STUDY OBJECTIVE The availability of working health care workers is crucial for a hospital to function properly. Therefore, it is evident that any shortage of personnel results in a reduced ability to deliver the required health care services. We considered it appropriate to evaluate the negativization time from SARS-CoV-2 infection, calculated from the first positive molecular swab (processed by RT-PCR). Such negativization times have a great impact on the availability of HCWs and the duration of their period of absence from the workplace. New-onset variants of SARS-CoV-2 had a strong impact on virus spread, virulence, and the ability of the host immune system to neutralize SARS-CoV-2. Therefore, we thought it might have been interesting to evaluate how the timing of negativization of health care workers changed together with the prevalent variant, taking a specific time interval as a reference. METHODS A retrospective study was conducted. The data on which the study is based were collected by the Complex Structure (SC) of Occupational Medicine and Hospital Occupational Risk in a time frame from January 1, 2021, to March 24, 2022, as part of an extensive surveillance program involving all employed health care workers of the various facilities included in the AOU. In order to conduct this study, a database was prepared in which various data on 890 health care workers (HCWs) were entered during the specified time period including gender, date of birth and age, job title (employee's role), completion of the primary vaccination course, receipt of booster dose, date of first positive molecular test, date of first test found to be negative, date of return to duty, and time of negativization. Swabs taken to determine the time of negativization were always processed by RT-PCR. RESULTS A statistically significant difference in negativization times was shown between male and female individuals. In particular, the latter category has longer negativization times than the former. In contrast, there appears to be no statistical evidence between the type of work performed within the Hospital and the time of negativization. There also appears to be no statistically significant difference between the negativization times of operators of different age groups. There appears to be no statistically significant difference between the negativization times of those who had received the first two doses and those who had also received the third dose (booster dose). We identified a statistically significant difference between the negativization times of health care workers during the period when the Delta variant was prevalent and the negativization times of the periods when the Alpha and Omicron variants were prevalent. CONCLUSIONS Knowing the variables that influence negativization times would allow refining the healthcare protocol, both for the choice of mandatory isolation times and for the ∆t between different swabs. This brings significant benefits in terms of reducing re-entry times. This last aspect would allow Hospitals to reduce the time away from work for health care staff, increasing the availability of staff and the efficiency of service delivery to the public.

OBIETTIVO DELLO STUDIO Dal momento che per un corretto funzionamento di un’azienda ospedaliera è indispensabile la disponibilità degli operatori sanitari che vi lavorano, è evidente che un’eventuale carenza del personale si traduce in una ridotta capacità di erogare le prestazioni sanitarie richieste. Abbiamo ritenuto opportuno valutare i tempi di negativizzazione dall’infezione da SARS-CoV-2, calcolati a partire dal primo tampone molecolare positivo (elaborato mediante RT-PCR). Tali tempi di negativizzazione impattano enormemente sulla disponibilità degli HCW e sulla durata del loro periodo di assenza dal posto di lavoro. Le varianti di nuova insorgenza del SARS-CoV-2 hanno avuto un forte impatto sulla diffusione del virus, sulla virulenza e sulla capacità di neutralizzazione del SARS-CoV-2 da parte del sistema immunitario dell’ospite. Abbiamo quindi ritenuto che potesse essere interessante valutare come i tempi di negativizzazione del personale sanitario siano cambiati al modificarsi della variante prevalente, prendendo uno specifico intervallo temporale come riferimento. METODI È stato condotto uno studio di tipo retrospettivo. I dati su cui si basa lo studio sono stati raccolti dalla Struttura Complessa (SC) di Medicina del Lavoro e Rischio Occupazionale Ospedaliero in un arco di tempo compreso tra l’1 Gennaio 2021 e il 24 Marzo 2022, nell’ambito di un vasto programma di sorveglianza che ha coinvolto tutti gli operatori sanitari dipendenti delle diverse strutture comprese nella AOU. Per consentire questo studio, è stato predisposto un database in cui sono stati inseriti, nel periodo di tempo indicato, diversi dati relativi a 890 operatori sanitari (HCW) tra cui genere, data di nascita ed età, job title (ruolo del dipendente), completamento del ciclo vaccinale primario, ricezione della dose booster, data del primo tampone molecolare positivo, data del primo tampone risultato negativo, data del rientro in servizio, tempo di negativizzazione. I tamponi eseguiti per determinare i tempi di negativizzazione sono stati sempre processati mediante RT-PCR. RISULTATI È stata evidenziata una differenza statisticamente significativa dei tempi di negativizzazione tra individui di sesso maschile e di sesso femminile. In particolare, la seconda categoria presenta dei tempi di negativizzazione più lunghi della prima. Non sembrano invece esserci evidenze statistiche tra il tipo di lavoro svolto all’interno dell’Azienda Ospedaliera e il tempo di negativizzazione. Non sembra esserci differenza statisticamente significativa neanche tra i tempi di negativizzazione di operatori di fasce di età differenti. Non risulta esserci differenza statisticamente significativa tra i tempi di negativizzazione di chi aveva ricevuto le prime due dosi e coloro che avevano ricevuto anche la terza dose (dose booster). Abbiamo individuato una differenza statisticamente significativa tra i tempi di negativizzazione degli operatori sanitari durante il periodo in cui risultava prevalente la variante Delta e i tempi di negativizzazione dei periodi in cui risultavano prevalenti le varianti Alpha e Omicron. CONCLUSIONI Conoscere le variabili che influenzano i tempi di negativizzazione permetterebbe di affinare il protocollo sanitario, sia per la scelta dei tempi di isolamento obbligatorio che per il ∆t tra i diversi tamponi, apportando notevoli vantaggi in termini di riduzione dei tempi di rientro. Quest’ultimo aspetto permetterebbe alle Aziende Ospedaliere di ridurre i tempi di assenza dal posto di lavoro del personale sanitario, incrementando la disponibilità del personale stesso e l’efficienza dell’erogazione dei servizi offerti al pubblico.

