In questo percorso si partirà dall’immagine, protagonista in questi ultimi anni di un’enorme diffusione mediatica, come testimoniato dalla televisione e dai social che hanno contribuito a questa enorme diffusione. Si discuterà degli elementi che la compongono, di quello che vuole trasmettere alle persone che le osservano. Difatti essa ha un ruolo primario, come afferma W. J. T. Mitchell teorizzando il pictorial turn, ovvero una svolta verso un’epoca circondata dalle immagini. Il tutto è contenuto all’interno della cultura visuale, un’interdisciplina nata nel 900 grazie all’apporto di differenti autori. Questi riuscirono a superare il confine disciplinare imposto dalla storia dell’arte e cominciarono a prendere in analisi tutte le tipologie di immagini diffuse. Difatti la cultura visuale è un contributo che viene da diverse discipline totalmente differenti e questo ha reso difficoltosa la nascita della cultura visuale. I contributi più preziosi e rilevanti sono stati quelli di Aby Warburg, che con il suo atlante per immagini è il primo che sorpassa il muro ideologico e propone un’importante pensiero e analisi. Successivamente il contributo di Walter Benjamin con i suoi studi legati ai diversi dispositivi che vengono creati a seguito della scoperta della fotografia, partendo dal Kaiserpanorama. Infine, W. J. T. Mitchell uno degli autori più rilevanti in tema di cultura visuale, il quale enuncerà diverse terminologie che sono i fondamenti della cultura visuale oggi. Nell’ultimo capitolo si focalizza l’analisi delle immagini all’interno della pubblicità, dove si vede come siano estremamente rilevanti e significative all’interno di tutti gli inserti pubblicitari, ma anche come si è modificato questo rapporto nei differenti secoli e con la diffusione della televisione prima e dei social successivamente. Dopo di che si analizza il significato di genere e di stereotipo, correlata alla difficoltà nel loro superamento. Infine, si propongono delle analisi di spot pubblicitari per evidenziare la presenza, anche implicita, di stereotipi.
Cultura visuale e apprendimento: un’analisi degli stereotipi di genere nelle pubblicità per bambini
D'AGOSTINO, FRANCESCA
2022/2023
Abstract
In questo percorso si partirà dall’immagine, protagonista in questi ultimi anni di un’enorme diffusione mediatica, come testimoniato dalla televisione e dai social che hanno contribuito a questa enorme diffusione. Si discuterà degli elementi che la compongono, di quello che vuole trasmettere alle persone che le osservano. Difatti essa ha un ruolo primario, come afferma W. J. T. Mitchell teorizzando il pictorial turn, ovvero una svolta verso un’epoca circondata dalle immagini. Il tutto è contenuto all’interno della cultura visuale, un’interdisciplina nata nel 900 grazie all’apporto di differenti autori. Questi riuscirono a superare il confine disciplinare imposto dalla storia dell’arte e cominciarono a prendere in analisi tutte le tipologie di immagini diffuse. Difatti la cultura visuale è un contributo che viene da diverse discipline totalmente differenti e questo ha reso difficoltosa la nascita della cultura visuale. I contributi più preziosi e rilevanti sono stati quelli di Aby Warburg, che con il suo atlante per immagini è il primo che sorpassa il muro ideologico e propone un’importante pensiero e analisi. Successivamente il contributo di Walter Benjamin con i suoi studi legati ai diversi dispositivi che vengono creati a seguito della scoperta della fotografia, partendo dal Kaiserpanorama. Infine, W. J. T. Mitchell uno degli autori più rilevanti in tema di cultura visuale, il quale enuncerà diverse terminologie che sono i fondamenti della cultura visuale oggi. Nell’ultimo capitolo si focalizza l’analisi delle immagini all’interno della pubblicità, dove si vede come siano estremamente rilevanti e significative all’interno di tutti gli inserti pubblicitari, ma anche come si è modificato questo rapporto nei differenti secoli e con la diffusione della televisione prima e dei social successivamente. Dopo di che si analizza il significato di genere e di stereotipo, correlata alla difficoltà nel loro superamento. Infine, si propongono delle analisi di spot pubblicitari per evidenziare la presenza, anche implicita, di stereotipi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/101826