Introduction: European guidelines for treatment of advanced thyroid carcinoma include the possibility of combining systemic therapies with local procedures in order to optimize disease control, in selected cases. Therefore, the aim of this study was to evaluate the effect of additional treatments in patients with thyroid carcinoma already treated with tyrosine kinase inhibitors, both in terms of modulation of cytostatic treatment and disease control. Patients and procedures: we evaluated 15 patients undergoing a total of 29 procedures, including surgery, radiotherapy/radiosurgery (stereotactic, Cyberknife, Gammaknife), interventional radiology treatments (TACE, RFA), and treatment with 131I; other information collected was histotype, TKI used (type, dosage, line of treatment) at the time of the procedure, procedure sites, and time between initiation of systemic TKI therapy and procedure. The population was analyzed either in its entirety or by dividing the sample into subgroups on the basis of histotype or on the basis of evidence of radiological progression during TKI and the subsequent intent with which the procedure was performed: in the latter case, a group was defined including procedures performed in the absence of known progression (Progression of Disease, PD) and with the intent to reduce the disease burden (group A), and a group for procedures performed with the intent to control the disease after evidence of progression during TKI (group B). The immediate impact of the procedures on TKI therapy (in the 3 months following the procedure) was analyzed, considering the cases in which there was continuation of cytostatic therapy at the same dose, dose reduction or discontinuation of TKI, change in the type of TKI used. Another effect of (local) procedures considered in the analysis was the control on loco-regional disease progression during the follow-up period. Radiological response was assessed according to RECIST 1.1 criteria; side effects were recorded and graded by CTCAE 4.3 scale. In parallel, post-procedure systemic disease control was analyzed and any patient death recorded. Results and Conclusions: among the side effects following local procedures, no particular complications have appeared, other than those typical of these same types of treatments performed in the absence of TKI, supporting the fact that these procedures can be performed during TKI without additional side effects. The analysis showed that, in patients with oligoprogression of disease, the performance of loco-regional procedures would allow to maintain the ongoing systemic therapy, also avoiding the transition to second-line therapies, usually inevitable for cancer patients presenting PD; another finding is that, if performed in patients in the absence of PD, loco-regional procedures could contribute to local control of disease, allowing in some cases even the suspension of systemic therapy (known to be continued for life) following evidence of optimal response and control of the burden of disease. Although with some limitations, the present study analyzes for the first time the contribution of loco-regional procedures in the management of systemic TKI therapy and disease control. However, these initial data need to be confirmed in larger populations.

