Il 30 maggio del 2008 il ciclo di mobilitazioni che investe la città di Sidi Ifni da circa tre anni sfocia nell'organizzazione di un sit-in di protesta nel porto locale. Per una settimana i manifestanti bloccano le attività di pesca e la partenza dei camion destinati al trasporto dei prodotti ad Agadir. In sostegno al blocco del porto, la popolazione organizza cortei paralleli nel resto della città. La risposta statale si fa attendere per circa una settimana e dalle prime ore di sabato 7 giugno, ricordato come samedi noir, iniziano ad arrivare in città diversi convogli di forze d'ordine. Le dinamiche della giornata restano tutt'ora confuse, le poche tracce che si hanno sono costituite da frammenti della memoria locale e dalle poche restituzioni mediatiche che ne sono state fatte. Da queste, emergono ore di violente perquisizioni per la città, di incursioni nelle case e di arresti di uomini e donne. I militanti riportano la presenza di morti in seguito agli scontri e di casi di violenze sessuali da parte delle forze dell'ordine. Gli abitanti di Ifni denunciano la repressione attraverso la pubblicazione di foto e video, di cui – sicuramente solo una parte – resta tutt'ora accessibile. Questo evento ha richiamato intorno a sé una moderata attenzione mediatica e lo sguardo di un piccolo numero di ricercatori interessati all'analisi delle mobilitazioni che, negli stessi anni, investono altre piccole città dell'area. Sebbene meritevoli di mettere in luce delle dinamiche poco indagate, le analisi presentate delle mobilitazioni dei piccoli centri urbani sono considerate parzialmente insoddisfacenti riguardo a due aspetti principali. In primo luogo, gli studi proposti concentrano il loro interesse agli anni delle mobilitazioni, delle quali sono analizzati essenzialmente gli avvenimenti e i risultati ottenuti. Nel caso di Ifni, la storia precedente al 2004, anno in cui gli autori datano l'inizio del ciclo di manifestazioni, viene riassunta in brevi paragrafi volti a schematizzare il passato in una serie di date ritenute emblematiche. In secondo luogo, le territorialità individuate sono descritte come luoghi marginali, isolati, inutili rispetto a un interesse centrale e abitati da comunità storicamente ribelli, mosse da un sentimento di abbandono e di opposizione al centro. Le mobilitazioni sono interpretate secondo un registro linguistico, e teorico, che si basa su alcune coppie di significati: “bled el Makhzen” e “bled siba”, “Maroc Utile” e “Maroc Inutile”, centro e periferia. Allontanandosi dalla lettura presentata, l'analisi delle mobilitazioni non rappresenta di per sé l'obiettivo di questa ricerca: il ciclo di manifestazioni che investe la città è considerato come un momento di forte espressione del legame - al centro dell'analisi - tra statualità, territorio e immaginario. Nello studio delle tre dimensioni citate, si è deciso guardare nello specifico al significato che assumono, a livello locale, le modifiche amministrative statali. Adottando questo punto di vista, si cerca di mettere in dubbio la centralità dello Stato come unico registro di interpretazione della località e sottolineare le numerose dimensioni, non statali, che contribuiscono al processo di immaginazione del territorio.

Sidi Ifni: analisi sulla statualità di un territorio.

REPETTI, BENEDETTA
2018/2019

Abstract

Il 30 maggio del 2008 il ciclo di mobilitazioni che investe la città di Sidi Ifni da circa tre anni sfocia nell'organizzazione di un sit-in di protesta nel porto locale. Per una settimana i manifestanti bloccano le attività di pesca e la partenza dei camion destinati al trasporto dei prodotti ad Agadir. In sostegno al blocco del porto, la popolazione organizza cortei paralleli nel resto della città. La risposta statale si fa attendere per circa una settimana e dalle prime ore di sabato 7 giugno, ricordato come samedi noir, iniziano ad arrivare in città diversi convogli di forze d'ordine. Le dinamiche della giornata restano tutt'ora confuse, le poche tracce che si hanno sono costituite da frammenti della memoria locale e dalle poche restituzioni mediatiche che ne sono state fatte. Da queste, emergono ore di violente perquisizioni per la città, di incursioni nelle case e di arresti di uomini e donne. I militanti riportano la presenza di morti in seguito agli scontri e di casi di violenze sessuali da parte delle forze dell'ordine. Gli abitanti di Ifni denunciano la repressione attraverso la pubblicazione di foto e video, di cui – sicuramente solo una parte – resta tutt'ora accessibile. Questo evento ha richiamato intorno a sé una moderata attenzione mediatica e lo sguardo di un piccolo numero di ricercatori interessati all'analisi delle mobilitazioni che, negli stessi anni, investono altre piccole città dell'area. Sebbene meritevoli di mettere in luce delle dinamiche poco indagate, le analisi presentate delle mobilitazioni dei piccoli centri urbani sono considerate parzialmente insoddisfacenti riguardo a due aspetti principali. In primo luogo, gli studi proposti concentrano il loro interesse agli anni delle mobilitazioni, delle quali sono analizzati essenzialmente gli avvenimenti e i risultati ottenuti. Nel caso di Ifni, la storia precedente al 2004, anno in cui gli autori datano l'inizio del ciclo di manifestazioni, viene riassunta in brevi paragrafi volti a schematizzare il passato in una serie di date ritenute emblematiche. In secondo luogo, le territorialità individuate sono descritte come luoghi marginali, isolati, inutili rispetto a un interesse centrale e abitati da comunità storicamente ribelli, mosse da un sentimento di abbandono e di opposizione al centro. Le mobilitazioni sono interpretate secondo un registro linguistico, e teorico, che si basa su alcune coppie di significati: “bled el Makhzen” e “bled siba”, “Maroc Utile” e “Maroc Inutile”, centro e periferia. Allontanandosi dalla lettura presentata, l'analisi delle mobilitazioni non rappresenta di per sé l'obiettivo di questa ricerca: il ciclo di manifestazioni che investe la città è considerato come un momento di forte espressione del legame - al centro dell'analisi - tra statualità, territorio e immaginario. Nello studio delle tre dimensioni citate, si è deciso guardare nello specifico al significato che assumono, a livello locale, le modifiche amministrative statali. Adottando questo punto di vista, si cerca di mettere in dubbio la centralità dello Stato come unico registro di interpretazione della località e sottolineare le numerose dimensioni, non statali, che contribuiscono al processo di immaginazione del territorio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/101727