La tesi è suddivisa in 3 capitoli: Nel primo capitolo si analizza a grandi linee la condizione di sordità, il cui problema ha le sue radici nel rapporto dell'individuo con la società: la sordità è invisibile ma è riconoscibile solo al momento di comunicare. Dal momento che il deficit di sordità impedisce al sordo di sfruttare il canale uditivo, utile per l'acquisizione della lingua vocale, la conoscenza del mondo avviene prevalentemente attraverso la vista; di conseguenza i processi di acquisizione e di apprendimento della lingua nel bambino sordo, si realizzano mediante modalità diverse rispetto al bambino udente. Ciò viene trattato con particolare riferimento al ruolo che la famiglia riveste nelle prime fasi di sviluppo del bambino sordo, presentando due casi possibili ben precisi: bambini sordi figli di genitori sordi e bambini sordi figli di genitori udenti. In base al contesto famigliare in cui il bambino nasce, la famiglia stessa effettuerà e adotterà delle scelte linguistiche nei confronti di quest'ultimo. Tali scelte corrispondono ai tre metodi educativi, orale, bimodale e bilingue descritti nel secondo capitolo: tutti e tre mirano alla conquista della lingua parlata e scritta ma attraverso l'impiego di diversi criteri. Il capitolo tre, invece, tratta del bilinguismo, differenziandolo da quello degli udenti, su come questo matura nei bambini sordi e come potrebbe migliorare, non soltanto la comunicazione in sé ma anche la loro scolarizzazione; a tal proposito viene descritto il progetto della scuola d'infanzia di Cossato, il quale mette a punto un piano di lavoro che coinvolge classi formate da bambini udenti e sordi allo scopo che entrambi imparino la LIS, favorendo lo scambio di informazioni e conoscenze e progettando diverse attività che li coinvolgeranno insieme e non, ed aiutati da figure professionali che operano all'interno della struttura.
La sordità infantile: gli approcci educativi e il bilinguismo
SALES, YLENIA
2014/2015
Abstract
La tesi è suddivisa in 3 capitoli: Nel primo capitolo si analizza a grandi linee la condizione di sordità, il cui problema ha le sue radici nel rapporto dell'individuo con la società: la sordità è invisibile ma è riconoscibile solo al momento di comunicare. Dal momento che il deficit di sordità impedisce al sordo di sfruttare il canale uditivo, utile per l'acquisizione della lingua vocale, la conoscenza del mondo avviene prevalentemente attraverso la vista; di conseguenza i processi di acquisizione e di apprendimento della lingua nel bambino sordo, si realizzano mediante modalità diverse rispetto al bambino udente. Ciò viene trattato con particolare riferimento al ruolo che la famiglia riveste nelle prime fasi di sviluppo del bambino sordo, presentando due casi possibili ben precisi: bambini sordi figli di genitori sordi e bambini sordi figli di genitori udenti. In base al contesto famigliare in cui il bambino nasce, la famiglia stessa effettuerà e adotterà delle scelte linguistiche nei confronti di quest'ultimo. Tali scelte corrispondono ai tre metodi educativi, orale, bimodale e bilingue descritti nel secondo capitolo: tutti e tre mirano alla conquista della lingua parlata e scritta ma attraverso l'impiego di diversi criteri. Il capitolo tre, invece, tratta del bilinguismo, differenziandolo da quello degli udenti, su come questo matura nei bambini sordi e come potrebbe migliorare, non soltanto la comunicazione in sé ma anche la loro scolarizzazione; a tal proposito viene descritto il progetto della scuola d'infanzia di Cossato, il quale mette a punto un piano di lavoro che coinvolge classi formate da bambini udenti e sordi allo scopo che entrambi imparino la LIS, favorendo lo scambio di informazioni e conoscenze e progettando diverse attività che li coinvolgeranno insieme e non, ed aiutati da figure professionali che operano all'interno della struttura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/10121