Background: Il disturbo di personalità borderline è contraddistinto da una instabilità nella regolazione delle emozioni, dell’immagine di sé, degli impulsi e delle relazioni interpersonali, che si traduce in una maggiore attivazione emotiva e in una disregolazione degli impulsi. Studi precedenti hanno posto in luce come alcune delle cause di tale difficoltà siano attribuibili ad una ridotta abilità nel riconoscimento delle espressioni facciali di carattere emotivo e ad un più generale deficit della mentalizzazione e della metacognizione. Metodi: Seguendo le linee guida del metodo PRISMA, è stata effettuata una revisione sistematica di 62 studi, i quali hanno preso in esame un totale di 4716 soggetti, 1948 dei quali affetti da disturbo borderline di personalità; 2411 soggetti di controllo; 357 con diagnosi psichiatrica diversa rispetto a quella di BPD. I compiti somministrati (riconoscimento, valutazione, classificazione, osservazione passiva, descrizione e attenzione - con il sostegno di alcune tecniche di neuroimmagine) hanno lo scopo di analizzare le modalità di elaborazione delle espressioni facciali nel paziente borderline. Risultati: Durante la presentazione di volti che esprimono emozioni negative (paura, rabbia, disgusto, tristezza) è stata rilevata una generalizzata ipersensibilità dei pazienti borderline, nonostante la presenza di alcune discrepanze tra studi. Durante la presentazione di espressioni positive (sorpresa, gioia) è stata registrata una minore accuratezza nel riconoscimento, soprattutto nel caso di volti ambigui; anche in questo caso si registrano discrepanze tra gli studi indagati. Ai volti neutrali viene attribuita un'interpretazione generalmente negativa. Infatti, si osserva la presenza di un bias interpretativo che induce a valutare più negativamente i volti, soprattutto quelli ambigui e neutrali. Conclusioni: Nonostante si concordi nel sostenere una generale ipersensibilità dei pazienti borderline rispetto all'osservazione e all'elaborazione dei volti espressivi, soprattutto di quelli negativi, ambigui e neutrali, le discrepanze ancora oggi presenti rivelano la necessità di chiarificare ulteriormente i processi di elaborazione delle espressioni facciali. Si tratta di comprendere se le numerose incongruenze siano dovute all'inadeguatezza dei protocolli sperimentali, alla grande varietà e ambiguità del disturbo borderline stesso, oppure all'esigenza di ridefinire i criteri diagnostici della patologia e delle sue sotto-categorie.
L’elaborazione delle espressioni facciali nel paziente affetto da Disturbo Borderline di personalità.
FODDAI, GIULIA
2022/2023
Abstract
Background: Il disturbo di personalità borderline è contraddistinto da una instabilità nella regolazione delle emozioni, dell’immagine di sé, degli impulsi e delle relazioni interpersonali, che si traduce in una maggiore attivazione emotiva e in una disregolazione degli impulsi. Studi precedenti hanno posto in luce come alcune delle cause di tale difficoltà siano attribuibili ad una ridotta abilità nel riconoscimento delle espressioni facciali di carattere emotivo e ad un più generale deficit della mentalizzazione e della metacognizione. Metodi: Seguendo le linee guida del metodo PRISMA, è stata effettuata una revisione sistematica di 62 studi, i quali hanno preso in esame un totale di 4716 soggetti, 1948 dei quali affetti da disturbo borderline di personalità; 2411 soggetti di controllo; 357 con diagnosi psichiatrica diversa rispetto a quella di BPD. I compiti somministrati (riconoscimento, valutazione, classificazione, osservazione passiva, descrizione e attenzione - con il sostegno di alcune tecniche di neuroimmagine) hanno lo scopo di analizzare le modalità di elaborazione delle espressioni facciali nel paziente borderline. Risultati: Durante la presentazione di volti che esprimono emozioni negative (paura, rabbia, disgusto, tristezza) è stata rilevata una generalizzata ipersensibilità dei pazienti borderline, nonostante la presenza di alcune discrepanze tra studi. Durante la presentazione di espressioni positive (sorpresa, gioia) è stata registrata una minore accuratezza nel riconoscimento, soprattutto nel caso di volti ambigui; anche in questo caso si registrano discrepanze tra gli studi indagati. Ai volti neutrali viene attribuita un'interpretazione generalmente negativa. Infatti, si osserva la presenza di un bias interpretativo che induce a valutare più negativamente i volti, soprattutto quelli ambigui e neutrali. Conclusioni: Nonostante si concordi nel sostenere una generale ipersensibilità dei pazienti borderline rispetto all'osservazione e all'elaborazione dei volti espressivi, soprattutto di quelli negativi, ambigui e neutrali, le discrepanze ancora oggi presenti rivelano la necessità di chiarificare ulteriormente i processi di elaborazione delle espressioni facciali. Si tratta di comprendere se le numerose incongruenze siano dovute all'inadeguatezza dei protocolli sperimentali, alla grande varietà e ambiguità del disturbo borderline stesso, oppure all'esigenza di ridefinire i criteri diagnostici della patologia e delle sue sotto-categorie.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
1022315_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.22 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.22 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/101870