Nello sport molto spesso la concezione di atleta agonista si limita al riconoscere le abilità del soggetto nell’eseguire determinate prestazioni fisiche. Proprio per questa ragione la parte dedicata alla preparazione mentale dell’atleta viene sottovalutata. Il desiderio di produrre un elaborato che trattasse il tema dell’importanza dell’allenamento mentale nello sport nasce da un forte legame con questa tematica e soprattutto con il pattinaggio artistico su ghiaccio. Nella carriera di un’atleta la parte dedicata all’allenamento mentale è cruciale, sia in situazioni competitive che non. Lo sport negli ultimi anni sta insegnando agli atleti che, per diventare dei campioni, questi devono essere sempre focalizzati sul compito, gestendo nel mentre tutte le pressioni psicologiche poste da allenatori e dalle federazioni. Questo lavoro, frutto di ricerche, letture, approfondimenti, ha come obiettivo quello di ampliare l’importanza del mental coaching sia dal punto di vista individuale che di gruppo. Il presente lavoro di tesi è strutturato come segue. Nel primo capitolo si procede ad una dettagliata esposizione introduttiva circa le basi dell’allenamento mentale nell’atleta di alto livello. Partendo dalla definizione di autoefficacia (Bandura, 2000) si va a trattare quella che è la motivazione e la teoria di Maslow ad essa collegata (Maslow, 1982), per concentrarsi successivamente al controllo delle proprie sensazioni e alla teoria dell’attribuzione di Rotter (Rotter, 1996). Definito il contesto nel quale va inquadrato l’oggetto della tesi si procede, nel secondo capitolo, ad offrire un’analisi descrittiva delle tecniche di allenamento mentale specifiche nel pattinaggio artistico su ghiaccio. In prima battuta si tratteranno gli argomenti del goal setting (Doran, 1981) e della visualizzazione (Morris, Spittle e Watt, 2005), e, in un secondo memento il tema del flow (Csikszentmihalyi, 1990) e delle tecniche di rilassamento maggiormente utilizzate. Il terzo capitolo vuole analizzare come viene effettuato il mental training negli sport di squadra, nello specifico nel pattinaggio sincronizzato su ghiaccio. Si pone dunque un confronto tra specialità individuale e di squadra esaminando le modalità di intervento per creare la coesione di gruppo e di team building. Il quarto ed ultimo capitolo tratta invece la questione della gestione dell’incertezza e dell’errore dato che il pattinaggio si caratterizza, sempre più, per la sua natura imprevedibile e complessa. Si pone dunque attenzione ai temi della strategia di coping (Lazarus e Folkman 1984) e della relazione che corre tra l’antifragilità e la fatica (Enoka e Stuart, 1992).

Allenarsi agli imprevisti: il pattinaggio fra allenamento mentale e antifragilità

DALLA TORRE, MATTIA
2022/2023

Abstract

Nello sport molto spesso la concezione di atleta agonista si limita al riconoscere le abilità del soggetto nell’eseguire determinate prestazioni fisiche. Proprio per questa ragione la parte dedicata alla preparazione mentale dell’atleta viene sottovalutata. Il desiderio di produrre un elaborato che trattasse il tema dell’importanza dell’allenamento mentale nello sport nasce da un forte legame con questa tematica e soprattutto con il pattinaggio artistico su ghiaccio. Nella carriera di un’atleta la parte dedicata all’allenamento mentale è cruciale, sia in situazioni competitive che non. Lo sport negli ultimi anni sta insegnando agli atleti che, per diventare dei campioni, questi devono essere sempre focalizzati sul compito, gestendo nel mentre tutte le pressioni psicologiche poste da allenatori e dalle federazioni. Questo lavoro, frutto di ricerche, letture, approfondimenti, ha come obiettivo quello di ampliare l’importanza del mental coaching sia dal punto di vista individuale che di gruppo. Il presente lavoro di tesi è strutturato come segue. Nel primo capitolo si procede ad una dettagliata esposizione introduttiva circa le basi dell’allenamento mentale nell’atleta di alto livello. Partendo dalla definizione di autoefficacia (Bandura, 2000) si va a trattare quella che è la motivazione e la teoria di Maslow ad essa collegata (Maslow, 1982), per concentrarsi successivamente al controllo delle proprie sensazioni e alla teoria dell’attribuzione di Rotter (Rotter, 1996). Definito il contesto nel quale va inquadrato l’oggetto della tesi si procede, nel secondo capitolo, ad offrire un’analisi descrittiva delle tecniche di allenamento mentale specifiche nel pattinaggio artistico su ghiaccio. In prima battuta si tratteranno gli argomenti del goal setting (Doran, 1981) e della visualizzazione (Morris, Spittle e Watt, 2005), e, in un secondo memento il tema del flow (Csikszentmihalyi, 1990) e delle tecniche di rilassamento maggiormente utilizzate. Il terzo capitolo vuole analizzare come viene effettuato il mental training negli sport di squadra, nello specifico nel pattinaggio sincronizzato su ghiaccio. Si pone dunque un confronto tra specialità individuale e di squadra esaminando le modalità di intervento per creare la coesione di gruppo e di team building. Il quarto ed ultimo capitolo tratta invece la questione della gestione dell’incertezza e dell’errore dato che il pattinaggio si caratterizza, sempre più, per la sua natura imprevedibile e complessa. Si pone dunque attenzione ai temi della strategia di coping (Lazarus e Folkman 1984) e della relazione che corre tra l’antifragilità e la fatica (Enoka e Stuart, 1992).
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