Negli ultimi decenni, in Italia si sono sviluppati programmi di protezione e investimenti sociali a finanziamento non pubblico che si aggiungono ed intrecciano al welfare pubblico, integrandone le carenze in termini di copertura e tipologia di servizi; questo canale sociale di tipo privato, denominato generalmente “secondo welfare”, si è rivelato utile ai lavoratori che ne hanno potuto beneficiare, dal momento che, in seguito alla crisi economica finanziaria del 2008 e ai cambiamenti socio-economici, il modello tradizionale di welfare stato-centrico è entrato in crisi e si è trovato sempre più in difficoltà nel rispondere ai crescenti rischi e ai bisogni sociali dei cittadini. Il secondo welfare, quindi, coinvolge attori economici sociali diversi dallo Stato, quali imprese, sindacati, associazioni datoriali, enti bilaterali, enti locali, capaci di affiancarsi al primo welfare di natura pubblica ed obbligatoria, nell'erogazione dei servizi. Il presente elaborato mira a definire il fenomeno del welfare aziendale e la sua evoluzione all'interno del quadro analitico generale del secondo welfare. L'azienda è divenuta uno degli attori del welfare community, con un ruolo crescente soprattutto in alcuni ambiti nuovi dei bisogni della collettività; tra questi, si vedrà che le aziende sono chiamate a dare il proprio contributo in relazione alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ai nuovi bisogni di assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti, all'integrazione delle spese socio-sanitarie e previdenziali, al sostegno dello studio dei figli dei dipendenti, all'aumento del potere di acquisto dei lavoratori. Il ruolo sociale dell'azienda nel nuovo modello di welfare è di primissimo piano. Ai fini della ricerca che si vuole affrontare, sarà indispensabile distinguere le diverse modalità di erogazione e contrattazione del welfare aziendale. Il welfare aziendale è una forma di welfare occupazionale che cresce e si radica nel tessuto produttivo italiano nel suo complesso, nella prassi dei rapporti tra azienda, dipendente e nelle relazioni industriali. Si vedrà che con le innovazioni introdotte dalle Leggi di Stabilità per il 2016 e il 2017, il Legislatore ha voluto richiamare l'attenzione e ridare slancio alle diverse forme di welfare contrattuale in Italia, sottolineando in particolare la centralità del rapporto fra contrattazione di secondo livello e offerta di protezione sociale su base occupazionale. Nella diffusione del welfare aziendale, è importante considerare la frammentazione dimensionale e territoriale delle imprese. Il fenomeno, anche se di difficile misurazione, appare particolarmente consolidato nelle regioni del Centro-Nord e ancora concentrato nelle imprese di dimensioni medio - grandi. I lavoratori impiegati nelle micro e piccole imprese, prive delle risorse economiche, umane e organizzative necessarie per allestire veri e propri piani di welfare, rischiano di restare in larga parte esclusi dallo sviluppo di forme di protezione sociale che originano dal livello aziendale. Da questo punto di vista, le imprese artigiane, la cui dimensione media è estremamente bassa, costituiscono sicuramente un terreno poco fertile per lo sviluppo di welfare su base strettamente aziendale.
L'evoluzione del welfare aziendale in Italia. Il ruolo degli Enti Bilaterali per le Piccole e Medie Imprese.
FUSARO, FEDERICA
2018/2019
Abstract
Negli ultimi decenni, in Italia si sono sviluppati programmi di protezione e investimenti sociali a finanziamento non pubblico che si aggiungono ed intrecciano al welfare pubblico, integrandone le carenze in termini di copertura e tipologia di servizi; questo canale sociale di tipo privato, denominato generalmente “secondo welfare”, si è rivelato utile ai lavoratori che ne hanno potuto beneficiare, dal momento che, in seguito alla crisi economica finanziaria del 2008 e ai cambiamenti socio-economici, il modello tradizionale di welfare stato-centrico è entrato in crisi e si è trovato sempre più in difficoltà nel rispondere ai crescenti rischi e ai bisogni sociali dei cittadini. Il secondo welfare, quindi, coinvolge attori economici sociali diversi dallo Stato, quali imprese, sindacati, associazioni datoriali, enti bilaterali, enti locali, capaci di affiancarsi al primo welfare di natura pubblica ed obbligatoria, nell'erogazione dei servizi. Il presente elaborato mira a definire il fenomeno del welfare aziendale e la sua evoluzione all'interno del quadro analitico generale del secondo welfare. L'azienda è divenuta uno degli attori del welfare community, con un ruolo crescente soprattutto in alcuni ambiti nuovi dei bisogni della collettività; tra questi, si vedrà che le aziende sono chiamate a dare il proprio contributo in relazione alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ai nuovi bisogni di assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti, all'integrazione delle spese socio-sanitarie e previdenziali, al sostegno dello studio dei figli dei dipendenti, all'aumento del potere di acquisto dei lavoratori. Il ruolo sociale dell'azienda nel nuovo modello di welfare è di primissimo piano. Ai fini della ricerca che si vuole affrontare, sarà indispensabile distinguere le diverse modalità di erogazione e contrattazione del welfare aziendale. Il welfare aziendale è una forma di welfare occupazionale che cresce e si radica nel tessuto produttivo italiano nel suo complesso, nella prassi dei rapporti tra azienda, dipendente e nelle relazioni industriali. Si vedrà che con le innovazioni introdotte dalle Leggi di Stabilità per il 2016 e il 2017, il Legislatore ha voluto richiamare l'attenzione e ridare slancio alle diverse forme di welfare contrattuale in Italia, sottolineando in particolare la centralità del rapporto fra contrattazione di secondo livello e offerta di protezione sociale su base occupazionale. Nella diffusione del welfare aziendale, è importante considerare la frammentazione dimensionale e territoriale delle imprese. Il fenomeno, anche se di difficile misurazione, appare particolarmente consolidato nelle regioni del Centro-Nord e ancora concentrato nelle imprese di dimensioni medio - grandi. I lavoratori impiegati nelle micro e piccole imprese, prive delle risorse economiche, umane e organizzative necessarie per allestire veri e propri piani di welfare, rischiano di restare in larga parte esclusi dallo sviluppo di forme di protezione sociale che originano dal livello aziendale. Da questo punto di vista, le imprese artigiane, la cui dimensione media è estremamente bassa, costituiscono sicuramente un terreno poco fertile per lo sviluppo di welfare su base strettamente aziendale.File | Dimensione | Formato | |
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