E' nel 1848 che gli ebrei piemontesi poterono essere considerati cittadini a tutti gli effetti, quando il re del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, emanò tre regi decreti coi quali riconobbe alla minoranza israelitica pieni diritti civili, l'accesso alla leva militare e pieni diritti politici alla pari dei cittadini cristiani. Già una prima emancipazione per gli ebrei, però, si ebbe durante la dominazione napoleonica in Italia. Ma la situazione non durò a lungo, e il ritorno dei governi restaurati portò la fine dell'emancipazione per gli ebrei che dovettero ritornare a risiedere all'interno dei ghetti. In quegli anni si animò un forte dibattito tra gli intellettuali sul concedere o meno l'emancipazione agli ebrei. Molti furono i contrati (tra questi vanno ricordati: il piemontese Gambini o il domenicano Jabalot), ma altrettanto numerosi furono i favorevoli, come i fratelli D'Azeglio, Cavour, Mazzini, Cattaneo; giusto per citare i nomi più celebri. La fine di questi dibattiti si ebbe nel 1848 quando Carlo Alberto emanò lo Statuto albertino nel quale riconosceva le minoranze religiose degli ebrei e dei valdesi (nonostante la religione cattolica continuasse a rimanere quella ufficiale del Regno). Fu così che gli ebrei ebbero nuovamente la possibilità di uscire fuori dai ghetti, laurearsi e coprire cariche pubbliche inimmaginabili fino a qualche decennio prima. Purtroppo, anche questa emancipazione del 1848, come quella di fine Settecento e inizio Ottocento voluta da Napoleone Bonaparte, non ebbe vita lunga. Infatti, neanche un secolo dopo la piena parificazione giuridica per gli ebrei sabaudi l'emanazione delle leggi razziali del 1938 portò gli ebrei italiani a subire uno dei crimini tra i più orribili nella storia dell'umanità: la Shoah. Solo la fine della seconda guerra mondiale e la sconfitta della Germania nazista diede la possibilità agli ebrei sopravvissuti dai campi di concentramento nazisti di poter ritornare nelle rispettive case, o addirittura di ritornare in Palestina dove nel 1947 nacque lo Stato d'Israele.

L'emancipazione ebraica del 1848.

ZENUNI, AMOS
2014/2015

Abstract

E' nel 1848 che gli ebrei piemontesi poterono essere considerati cittadini a tutti gli effetti, quando il re del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, emanò tre regi decreti coi quali riconobbe alla minoranza israelitica pieni diritti civili, l'accesso alla leva militare e pieni diritti politici alla pari dei cittadini cristiani. Già una prima emancipazione per gli ebrei, però, si ebbe durante la dominazione napoleonica in Italia. Ma la situazione non durò a lungo, e il ritorno dei governi restaurati portò la fine dell'emancipazione per gli ebrei che dovettero ritornare a risiedere all'interno dei ghetti. In quegli anni si animò un forte dibattito tra gli intellettuali sul concedere o meno l'emancipazione agli ebrei. Molti furono i contrati (tra questi vanno ricordati: il piemontese Gambini o il domenicano Jabalot), ma altrettanto numerosi furono i favorevoli, come i fratelli D'Azeglio, Cavour, Mazzini, Cattaneo; giusto per citare i nomi più celebri. La fine di questi dibattiti si ebbe nel 1848 quando Carlo Alberto emanò lo Statuto albertino nel quale riconosceva le minoranze religiose degli ebrei e dei valdesi (nonostante la religione cattolica continuasse a rimanere quella ufficiale del Regno). Fu così che gli ebrei ebbero nuovamente la possibilità di uscire fuori dai ghetti, laurearsi e coprire cariche pubbliche inimmaginabili fino a qualche decennio prima. Purtroppo, anche questa emancipazione del 1848, come quella di fine Settecento e inizio Ottocento voluta da Napoleone Bonaparte, non ebbe vita lunga. Infatti, neanche un secolo dopo la piena parificazione giuridica per gli ebrei sabaudi l'emanazione delle leggi razziali del 1938 portò gli ebrei italiani a subire uno dei crimini tra i più orribili nella storia dell'umanità: la Shoah. Solo la fine della seconda guerra mondiale e la sconfitta della Germania nazista diede la possibilità agli ebrei sopravvissuti dai campi di concentramento nazisti di poter ritornare nelle rispettive case, o addirittura di ritornare in Palestina dove nel 1947 nacque lo Stato d'Israele.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/10169