The intent is to investigate and describe the activity of playing as an interactive process, which triggers profound changes in the subject's most intimate self. The deep emotional exchange that arises between mother and child and allows the creation of a potential space and intersubjective recognition will be described. Affective deficiencies in the primary environment lead to a lack of recognition and impotence in the game; this can lead to Dissociated Internal Operating Models. Traumatic attachments prevent the formation of the ability to play with multiple realities. The study method used was to compare the thoughts of the various authors within a vast literature on the subject. In particular, according to the relational approach, the individual is immersed since his birth in a field of relational matrices. Psychoanalytic investigation must be based on a sharing and transformation of these representations in a vital and joyful way, so as to allow an active and creative exploration of one's internal and external world. In addition, the therapist must put himself in a listening condition and develop a meeting space that the patient has never experienced, in order to allow the emergence of interactive processes in which to play freely with gestures and words in a safe space without direct consequences on reality.

L’intento è quello di indagare e descrivere l’attività del giocare in qualità di processo interattivo, che innesca cambiamenti profondi nel sé più intimo del soggetto. Sarà descritto lo scambio affettivo profondo che nasce tra madre e bambino e permette la creazione di uno spazio potenziale e il riconoscimento intersoggettivo. Carenze affettive nell’ambiente primario comportano un mancato riconoscimento e un’impotenza nel gioco; ciò può sfociare nei Modelli Operativi Interni Dissociati. Gli attaccamenti traumatici impediscono la formazione della capacità di giocare con molteplici realtà. Il metodo di studio utilizzato è stato quello di comparare il pensiero dei vari autori all’interno di una vasta letteratura sull’argomento. In particolare, secondo l’approccio relazionale, l’individuo è immerso fin dalla sua nascita in un campo di matrici relazionali. L’indagine psicoanalitica deve basarsi su una condivisione e trasformazione di queste rappresentazioni in modo vitale e gioioso, così da permettere un’esplorazione attiva e creativa del proprio mondo interno ed esterno. In aggiunta, il terapeuta deve mettersi in una condizione di ascolto e sviluppare uno spazio d’incontro che il paziente non ha mai sperimentato, al fine di permettere l’emergere di processi interattivi in cui poter giocare liberamente con gesti e parole in uno spazio sicuro senza conseguenze dirette sulla realtà.

Mettersi in gioco: la psicoterapia psicoanalitica relazionale e la capacità di giocare con realtà molteplici come processo evolutivo che cura

RIZZI, ALESSANDRA
2022/2023

Abstract

L’intento è quello di indagare e descrivere l’attività del giocare in qualità di processo interattivo, che innesca cambiamenti profondi nel sé più intimo del soggetto. Sarà descritto lo scambio affettivo profondo che nasce tra madre e bambino e permette la creazione di uno spazio potenziale e il riconoscimento intersoggettivo. Carenze affettive nell’ambiente primario comportano un mancato riconoscimento e un’impotenza nel gioco; ciò può sfociare nei Modelli Operativi Interni Dissociati. Gli attaccamenti traumatici impediscono la formazione della capacità di giocare con molteplici realtà. Il metodo di studio utilizzato è stato quello di comparare il pensiero dei vari autori all’interno di una vasta letteratura sull’argomento. In particolare, secondo l’approccio relazionale, l’individuo è immerso fin dalla sua nascita in un campo di matrici relazionali. L’indagine psicoanalitica deve basarsi su una condivisione e trasformazione di queste rappresentazioni in modo vitale e gioioso, così da permettere un’esplorazione attiva e creativa del proprio mondo interno ed esterno. In aggiunta, il terapeuta deve mettersi in una condizione di ascolto e sviluppare uno spazio d’incontro che il paziente non ha mai sperimentato, al fine di permettere l’emergere di processi interattivi in cui poter giocare liberamente con gesti e parole in uno spazio sicuro senza conseguenze dirette sulla realtà.
ITA
The intent is to investigate and describe the activity of playing as an interactive process, which triggers profound changes in the subject's most intimate self. The deep emotional exchange that arises between mother and child and allows the creation of a potential space and intersubjective recognition will be described. Affective deficiencies in the primary environment lead to a lack of recognition and impotence in the game; this can lead to Dissociated Internal Operating Models. Traumatic attachments prevent the formation of the ability to play with multiple realities. The study method used was to compare the thoughts of the various authors within a vast literature on the subject. In particular, according to the relational approach, the individual is immersed since his birth in a field of relational matrices. Psychoanalytic investigation must be based on a sharing and transformation of these representations in a vital and joyful way, so as to allow an active and creative exploration of one's internal and external world. In addition, the therapist must put himself in a listening condition and develop a meeting space that the patient has never experienced, in order to allow the emergence of interactive processes in which to play freely with gestures and words in a safe space without direct consequences on reality.
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