Nel corso degli ultimi decenni il pensiero Posthuman ha attirato l’attenzione di molti studiosi, sia nel panorama globale che in quello italiano, dal momento che il postumano è diventato un concetto fondamentale in grado di far fronte all’urgenza di una completa ridefinizione dei confini dell’umano proprio in seguito alle possibilità implicate dagli sviluppi scientifici, biotecnologici, sociali, culturali ed ecologici del XX e del XXI secolo. La prima parte dell’elaborato sarà dedicata ad una ricostruzione storico-genealogica del postumano a partire dal momento in cui il termine “postumanesimo” è stato usato per la prima volta, cioè nel saggio del 1977 intitolato Prometheus as Performer: Toward a Posthumanist Culture? dello scrittore e critico letterario Ihab Habib Hassan. Successivamente si prenderanno in esame le differenti accezioni assunte dal termine e verranno presentate nel dettaglio le proposte transumaniste e postumaniste. Nella seconda parte dell’elaborato si prenderanno in considerazione i limiti e i confini del pensiero Posthuman, si mostrerà che il dibattito bioetico sul progresso biotecnologico e sulla questione dello human enhancement si è sviluppato attraverso una vera e propria polarizzazione tra coloro che considerano lo sviluppo tecnologico come una minaccia per il futuro dell’umanità e si oppongono all’uso della tecnologia al fine di modificare ed espandere le capacità umane – i bioconservatori – e coloro che invece difendono il progresso tecnologico esprimendosi a favore delle human enhancement technologies – i bioprogressisti e i transumanisti in particolare. Si prenderanno quindi in esame le principali argomentazioni sostenute dai bioconservatori e dai transumanisti e si affronteranno le questioni morali relative al potenziamento delle capacità umane. Si mostrerà in seguito che questa dicotomia, pro/contro enhancement, necessita di essere oltrepassata in quanto non permette di comprendere adeguatamente il potenziale insito nelle scienze coeve e ostacola la costruzione di un paradigma antropologico in grado di cogliere le incredibili trasformazioni introdotte dalla rivoluzione biotecnologica del XX e del XXI secolo. Successivamente, si cercherà di mettere in evidenza il legame presente tra il concetto di enhancement e quello di possibilità d’essere al fine di mostrare che tale concetto non può essere ridotto ad una logica meramente quantitativa ma può rappresentare, invece, un elemento fondamentale in grado di fornire utili informazioni circa lo statuto dell’essere umano nell’attuale era biotech. Nell’ultimo paragrafo del secondo capitolo, verrà analizzato il principale limite speculativo che caratterizza il pensiero posthuman che accomuna sia la riflessione transumanista che quella postumanista, ossia il fatto di considerare la tradizione umanistica come un blocco unitario in cui la visione filosofica dell’uomo sarebbe rimasta per lo più invariata, a partire dalla filosofia greca fino a giungere all’antropologia filosofica novecentesca. Infine, nell’ultima parte dell’elaborato si cercherà di far emergere la cifra distintiva del discorso postumano e di comprendere cosa è attuale, oggi, nella questione del postumano. In questo modo sarà possibile proporre narrazioni alternative e nuovi punti di riferimento per far fronte al senso di spaesamento dovuto alle incredibili trasformazioni tecno-scientifiche presenti e future e, allo stesso tempo, elaborare modelli etici adeguati e utili a comprendere come agire in modo più responsabile. La svolta postumana evidenzia che, come società, non possiamo più pensare all'umanità separandola dalla tecnologia e dall'ecologia.
Il panorama postumano: origini, limiti e prospettive
DE GIRARDIS, PIERA
2022/2023
Abstract
Nel corso degli ultimi decenni il pensiero Posthuman ha attirato l’attenzione di molti studiosi, sia nel panorama globale che in quello italiano, dal momento che il postumano è diventato un concetto fondamentale in grado di far fronte all’urgenza di una completa ridefinizione dei confini dell’umano proprio in seguito alle possibilità implicate dagli sviluppi scientifici, biotecnologici, sociali, culturali ed ecologici del XX e del XXI secolo. La prima parte dell’elaborato sarà dedicata ad una ricostruzione storico-genealogica del postumano a partire dal momento in cui il termine “postumanesimo” è stato usato per la prima volta, cioè nel saggio del 1977 intitolato Prometheus as Performer: Toward a Posthumanist Culture? dello scrittore e critico letterario Ihab Habib Hassan. Successivamente si prenderanno in esame le differenti accezioni assunte dal termine e verranno presentate nel dettaglio le proposte transumaniste e postumaniste. Nella seconda parte dell’elaborato si prenderanno in considerazione i limiti e i confini del pensiero Posthuman, si mostrerà che il dibattito bioetico sul progresso biotecnologico e sulla questione dello human enhancement si è sviluppato attraverso una vera e propria polarizzazione tra coloro che considerano lo sviluppo tecnologico come una minaccia per il futuro dell’umanità e si oppongono all’uso della tecnologia al fine di modificare ed espandere le capacità umane – i bioconservatori – e coloro che invece difendono il progresso tecnologico esprimendosi a favore delle human enhancement technologies – i bioprogressisti e i transumanisti in particolare. Si prenderanno quindi in esame le principali argomentazioni sostenute dai bioconservatori e dai transumanisti e si affronteranno le questioni morali relative al potenziamento delle capacità umane. Si mostrerà in seguito che questa dicotomia, pro/contro enhancement, necessita di essere oltrepassata in quanto non permette di comprendere adeguatamente il potenziale insito nelle scienze coeve e ostacola la costruzione di un paradigma antropologico in grado di cogliere le incredibili trasformazioni introdotte dalla rivoluzione biotecnologica del XX e del XXI secolo. Successivamente, si cercherà di mettere in evidenza il legame presente tra il concetto di enhancement e quello di possibilità d’essere al fine di mostrare che tale concetto non può essere ridotto ad una logica meramente quantitativa ma può rappresentare, invece, un elemento fondamentale in grado di fornire utili informazioni circa lo statuto dell’essere umano nell’attuale era biotech. Nell’ultimo paragrafo del secondo capitolo, verrà analizzato il principale limite speculativo che caratterizza il pensiero posthuman che accomuna sia la riflessione transumanista che quella postumanista, ossia il fatto di considerare la tradizione umanistica come un blocco unitario in cui la visione filosofica dell’uomo sarebbe rimasta per lo più invariata, a partire dalla filosofia greca fino a giungere all’antropologia filosofica novecentesca. Infine, nell’ultima parte dell’elaborato si cercherà di far emergere la cifra distintiva del discorso postumano e di comprendere cosa è attuale, oggi, nella questione del postumano. In questo modo sarà possibile proporre narrazioni alternative e nuovi punti di riferimento per far fronte al senso di spaesamento dovuto alle incredibili trasformazioni tecno-scientifiche presenti e future e, allo stesso tempo, elaborare modelli etici adeguati e utili a comprendere come agire in modo più responsabile. La svolta postumana evidenzia che, come società, non possiamo più pensare all'umanità separandola dalla tecnologia e dall'ecologia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/101874