In recent years studies on food in its various components (nutrition, history, culture and even geography) have grown exponentially. Geography specifically analyzed the food in many ways. We recall the studies on spatial relationships between producers and consumers. If at first, with the advent of globalization, everything seemed to more wide-ranging, now a new dimension is found with attention to organic and kilometer zero. The food speaks not only through its more recent history, but it can also be analyzed as a producer of mental maps. Individually or collectively, the food generates emotions in those who come into contact, in the production and consumption. But since the food chain, it cannot be considered only through geography reticular passages of time from one node to another; here that geography becomes plural and you need to talk about geographies, as suggested Colombino (2014). Every single food has multiple geographies given by the encounter of different ingredients that make it up and their stories. This principle has developed a line of study called "follow the thing". Others focused on the territorial structure of supply chains through studies economic geography of the Alternative Food Network (local markets, farmers' markets, direct sales, Gas and Gac ...). In 2014 the ratio of the population living in the cities versus in rural areas has exceeded the threshold of 50%. This change of scenery brought geographers to dedicate a line of investigation to the relationships between food and the city. How it will be possible to feed the city increasingly larger and more populated while rural areas face a decrease of labor and in some cases of spaces with productive land? In recent years the public attention towards food safety has also increased. This has urged schools to play a role in health prevention and in the fight against obesity. The City of Turin meets this demand with a project carried out in primary schools of the city called "the menu I made". The path that teachers and children face wants to retrace all the steps related to the school meal: starting from the problem of public procurement until the drafting of the menu. The environmental sustainability is a central aspect. Specific attention is given to issues related to organic production and seasonality, to reduce waste and to the exploitation of products of excellence within the region. In order to study the phenomenon in a geographical perspective, the attention will focus on nutrition education as a tool for Geography Education.
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale degli studi sul cibo nelle sue diverse componenti: nutrizione, storia, cultura e anche geografia. La geografia nello specifico ha analizzato il cibo sotto diversi aspetti, tra questi ricordiamo gli studi sulle relazioni spaziali tra produttori e consumatori che, se in un primo momento sembravano quanto mai ad ampio raggio con l'avvento della globalizzazione, ad oggi trovano una nuova dimensione con l'attenzione al biologico e al Km zero. Il cibo non ci parla solo attraverso la sua storia più recente, ma può anche essere analizzato in quanto creatore di mappe mentali e sensoriali che in modo individuale o collettivo genera in chi ne viene a contatto sia nella fase produttiva che in quella di consumo. Ma dal momento che la filiera alimentare non può essere considerata unicamente attraverso una geografia reticolare di passaggi temporali da un nodo ad un altro ecco che la geografia diventa plurale ed è necessario parlare di geografie, come suggerisce Colombino (2014). Ogni singolo alimento ha molteplici geografie date dall'incontro dei differenti ingredienti che lo compongono e dalle loro storie, su questo principio si è sviluppato il filone di studi denominato ¿follow the thing¿. Altri si sono focalizzati sulla struttura territoriale delle filiere attraverso studi di geografia economica degli Alternative Food Network (mercati rionali, mercati dei contadini, vendita diretta, Gas e Gac¿). Nel 2014 si è superata la soglia del 50% degli abitanti nelle città rispetto alle aree rurali e questo cambiamento di scenario ha portato i geografi a dedicare un filone di indagine alle relazioni che intercorrono tra cibo e città. Come sarà possibile nutrire città sempre più grandi e abitate a fronte di aree rurali sempre più povere di manodopera e in alcuni casi di spazi con terreni produttivi? Negli ultimi anni è anche aumentata l'attenzione pubblica sulla sicurezza alimentare e sull'educazione alimentare sollecitando le scuole in percorsi di prevenzione della salute e lotta all'obesità. Il Comune di Torino risponde a questa richiesta tramite un progetto svolto nelle scuole primarie della città chiamato ¿il menù l'ho fatto io¿. Il percorso che gli insegnanti e i bambini affrontano vuole ripercorrere tutte le tappe legate alla ristorazione scolastica: dal problema del pubblic procurement alla stesura del menù, portando l'attenzione delle classi alla sostenibilità ambientale. Nello specifico si affrontano tematiche legate alla produzione biologica e alla stagionalità, alla riduzione degli scarti e alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza presenti sul territorio regionale. Nell'ottica di studiare il fenomeno in una prospettiva geografica, l'attenzione si focalizzerà sulla educazione alimentare come strumento per l'educazione geografica.
Geografia alimentare: un progetto educativo
ALLASIA, GIULIA
2014/2015
Abstract
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale degli studi sul cibo nelle sue diverse componenti: nutrizione, storia, cultura e anche geografia. La geografia nello specifico ha analizzato il cibo sotto diversi aspetti, tra questi ricordiamo gli studi sulle relazioni spaziali tra produttori e consumatori che, se in un primo momento sembravano quanto mai ad ampio raggio con l'avvento della globalizzazione, ad oggi trovano una nuova dimensione con l'attenzione al biologico e al Km zero. Il cibo non ci parla solo attraverso la sua storia più recente, ma può anche essere analizzato in quanto creatore di mappe mentali e sensoriali che in modo individuale o collettivo genera in chi ne viene a contatto sia nella fase produttiva che in quella di consumo. Ma dal momento che la filiera alimentare non può essere considerata unicamente attraverso una geografia reticolare di passaggi temporali da un nodo ad un altro ecco che la geografia diventa plurale ed è necessario parlare di geografie, come suggerisce Colombino (2014). Ogni singolo alimento ha molteplici geografie date dall'incontro dei differenti ingredienti che lo compongono e dalle loro storie, su questo principio si è sviluppato il filone di studi denominato ¿follow the thing¿. Altri si sono focalizzati sulla struttura territoriale delle filiere attraverso studi di geografia economica degli Alternative Food Network (mercati rionali, mercati dei contadini, vendita diretta, Gas e Gac¿). Nel 2014 si è superata la soglia del 50% degli abitanti nelle città rispetto alle aree rurali e questo cambiamento di scenario ha portato i geografi a dedicare un filone di indagine alle relazioni che intercorrono tra cibo e città. Come sarà possibile nutrire città sempre più grandi e abitate a fronte di aree rurali sempre più povere di manodopera e in alcuni casi di spazi con terreni produttivi? Negli ultimi anni è anche aumentata l'attenzione pubblica sulla sicurezza alimentare e sull'educazione alimentare sollecitando le scuole in percorsi di prevenzione della salute e lotta all'obesità. Il Comune di Torino risponde a questa richiesta tramite un progetto svolto nelle scuole primarie della città chiamato ¿il menù l'ho fatto io¿. Il percorso che gli insegnanti e i bambini affrontano vuole ripercorrere tutte le tappe legate alla ristorazione scolastica: dal problema del pubblic procurement alla stesura del menù, portando l'attenzione delle classi alla sostenibilità ambientale. Nello specifico si affrontano tematiche legate alla produzione biologica e alla stagionalità, alla riduzione degli scarti e alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza presenti sul territorio regionale. Nell'ottica di studiare il fenomeno in una prospettiva geografica, l'attenzione si focalizzerà sulla educazione alimentare come strumento per l'educazione geografica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10153