L'Hamilton 90 e il Laurenziano Pluteo 42, 1 sono due punti di riferimento fondamentali all'interno della tradizione del Decameron: il primo perché è stato esemplato dallo stesso Boccaccio intorno al 1370; il secondo, trascritto da Francesco d'Amaretto Mannelli nel 1384, perché era ritenuto il testimone più autorevole prima del riconoscimento dell'autografo; non a caso, infatti, è stato considerato a lungo come l'Ottimo per la sua alta qualità testuale e per la particolare precisione del suo copista. Quella dei rapporti tra i due manoscritti Hamilton 90 e Mannelli è una questione davvero complessa e delicata: alcuni studiosi credono che il secondo sia descriptus del primo e che, essendo una copia diretta, sia utile solo per le parti mancanti (in particolare per supplire alla caduta dei tre fascicoli dell'autografo), ma non per risolvere altre situazioni; altri studiosi invece sono convinti che i due codici siano collaterali, accumunati da errori sia separativi sia congiuntivi, e che pertanto discendano da uno stesso originale andato perduto. La presenza di errori separativi tra il codice berlinese e il codice Laurenziano Pluteo 42, 1, cioè di errori presenti in uno e assenti nell'altro, fa escludere l'ipotesi di una copia diretta. Questo è proprio il caso in questione e sono state illustrate, nel terzo capitolo della tesi, alcune circostanze che lo dimostrano. Il codice Mannelli, quindi, non è solo fondamentale per colmare le parti mancanti dovute alla caduta dei tre fascicoli dell'Hamilton 90, ma è importante anche per correggere errori e lezioni dubbie e per colmare altre lacune e omissioni. Nel primo capitolo si prende in considerazione l'intera tradizione manoscritta del Decameron divisa in tre fasi: la proto-diffusione, la prima e la seconda diffusione. Alla fine si riassumono gli aspetti codicologici fondamentali e prevalenti. Nel secondo capitolo si analizzano più nel dettaglio i due codici fondamentali, Hamilton 90 e Mannelli, trattando le caratteristiche peculiari della loro storia e descrivendo gli aspetti codicologici. Nel terzo e ultimo capitolo si operano dei confronti tra i due manoscritti che dimostrano il loro rapporto di collateralità illustrando, dopo la situazione stemmatica, alcuni casi emblematici riguardanti errori, lacune e lezioni sospette.

Hamilton 90 e Mannelli: due fondamentali codici decameroniani a confronto

DUMAS, ERIKA
2014/2015

Abstract

L'Hamilton 90 e il Laurenziano Pluteo 42, 1 sono due punti di riferimento fondamentali all'interno della tradizione del Decameron: il primo perché è stato esemplato dallo stesso Boccaccio intorno al 1370; il secondo, trascritto da Francesco d'Amaretto Mannelli nel 1384, perché era ritenuto il testimone più autorevole prima del riconoscimento dell'autografo; non a caso, infatti, è stato considerato a lungo come l'Ottimo per la sua alta qualità testuale e per la particolare precisione del suo copista. Quella dei rapporti tra i due manoscritti Hamilton 90 e Mannelli è una questione davvero complessa e delicata: alcuni studiosi credono che il secondo sia descriptus del primo e che, essendo una copia diretta, sia utile solo per le parti mancanti (in particolare per supplire alla caduta dei tre fascicoli dell'autografo), ma non per risolvere altre situazioni; altri studiosi invece sono convinti che i due codici siano collaterali, accumunati da errori sia separativi sia congiuntivi, e che pertanto discendano da uno stesso originale andato perduto. La presenza di errori separativi tra il codice berlinese e il codice Laurenziano Pluteo 42, 1, cioè di errori presenti in uno e assenti nell'altro, fa escludere l'ipotesi di una copia diretta. Questo è proprio il caso in questione e sono state illustrate, nel terzo capitolo della tesi, alcune circostanze che lo dimostrano. Il codice Mannelli, quindi, non è solo fondamentale per colmare le parti mancanti dovute alla caduta dei tre fascicoli dell'Hamilton 90, ma è importante anche per correggere errori e lezioni dubbie e per colmare altre lacune e omissioni. Nel primo capitolo si prende in considerazione l'intera tradizione manoscritta del Decameron divisa in tre fasi: la proto-diffusione, la prima e la seconda diffusione. Alla fine si riassumono gli aspetti codicologici fondamentali e prevalenti. Nel secondo capitolo si analizzano più nel dettaglio i due codici fondamentali, Hamilton 90 e Mannelli, trattando le caratteristiche peculiari della loro storia e descrivendo gli aspetti codicologici. Nel terzo e ultimo capitolo si operano dei confronti tra i due manoscritti che dimostrano il loro rapporto di collateralità illustrando, dopo la situazione stemmatica, alcuni casi emblematici riguardanti errori, lacune e lezioni sospette.
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