Prospettive nel controllo delle popolazioni di ungulati selvatici nelle aree protette ​

This thesis is based on the work I've made in my traineeship with the Instituto de Investigación en Recursos Cinegéticos in Spain, in which I've worked with the science investigators in many activities. I've been focused on the overabundance population problem inside protected areas and its management. I've analysed the causes that have led to the present situation and the economical, ecological, sanitary and interspecific effects. Later I evaluated the methods to limit the population density and their positive and negative points, trying to find out the most useful. During the last fifty years the climate and the use of the agroforest lands by the man have changed; all of these, with the creation of new protect areas, increased the availability of the habitat for ungulates. All these factors have contributed in some ways to the increase of ungulates populations changing the past management goals: from conservation to the fear for the fastgrowing of some species. Hunting is forbidden in most of the protected areas, this has led to the consideration of alternative methods to limit the density as introduction of predators, culling and fertility control. Their effectiveness depends on many factors as the study area, human operations and the climate that can minimize the effects. The introduction of predators changes the individual fitness by influencing the behaviour, the diet and the reproductive success; but does not directly reduce the density of the population. Culling can provide results since the firsts years if there are a qualified staff and good data. Fertility control is expensive, has some risks and its effects can be seen in the long term. To rapidly reduce the population and keep it at that density, the best method in many studies is to combine culling and fertility control. An improvement of the population tracking and an integrated management of these methodologies could lead to good results.

Questa tesi si basa sul tirocinio condotto in Spagna presso l'Instituto de Investigación en Recursos Cinegéticos, durante il quale ho affiancato gli investigatori del centro in diverse attività. Per il mio approfondimento mi sono concentrata sul problema della sovrabbondanza delle popolazioni all'interno di aree protette e la relativa gestione. Ho analizzato le cause che hanno portato alla situazione odierna e gli effetti che provoca sull'economia, sull'ecologia, sulla diffusione delle patologie e sulle altre specie animali e vegetali. In seguito ho valutato i metodi per contenere le popolazioni e i loro aspetti positivi e negativi cercando di capire quale fosse il più valido. Durante gli ultimi cinquant'anni è cambiato il clima, l'utilizzo da parte dell'uomo delle aree agroforestali e sono state create nuove aree protette aumentando la superficie disponibile per gli ungulati. Questi fattori hanno contribuito in parte all'incremento delle popolazioni di ungulati cambiando gli obiettivi di gestione: dalla conservazione al timore per la rapida espansione di alcune specie. Nella maggioranza delle aree protette la caccia è proibita, questo ha portato allo studio di metodi alternativi per limitare la densità delle popolazioni come l'introduzione di predatori, gli abbattimenti selettivi e il controllo della fertilità. La loro efficacia dipende da diversi fattori come l'area di interesse, il disturbo antropico e il clima che possono ridurre gli effetti. L'immissione di predatori modifica la fitness degli individui influenzando il comportamento, l'alimentazione e il successo riproduttivo; ma non riduce direttamente la densità delle popolazioni. Gli abbattimenti di controllo possono dare risultati fin dai primi anni se vengono eseguiti da personale competente e con dati validi. Il controllo della fertilità è costoso, presenta alcuni rischi e i suoi effetti sono visibili a lungo termine. Per ridurre la popolazione in breve tempo e mantenerla a una determinata densità il metodo più efficacie secondo molti è l'unione degli abbattimenti con il controllo della fertilità. Un miglioramento dei monitoraggi insieme ad una gestione integrata di questi metodi potrebbe nel tempo portare a buoni risultati.