Il termine della campagna vaccinale anti-Sars-Cov-2 e l'impatto di nuove varianti: analisi dei tempi di negativizzazione dei dipendenti di una grande Azienda Ospedaliera piemontese risultati positivi successivamente al completamento del ciclo vaccinale primario.

RACITI, SALVATORE
2020/2021

Abstract

OBIETTIVO DELLO STUDIO Dal momento che per un corretto funzionamento di un’azienda ospedaliera è indispensabile la disponibilità degli operatori sanitari che vi lavorano, è evidente che un’eventuale carenza del personale si traduce in una ridotta capacità di erogare le prestazioni sanitarie richieste. Abbiamo ritenuto opportuno valutare i tempi di negativizzazione dall’infezione da SARS-CoV-2, calcolati a partire dal primo tampone molecolare positivo (elaborato mediante RT-PCR). Tali tempi di negativizzazione impattano enormemente sulla disponibilità degli HCW e sulla durata del loro periodo di assenza dal posto di lavoro. Le varianti di nuova insorgenza del SARS-CoV-2 hanno avuto un forte impatto sulla diffusione del virus, sulla virulenza e sulla capacità di neutralizzazione del SARS-CoV-2 da parte del sistema immunitario dell’ospite. Abbiamo quindi ritenuto che potesse essere interessante valutare come i tempi di negativizzazione del personale sanitario siano cambiati al modificarsi della variante prevalente, prendendo uno specifico intervallo temporale come riferimento. METODI È stato condotto uno studio di tipo retrospettivo. I dati su cui si basa lo studio sono stati raccolti dalla Struttura Complessa (SC) di Medicina del Lavoro e Rischio Occupazionale Ospedaliero in un arco di tempo compreso tra l’1 Gennaio 2021 e il 24 Marzo 2022, nell’ambito di un vasto programma di sorveglianza che ha coinvolto tutti gli operatori sanitari dipendenti delle diverse strutture comprese nella AOU. Per consentire questo studio, è stato predisposto un database in cui sono stati inseriti, nel periodo di tempo indicato, diversi dati relativi a 890 operatori sanitari (HCW) tra cui genere, data di nascita ed età, job title (ruolo del dipendente), completamento del ciclo vaccinale primario, ricezione della dose booster, data del primo tampone molecolare positivo, data del primo tampone risultato negativo, data del rientro in servizio, tempo di negativizzazione. I tamponi eseguiti per determinare i tempi di negativizzazione sono stati sempre processati mediante RT-PCR. RISULTATI È stata evidenziata una differenza statisticamente significativa dei tempi di negativizzazione tra individui di sesso maschile e di sesso femminile. In particolare, la seconda categoria presenta dei tempi di negativizzazione più lunghi della prima. Non sembrano invece esserci evidenze statistiche tra il tipo di lavoro svolto all’interno dell’Azienda Ospedaliera e il tempo di negativizzazione. Non sembra esserci differenza statisticamente significativa neanche tra i tempi di negativizzazione di operatori di fasce di età differenti. Non risulta esserci differenza statisticamente significativa tra i tempi di negativizzazione di chi aveva ricevuto le prime due dosi e coloro che avevano ricevuto anche la terza dose (dose booster). Abbiamo individuato una differenza statisticamente significativa tra i tempi di negativizzazione degli operatori sanitari durante il periodo in cui risultava prevalente la variante Delta e i tempi di negativizzazione dei periodi in cui risultavano prevalenti le varianti Alpha e Omicron. CONCLUSIONI Conoscere le variabili che influenzano i tempi di negativizzazione permetterebbe di affinare il protocollo sanitario, sia per la scelta dei tempi di isolamento obbligatorio che per il ∆t tra i diversi tamponi, apportando notevoli vantaggi in termini di riduzione dei tempi di rientro. Quest’ultimo aspetto permetterebbe alle Aziende Ospedaliere di ridurre i tempi di assenza dal posto di lavoro del personale sanitario, incrementando la disponibilità del personale stesso e l’efficienza dell’erogazione dei servizi offerti al pubblico.
