'individuo in rapporto alla nozione di confine, in un'epoca in cui esso viene percepito sempre meno. Più legato alla tradizione è il tema della metamorfosi, che avvicina l'autrice ad un'imponente figura letteraria occidentale, Franz Kafka: il discorso è in effetti incentrato sulla dimostrazione della vicinanza tra questi due scrittori, appartenenti a culture ed epoche diverse, ma per certi versi molto simili tra loro. L'ultimo capitolo, infine, getta uno sguardo sul romanzo dell'autrice, a partire dal quale l'intero progetto si è sviluppato: Memorie di un'orsa polare.
Al confine tra Giappone e Germania: la scrittura exofonica di Tawada Yōko
GARNERO, REBECCA
2019/2020
Abstract
La seguente dissertazione verte sull'analisi dell'autrice bilingue Tawada Yōko. Nell'elaborato vengono presi in esame diversi elementi della sua scrittura: in seguito a brevi accenni biografici, l'elaborato prosegue con un riferimento al contesto letterario cui l'autrice afferisce, l'exofonia. L'etichetta nasce inizialmente per definire scrittori africani che ricorrevano perlopiù alla lingua francese nella redazione dei testi; successivamente, l'uso si amplia e finisce per riferirsi più in generale a scrittori di origine straniera che adottano una lingua europea, esattamente come avviene nel caso di Tawada. Successivamente, vengono approfondite questioni di carattere stilistico-linguistico, con un particolare accento sul metodo quasi antropologico ironizzante lo sguardo pregiudicante occidentale e sull'approccio infantile nei confronti della lingua tedesca, che viene decostruita e analizzata nelle sue più piccole parti. L'analisi si sposta, in seguito, sulle due tematiche ricorrenti nella produzione tawadiana, l'identità e la metamorfosi. Estremamente attuale, il motivo dell'identità e dell'erranza dell'Io viene affrontato da due prospettive: attraverso la lettura delle sue opere, traspare infatti la difficoltà d'integrazione in terra straniera dell'individuo, su cui ricade lo sguardo giudicante dei nativi, i quali accentuano ulteriormente il senso di alienazione. Ma al contempo, si esamina anche l'individuo in rapporto alla nozione di confine, in un'epoca in cui esso viene percepito sempre meno. Più legato alla tradizione è il tema della metamorfosi, che avvicina l'autrice ad un'imponente figura letteraria occidentale, Franz Kafka: il discorso è in effetti incentrato sulla dimostrazione della vicinanza tra questi due scrittori, appartenenti a culture ed epoche diverse, ma per certi versi molto simili tra loro. L'ultimo capitolo, infine, getta uno sguardo sul romanzo dell'autrice, a partire dal quale l'intero progetto si è sviluppato: Memorie di un'orsa polare.File | Dimensione | Formato | |
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