THE RAIN PEOPLE - NON TORNO A CASA STASERA Un film di Francis Ford Coppola

Alla fine degli anni ’60 in America, durante la piena affermazione della New Hollywood, il giovane regista Francis Ford Coppola, realizza e produce nel 1969, il suo quinto film, The Rain People, che viene considerato dai critici il primo lungometraggio in cui afferma in modo personale la sua visione di cinema. Il film rispecchia l’attualità degli argomenti e dei soggetti durante il periodo della Hollywood Renaissance come tematiche quali l’emancipazione femminile, lo sfruttamento del lavoro, l’inadeguatezza della figura maschile. Dopo un’introduzione storica sulla produzione cinematografica di quegli anni, la tesi analizza, in modo descrittivo, le diverse sequenze arricchite da fotogrammi tratti dal lungometraggio. La ricerca, inoltre, si sofferma sulle tecniche di ripresa utilizzate, sul montaggio, sulle musiche e con un focus sulla correlazione personaggio-attore. Per quanto concerne la metodologia di ricerca, la tesi si costruisce su testi di critica e storia del cinema, interviste rilasciate dal regista, articoli su riviste cinematografiche e consultazione di materiali forniti da biblioteche specializzate. In tal senso, centrale è la scoperta del documentario FILMMAKER-A DIARY BY GEORGE LUCAS (1968), making of del film, un diario di viaggio della durata di 32 minuti, girato e diretto dall’allora assistente di produzione George Lucas, che narra tappa per tappa i retroscena, le riprese e il dietro le quinte del film. La collaborazione di Francis Ford Coppola e George Lucas confluirà nella casa di produzione cinematografica American Zoetrope. L’intesa tra i due registi e gli attori confermerà l’idea di laboratorio che inciderà nella futura attività cinematografica di Coppola. La scelta del lungometraggio come caso studio è stata influenzata dall’interesse verso il genere Road Movie e dalla curiosità di avvicinarsi a una produzione di un film considerato di minor successo. Una produzione indipendente che offre una collocazione autoriale all’interno di un cinema di contestazione rivolto non più al grande pubblico ma a quello più ristretto, colto e raffinato.