The end of the anti-Sars-Cov-2 vaccination campaign and the impact of new variants: analysis of time taken to test negative for the employees of a large Piedmontese hospital facility tested positive after the completion of the primary vaccination course.
STUDY OBJECTIVE The availability of working health care workers is crucial for a hospital to function properly. Therefore, it is evident that any shortage of personnel results in a reduced ability to deliver the required health care services. We considered it appropriate to evaluate the negativization time from SARS-CoV-2 infection, calculated from the first positive molecular swab (processed by RT-PCR). Such negativization times have a great impact on the availability of HCWs and the duration of their period of absence from the workplace. New-onset variants of SARS-CoV-2 had a strong impact on virus spread, virulence, and the ability of the host immune system to neutralize SARS-CoV-2. Therefore, we thought it might have been interesting to evaluate how the timing of negativization of health care workers changed together with the prevalent variant, taking a specific time interval as a reference. METHODS A retrospective study was conducted. The data on which the study is based were collected by the Complex Structure (SC) of Occupational Medicine and Hospital Occupational Risk in a time frame from January 1, 2021, to March 24, 2022, as part of an extensive surveillance program involving all employed health care workers of the various facilities included in the AOU. In order to conduct this study, a database was prepared in which various data on 890 health care workers (HCWs) were entered during the specified time period including gender, date of birth and age, job title (employee's role), completion of the primary vaccination course, receipt of booster dose, date of first positive molecular test, date of first test found to be negative, date of return to duty, and time of negativization. Swabs taken to determine the time of negativization were always processed by RT-PCR. RESULTS A statistically significant difference in negativization times was shown between male and female individuals. In particular, the latter category has longer negativization times than the former. In contrast, there appears to be no statistical evidence between the type of work performed within the Hospital and the time of negativization. There also appears to be no statistically significant difference between the negativization times of operators of different age groups. There appears to be no statistically significant difference between the negativization times of those who had received the first two doses and those who had also received the third dose (booster dose). We identified a statistically significant difference between the negativization times of health care workers during the period when the Delta variant was prevalent and the negativization times of the periods when the Alpha and Omicron variants were prevalent. CONCLUSIONS Knowing the variables that influence negativization times would allow refining the healthcare protocol, both for the choice of mandatory isolation times and for the ∆t between different swabs. This brings significant benefits in terms of reducing re-entry times. This last aspect would allow Hospitals to reduce the time away from work for health care staff, increasing the availability of staff and the efficiency of service delivery to the public.
GARZARO, GIACOMO
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