Introduzione: le Linee Guida Europee per il trattamento del carcinoma tiroideo avanzato prevedono la possibilità di associare terapie sistemiche a procedure locali con lo scopo di ottimizzare il controllo di malattia, in casi selezionati. Pertanto, scopo di questo studio è stato quello di valutare l’effetto di trattamenti aggiuntivi nei pazienti affetti da carcinoma tiroideo già in terapia con inibitori tirosin-chinasici, sia in termini di modulazione successiva del trattamento citostatico sia sul controllo di malattia. Pazienti e procedure: sono stati valutati 15 pazienti sottoposti, in corso di terapia con TKI, ad un totale di 29 procedure, tra cui chirurgia, radioterapia/radiochirurgia (stereotassica, Cyberknife, Gammaknife), trattamento di radiologia interventistica (TACE, RFA), trattamento con 131-I; altre informazioni raccolte sono state l’istotipo, il TKI utilizzato (tipo, dosaggio, linea di trattamento) al momento della procedura, la sede di intervento e il tempo compreso tra l’avvio della terapia sistemica con TKI e la procedura. La popolazione è stata analizzata sia nella sua totalità, sia suddividendo il campione in sottogruppi sulla base dell’istotipo oppure in base all’evidenza di progressione radiologica in corso di TKI e al conseguente intento con cui è stata effettuata la procedura: in quest’ultimo caso, è stato definito un gruppo comprendente le procedure effettuate in assenza di progressione (Progression of Disease, PD) nota e con l’intento di ridurre il burden di malattia (gruppo A), e un gruppo per le procedure effettuate con l’intento di controllare la malattia dopo evidenza di progressione durante TKI (gruppo B). È stato analizzato l’impatto immediato delle procedure sulla terapia con TKI (nei 3 mesi successivi alla procedura), considerando i casi in cui vi è stata prosecuzione della terapia citostatica alla stessa dose, riduzione del dosaggio o interruzione del TKI, cambiamento del tipo di TKI utilizzato. Altro effetto delle procedure (locali) preso in considerazione nell’analisi è stato il controllo sulla progressione loco-regionale di malattia durante il periodo di follow-up. La risposta radiologica è stata valutata secondo i criteri RECIST 1.1; gli effetti collaterali sono stati classificati tramite la scala CTCAE 4.3. Parallelamente è stato analizzato il controllo sistemico di malattia post-procedura e registrato l’eventuale decesso del paziente. Risultati e Conclusioni: tra gli effetti collaterali in seguito alle procedure locali non sono comparse particolari complicanze, se non le tipiche di questi stessi tipi di trattamenti eseguiti in assenza di TKI, a sostegno del fatto che queste procedure possono essere eseguite in corso di TKI senza effetti collaterali aggiuntivi. Dall’analisi è emerso che, in pazienti in cui si verifichi oligoprogressione di malattia, l’esecuzione di procedure loco-regionali permetterebbe di mantenere la terapia sistemica in corso, evitando anche il passaggio a terapie di seconda linea, solitamente inevitabile per pazienti oncologici che presentino PD; un altro dato emerso è quello secondo cui, se effettuate in pazienti in assenza di PD, le procedure loco-regionali potrebbero contribuire al controllo locale di malattia, permettendo in alcuni casi anche la sospensione della terapia sistemica (notoriamente continuata in cronico) in seguito a evidenza di risposta ottimale e controllo del burden di malattia. Sebbene con alcuni limiti, il presente studio analizza per la prima volta il contributo di procedure loco-regionali nella gestione della terapia sistemica con TKI e nel controllo di malattia. Tuttavia, tali dati iniziali necessitano di essere confermati su popolazioni più ampie.

Approccio multimodale in pazienti affetti da carcinoma tiroideo metastatico durante trattamento con inibitori tirosin-chinasici: valutazione retrospettiva della casistica di un centro di riferimento

