Art brut e ricerche parallele: corpo e scrittura nell'opera di Anne-Marie Gbindoun, Giovanni Bosco, Guo Fengyi e Mehrdad Rashidi

Body and writing are the two most important elements in the work of Anne-Marie Gbindoun, Giovanni Bosco, Guo Fengyi and Mehrdad Rashidi. The aim of this work is to identify the causes of these two presences and their mutual relationship in the works of the four authors. The art, for all four, is an 'autobiographical' experience: this observation is the fundamental premise of my work. It is a consideration dictated by the context in which my research took place: that of art brut, in which the creation is regarded as a human need. Gbidnoun, Bosco, Fengyi and Rashidi making art motivated by the need to give shape to their inner images and trying to rework their memories. The ways in which the four authors were able to animate their visions are essentially images of bodies. The human figure, in their work, always appears incomplete and 'fragmented', as if it had been broken down into its essential parts. This particular way of 'compose' the human figure is associated, in the representations of all four, with another fundamental element: writing. Highlighted the presence of a relationship between writing and representation of the body in their works, remain to investigate the origins of this connection. Considering the reasons that led Gbindoun, Bosco, Fengyi and Rashidi to their creations (reasons dictated primarily by a personal need of expression) and linking this to the idea of Hans Belting according to which man is 'natural place' for images, the origins of this relationship have to be identified in their personal lives. Emerge, in fact, biographical episodes linked to their dramatic experiences of the body, after which all four calling art in an attempt to rework their past. The results of this work are representations of bodies; however, in doing that, they adopt some ways typical of the construction of a written text: so, Gbindoun, Bosco, Fengyi e Rashidi seem to 'write' a body rather than simply represent it.

Corpo e scrittura sono gli elementi principali attorno ai quali ruotano le ricerche di Anne-Marie Gbindoun, Giovanni Bosco, Guo Fengyi e Mehrdad Rashidi. L'obiettivo di questo lavoro è individuare le cause di queste due presenze e del loro reciproco rapporto nelle opere dei quattro autori. L'arte, per tutti e quattro, rappresenta un'esperienza 'autobiografica' ancor prima che artistica: questa constatazione costituisce la premessa fondamentale del mio lavoro. Si tratta di una considerazione dettata dal contesto all'interno del quale le mie ricerche si sono svolte: quello dell'art brut, in cui la creazione si configura come una necessità umana. Gbidnoun, Bosco, Fengyi e Rashidi approdano all'arte spinti dal bisogno di dar forma alle proprie immagini interiori e nel tentativo di rielaborarle. Le forme attraverso le quali i quattro autori sono riusciti ad animare i propri ricordi e le proprie visioni sono essenzialmente immagini di corpi. La figura umana, nei loro lavori, appare sempre incompleta e 'frammentata', come se fosse stata scomposta nelle sue parti essenziali. Questo particolare modo di 'comporre' la figura umana si intreccia, nelle rappresentazioni di tutti e quattro, con un altro elemento fondamentale: la scrittura. Messa in luce la presenza di un rapporto tra scrittura e rappresentazione del corpo nelle opere dei quattro autori, restano da indagare le origini di questa relazione. Considerate le motivazioni che hanno spinto Gbindoun, Bosco, Fengyi e Rashidi alle loro creazioni (ragioni dettate essenzialmente da una personale necessità espressiva) e rifacendomi all'idea di Hans Belting secondo la quale l'uomo è 'luogo naturale' di formazione delle immagini, le origini di questo rapporto vanno individuate nelle loro vicende personali. Emergono, quindi, episodi biografici legati proprio ad esperienze drammatiche del corpo, in seguito alle quali tutti e quattro approdano all'arte nel tentativo di rielaborare il proprio passato. Quest'attività di scavo nella propria memoria e di rielaborazione del ricordo trova, nei quattro autori, un rifugio appagante in una pratica creativa (e ricreativa) che prende spunto da procedimenti espressivi tipici sia della rappresentazione figurativa sia della scrittura. È come se Gbindoun, Bosco, Fengyi e Rashidi, invece che limitarsi a rappresentare un corpo, lo 'raccontassero' facendo affidamento ad alcune caratteristiche tipiche della struttura di un testo scritto.