Il periodo pandemico ha sancito un momento di sana importanza per l’impairment test. I primi dati delle conseguenze di questa crisi economica arrivano dal Fondo Monetario che ha previsto una contrazione del mercato pari al 9,5% per l’Italia. Un altro segnale arriva dal World Trade Organisation che ha stimato una contrazione degli scambi commerciali dal 13% al 32%. Questo calo degli scambi ha generato molte perdite per il mercato automotive soprattutto per causa dell’interruzione delle catene di fornitura. La prima risposta alla crisi sanitaria è stata data dai Governi delle nazioni con l’imposizione del lavoro a distanza, la riduzione dell’organico presente all’interno dello stabilimento produttivo e la chiusura delle concessionarie, causando una flessione della domanda. Un altro fattore che ha scatenato questa prima recessione di mercato è stata la dipendenza di fornitura della componentistica automobilistica dai mercati asiatici, in particolare verso la Cina: molte case automobilistiche avevano impostato la loro supply chain verso i paesi asiatici, causando così un’interruzione della catena di fornitura ma anche dei processi produttivi, portando ad un crollo del 20% la produzione di autoveicoli a livello globale, del 78% di auto vendute in Europa, e un 85%, ovvero 165 mila unita di veicoli, in Italia determinando così un decremento dell’offerta. L’insieme di tutte le causa generate dal Covid sono raggruppabili in un unico termine, l’incertezza: l’incertezza sul futuro data dall’incapacità di prevedere se gli effetti della pandemia si aggraveranno o diminuiranno; l’incapacità di capire quanto i flussi di cassa saranno diversi rispetto al preventivo. Tutte le incertezze sono state individuate come ‘’probabili fattori esterni di danneggiamento degli asset’’, inducendo il management ad effettuare l’impairment test sulle proprie CGU al fine di verificare se benefici futuri preventivati nel 2019, sarebbero stati ancora validi e rispettabili. L’impairment test non è soltanto una procedura di verifica del valore delle CGU, ma anche un insieme di informazioni di natura finanziaria ed economica utili per gli investitori nel capire quali saranno i futuri benefici degli asset, i rendimenti e di infine la redditività da cui guadagneranno. Vista l’enorme incertezza generata dal Covid, sono intervenuti i regulators CONSOB, ESMA e IOSCO, al fine di garantire una maggiore chiarezza e trasparenza informativa. Questi regulators hanno indicato che le svalutazioni, i motivi per i quali sono state realizzate, le incertezze a cui la società si sconterà, ma anche tutte le assunzioni considerate nella procedura di impairment test, devono essere pubblicate nelle note in bilancio per una maggiore trasparenza informativa ai propri investitori. Vi sono anche due ulteriori interventi presi dall’OIV, Organismo Italiano Di Vigilanza. Nel primo, l’OIV ha redatto 30 linee guida in forma di discussion paper riguardo le modalità per determinare il valore recuperabile in contesti di crisi e incertezza, e per trattare le incertezze nelle valutazioni sulla base della best practice. Un altro intervento fondamentale è stato di imporre alle società di seguire le indicazioni date durante la crisi finanziaria del 2009, presenti nel documento di Banca Italia del 3 marzo 2010 n 4. Il documento indicava di effettuare l’impairment test con cadenza annuale ma con i piani previsionali aggiornati ai nuovi contesti macroeconomici Con la crisi Covid, ogni società ha dovuto riaggiornare

L'impairment test durante il Covid

TONIN, FRANCESCO
2022/2023

Abstract

Il periodo pandemico ha sancito un momento di sana importanza per l’impairment test. I primi dati delle conseguenze di questa crisi economica arrivano dal Fondo Monetario che ha previsto una contrazione del mercato pari al 9,5% per l’Italia. Un altro segnale arriva dal World Trade Organisation che ha stimato una contrazione degli scambi commerciali dal 13% al 32%. Questo calo degli scambi ha generato molte perdite per il mercato automotive soprattutto per causa dell’interruzione delle catene di fornitura. La prima risposta alla crisi sanitaria è stata data dai Governi delle nazioni con l’imposizione del lavoro a distanza, la riduzione dell’organico presente all’interno dello stabilimento produttivo e la chiusura delle concessionarie, causando una flessione della domanda. Un altro fattore che ha scatenato questa prima recessione di mercato è stata la dipendenza di fornitura della componentistica automobilistica dai mercati asiatici, in particolare verso la Cina: molte case automobilistiche avevano impostato la loro supply chain verso i paesi asiatici, causando così un’interruzione della catena di fornitura ma anche dei processi produttivi, portando ad un crollo del 20% la produzione di autoveicoli a livello globale, del 78% di auto vendute in Europa, e un 85%, ovvero 165 mila unita di veicoli, in Italia determinando così un decremento dell’offerta. L’insieme di tutte le causa generate dal Covid sono raggruppabili in un unico termine, l’incertezza: l’incertezza sul futuro data dall’incapacità di prevedere se gli effetti della pandemia si aggraveranno o diminuiranno; l’incapacità di capire quanto i flussi di cassa saranno diversi rispetto al preventivo. Tutte le incertezze sono state individuate come ‘’probabili fattori esterni di danneggiamento degli asset’’, inducendo il management ad effettuare l’impairment test sulle proprie CGU al fine di verificare se benefici futuri preventivati nel 2019, sarebbero stati ancora validi e rispettabili. L’impairment test non è soltanto una procedura di verifica del valore delle CGU, ma anche un insieme di informazioni di natura finanziaria ed economica utili per gli investitori nel capire quali saranno i futuri benefici degli asset, i rendimenti e di infine la redditività da cui guadagneranno. Vista l’enorme incertezza generata dal Covid, sono intervenuti i regulators CONSOB, ESMA e IOSCO, al fine di garantire una maggiore chiarezza e trasparenza informativa. Questi regulators hanno indicato che le svalutazioni, i motivi per i quali sono state realizzate, le incertezze a cui la società si sconterà, ma anche tutte le assunzioni considerate nella procedura di impairment test, devono essere pubblicate nelle note in bilancio per una maggiore trasparenza informativa ai propri investitori. Vi sono anche due ulteriori interventi presi dall’OIV, Organismo Italiano Di Vigilanza. Nel primo, l’OIV ha redatto 30 linee guida in forma di discussion paper riguardo le modalità per determinare il valore recuperabile in contesti di crisi e incertezza, e per trattare le incertezze nelle valutazioni sulla base della best practice. Un altro intervento fondamentale è stato di imporre alle società di seguire le indicazioni date durante la crisi finanziaria del 2009, presenti nel documento di Banca Italia del 3 marzo 2010 n 4. Il documento indicava di effettuare l’impairment test con cadenza annuale ma con i piani previsionali aggiornati ai nuovi contesti macroeconomici Con la crisi Covid, ogni società ha dovuto riaggiornare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/101060