CUCCO, ALICE
2020/2021

Abstract

Introduzione: le Linee Guida Europee per il trattamento del carcinoma tiroideo avanzato prevedono la possibilità di associare terapie sistemiche a procedure locali con lo scopo di ottimizzare il controllo di malattia, in casi selezionati. Pertanto, scopo di questo studio è stato quello di valutare l’effetto di trattamenti aggiuntivi nei pazienti affetti da carcinoma tiroideo già in terapia con inibitori tirosin-chinasici, sia in termini di modulazione successiva del trattamento citostatico sia sul controllo di malattia. Pazienti e procedure: sono stati valutati 15 pazienti sottoposti, in corso di terapia con TKI, ad un totale di 29 procedure, tra cui chirurgia, radioterapia/radiochirurgia (stereotassica, Cyberknife, Gammaknife), trattamento di radiologia interventistica (TACE, RFA), trattamento con 131-I; altre informazioni raccolte sono state l’istotipo, il TKI utilizzato (tipo, dosaggio, linea di trattamento) al momento della procedura, la sede di intervento e il tempo compreso tra l’avvio della terapia sistemica con TKI e la procedura. La popolazione è stata analizzata sia nella sua totalità, sia suddividendo il campione in sottogruppi sulla base dell’istotipo oppure in base all’evidenza di progressione radiologica in corso di TKI e al conseguente intento con cui è stata effettuata la procedura: in quest’ultimo caso, è stato definito un gruppo comprendente le procedure effettuate in assenza di progressione (Progression of Disease, PD) nota e con l’intento di ridurre il burden di malattia (gruppo A), e un gruppo per le procedure effettuate con l’intento di controllare la malattia dopo evidenza di progressione durante TKI (gruppo B). È stato analizzato l’impatto immediato delle procedure sulla terapia con TKI (nei 3 mesi successivi alla procedura), considerando i casi in cui vi è stata prosecuzione della terapia citostatica alla stessa dose, riduzione del dosaggio o interruzione del TKI, cambiamento del tipo di TKI utilizzato. Altro effetto delle procedure (locali) preso in considerazione nell’analisi è stato il controllo sulla progressione loco-regionale di malattia durante il periodo di follow-up. La risposta radiologica è stata valutata secondo i criteri RECIST 1.1; gli effetti collaterali sono stati classificati tramite la scala CTCAE 4.3. Parallelamente è stato analizzato il controllo sistemico di malattia post-procedura e registrato l’eventuale decesso del paziente. Risultati e Conclusioni: tra gli effetti collaterali in seguito alle procedure locali non sono comparse particolari complicanze, se non le tipiche di questi stessi tipi di trattamenti eseguiti in assenza di TKI, a sostegno del fatto che queste procedure possono essere eseguite in corso di TKI senza effetti collaterali aggiuntivi. Dall’analisi è emerso che, in pazienti in cui si verifichi oligoprogressione di malattia, l’esecuzione di procedure loco-regionali permetterebbe di mantenere la terapia sistemica in corso, evitando anche il passaggio a terapie di seconda linea, solitamente inevitabile per pazienti oncologici che presentino PD; un altro dato emerso è quello secondo cui, se effettuate in pazienti in assenza di PD, le procedure loco-regionali potrebbero contribuire al controllo locale di malattia, permettendo in alcuni casi anche la sospensione della terapia sistemica (notoriamente continuata in cronico) in seguito a evidenza di risposta ottimale e controllo del burden di malattia. Sebbene con alcuni limiti, il presente studio analizza per la prima volta il contributo di procedure loco-regionali nella gestione della terapia sistemica con TKI e nel controllo di malattia. Tuttavia, tali dati iniziali necessitano di essere confermati su popolazioni più ampie.
Multimodal approach in patients with metastatic thyroid carcinoma during treatment with tyrosine-kinase inhibitors: retrospective evaluation of a reference center case series
Introduction: European guidelines for treatment of advanced thyroid carcinoma include the possibility of combining systemic therapies with local procedures in order to optimize disease control, in selected cases. Therefore, the aim of this study was to evaluate the effect of additional treatments in patients with thyroid carcinoma already treated with tyrosine kinase inhibitors, both in terms of modulation of cytostatic treatment and disease control. Patients and procedures: we evaluated 15 patients undergoing a total of 29 procedures, including surgery, radiotherapy/radiosurgery (stereotactic, Cyberknife, Gammaknife), interventional radiology treatments (TACE, RFA), and treatment with 131I; other information collected was histotype, TKI used (type, dosage, line of treatment) at the time of the procedure, procedure sites, and time between initiation of systemic TKI therapy and procedure. The population was analyzed either in its entirety or by dividing the sample into subgroups on the basis of histotype or on the basis of evidence of radiological progression during TKI and the subsequent intent with which the procedure was performed: in the latter case, a group was defined including procedures performed in the absence of known progression (Progression of Disease, PD) and with the intent to reduce the disease burden (group A), and a group for procedures performed with the intent to control the disease after evidence of progression during TKI (group B). The immediate impact of the procedures on TKI therapy (in the 3 months following the procedure) was analyzed, considering the cases in which there was continuation of cytostatic therapy at the same dose, dose reduction or discontinuation of TKI, change in the type of TKI used. Another effect of (local) procedures considered in the analysis was the control on loco-regional disease progression during the follow-up period. Radiological response was assessed according to RECIST 1.1 criteria; side effects were recorded and graded by CTCAE 4.3 scale. In parallel, post-procedure systemic disease control was analyzed and any patient death recorded. Results and Conclusions: among the side effects following local procedures, no particular complications have appeared, other than those typical of these same types of treatments performed in the absence of TKI, supporting the fact that these procedures can be performed during TKI without additional side effects. The analysis showed that, in patients with oligoprogression of disease, the performance of loco-regional procedures would allow to maintain the ongoing systemic therapy, also avoiding the transition to second-line therapies, usually inevitable for cancer patients presenting PD; another finding is that, if performed in patients in the absence of PD, loco-regional procedures could contribute to local control of disease, allowing in some cases even the suspension of systemic therapy (known to be continued for life) following evidence of optimal response and control of the burden of disease. Although with some limitations, the present study analyzes for the first time the contribution of loco-regional procedures in the management of systemic TKI therapy and disease control. However, these initial data need to be confirmed in larger populations.
FONIO, PAOLO
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