Giorgio Castriota (6 maggio 1405 - 17 gennaio 1468), noto come Skanderbeg, era un nobile albanese e Comandante militare che guidò una ribellione contro l'impero ottomano in quelli che oggi sono i territori dell'Albania, della Macedonia del Nord, del Kosovo, del Montenegro e della Serbia. Membro della nobile famiglia Castriota, fu inviato alla corte ottomana come ostaggio, dove fu istruito e entrò al servizio del sultano ottomano per i successivi vent'anni: si distinse per le sue capacità, iniziando una brillante ascesa tra i ranghi, culminata con la nomina a Sanjakbey (Governatore) del Sanjak di Dibra nel 1440. Nel 1443, abbandonò l'esercito turco durante la battaglia di Niš e divenne sovrano di Croia, Svetigrad e Modrič. La ribellione di Skanderbeg non fu una rivolta generale degli albanesi, perché non ottenne sostegno nel nord controllato dai veneziani o nel sud controllato dagli ottomani. I suoi seguaci includevano, oltre agli albanesi, anche slavi, valacchi e greci. Nonostante il suo valore quale condottiero militare, non fu in grado di fare altro che detenere i propri beni all'interno di un'area molto piccola in quella che è l'odierna Albania settentrionale, dove si realizzarono la maggior parte delle sue vittorie contro gli ottomani. La sua fu una ribellione a carattere nazionale: la resistenza da lui guidata ha riunito albanesi di diverse regioni e dialetti in una causa comune, contribuendo a definire l'identità etnica degli albanesi. Le abilità militari di Skanderbeg rappresentavano un grave ostacolo all'espansione ottomana e nell'Europa occidentale la sua figura fu presa a modello della resistenza cristiana contro i musulmani. Per 25 anni, dal 1443 al 1468, l'esercito di 10.000 uomini al comando di Skanderbeg marciò attraverso il territorio ottomano vincendo contro forze avversarie numericamente più grandi e meglio equipaggiate guadagnandosi l'ammirazione dallo stesso nemico. Skanderbeg si firmava sempre in latino: “Dominus Albaniae” ("Lord of Albania"), non rivendicando altri titoli nei documenti. Nel 1451, riconobbe de jure la sovranità del Regno di Napoli sull'Albania attraverso il Trattato di Gaeta, per garantirsi un'alleato forte al bisogno, sebbene rimase, di fatto, un sovrano indipendente. Nel 1460-1461, partecipò alle guerre civili italiane a sostegno di Ferdinando I di Napoli. Nel 1463 divenne il Comandante più importante delle forze crociate di Papa Pio II: purtroppo il Papa morì mentre gli eserciti stavano ancora radunando. Insieme ai veneziani combatté contro gli ottomani durante la guerra ottomanaveneziana (1463-1479), fino alla sua morte nel gennaio 1468. Nel periodo storico considerato, può essere considerato come l'avversario più ostinato dell'Impero ottomano.
La figura di Giorgio CASTRIOTA
CUKAJ, BRUNO
2019/2020
Abstract
Giorgio Castriota (6 maggio 1405 - 17 gennaio 1468), noto come Skanderbeg, era un nobile albanese e Comandante militare che guidò una ribellione contro l'impero ottomano in quelli che oggi sono i territori dell'Albania, della Macedonia del Nord, del Kosovo, del Montenegro e della Serbia. Membro della nobile famiglia Castriota, fu inviato alla corte ottomana come ostaggio, dove fu istruito e entrò al servizio del sultano ottomano per i successivi vent'anni: si distinse per le sue capacità, iniziando una brillante ascesa tra i ranghi, culminata con la nomina a Sanjakbey (Governatore) del Sanjak di Dibra nel 1440. Nel 1443, abbandonò l'esercito turco durante la battaglia di Niš e divenne sovrano di Croia, Svetigrad e Modrič. La ribellione di Skanderbeg non fu una rivolta generale degli albanesi, perché non ottenne sostegno nel nord controllato dai veneziani o nel sud controllato dagli ottomani. I suoi seguaci includevano, oltre agli albanesi, anche slavi, valacchi e greci. Nonostante il suo valore quale condottiero militare, non fu in grado di fare altro che detenere i propri beni all'interno di un'area molto piccola in quella che è l'odierna Albania settentrionale, dove si realizzarono la maggior parte delle sue vittorie contro gli ottomani. La sua fu una ribellione a carattere nazionale: la resistenza da lui guidata ha riunito albanesi di diverse regioni e dialetti in una causa comune, contribuendo a definire l'identità etnica degli albanesi. Le abilità militari di Skanderbeg rappresentavano un grave ostacolo all'espansione ottomana e nell'Europa occidentale la sua figura fu presa a modello della resistenza cristiana contro i musulmani. Per 25 anni, dal 1443 al 1468, l'esercito di 10.000 uomini al comando di Skanderbeg marciò attraverso il territorio ottomano vincendo contro forze avversarie numericamente più grandi e meglio equipaggiate guadagnandosi l'ammirazione dallo stesso nemico. Skanderbeg si firmava sempre in latino: “Dominus Albaniae” ("Lord of Albania"), non rivendicando altri titoli nei documenti. Nel 1451, riconobbe de jure la sovranità del Regno di Napoli sull'Albania attraverso il Trattato di Gaeta, per garantirsi un'alleato forte al bisogno, sebbene rimase, di fatto, un sovrano indipendente. Nel 1460-1461, partecipò alle guerre civili italiane a sostegno di Ferdinando I di Napoli. Nel 1463 divenne il Comandante più importante delle forze crociate di Papa Pio II: purtroppo il Papa morì mentre gli eserciti stavano ancora radunando. Insieme ai veneziani combatté contro gli ottomani durante la guerra ottomanaveneziana (1463-1479), fino alla sua morte nel gennaio 1468. Nel periodo storico considerato, può essere considerato come l'avversario più ostinato dell'Impero ottomano.File | Dimensione | Formato | |
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